tag:blogger.com,1999:blog-12952000224757807152024-03-13T05:40:18.502-07:00Il blog di Marco Ferri マルコ・フェルリのブログDiario di viaggio e d'altroMarco Ferrihttp://www.blogger.com/profile/05140572868802163219noreply@blogger.comBlogger115125tag:blogger.com,1999:blog-1295200022475780715.post-89993360502887128982010-04-25T12:43:00.000-07:002010-04-25T13:00:37.061-07:00Il venditore della Global Marketing (Una storia vera)Prima di cominciare la descrizione logorroica (specialità nella quale posso competere con i migliori) di un'esperienza realmente vissuta, vorrei precisare che il termine "vu-cumprà" mi stà perecchio sui marroni (ebbene sì, oggi mi sento volgare. Chi è puro di cuore farà meglio a non leggere quanto segue, grazie) perchè lo trovo parecchio razzista. Anche il termine <em>"venditori abusivi extracomunitari"</em> non mi piace. Primo perchè di venditori abusivi ce ne sono anche tra italiani, spesso pure con negozi in carne ed ossa (sì...insomma...in mattoni e cemento. Maledetta pignoleria!), e poi perchè che ca<strong>BIIIP</strong>zo significa "extracomunitari"? Tecnicamente anche i sanmarinesi, gli americani ed i giapponesi sono non facenti parte dell'Unione Europea e quindi classificabili come extracomunitari ma fin'ora non ho mai sentito di sanmarinesi-americani-giapponesi che si mettono a vendere chincaglieria per strada, anche se con la crisi in corso non è detto che non succederà.<br />Ed allora?<br />Allora per questo post ho deciso di creare un nuovo acronimo sperando che possa essere il più politicamente corretto possibile in modo che nessuno si offenda. E se qualcuno si offende lo stesso, pace: io meglio di così non so fare. Direi allora che una descrizione che possa mettermi al riparo da querele sia<em> "<strong>V</strong>enditori <strong>S</strong>tradali <strong>N</strong>on <strong>A</strong>utorizzati"</em> e dato che non mi và di riscrivere la stessa tiritera tutte le volte che ce ne sarà bisogno, scriverò invece <em>V.S.N.A</em> anzi <strong><em>VSNA</em></strong> che dover digitare tutte le volte anche i punti è una rottura di co<strong>BIIIIP</strong>ni.<br /><br />Ogni volta che vedo un VSNA, anzi, ogni tanto quando vedo un VSNA mi viene in mente che in passato anche io per una decina di giorni (od una settimana, vatti a ricordare adesso) ho fatto un lavoro per certi versi simile e per altri differenti.<br />Era il 1994, ero appena tornato a Londra da Tokyo -il primo mese della mia vita in Giappone- ed ero senza soldi, con un affitto da pagare ed una ragazza giapponese (non la mia moglie attuale), che non voleva vedermi ciondolare tutto il giorno. Come cameriere esperto avrei anche potuto trovare un lavoro subito ma alla tenera età di 25 anni mi ero messo in testa che <em>"hei, amico, siamo a Londra, mica a Riccione: quà si può trovare qualsiasi tipo di lavoro e guadagnarci bene altro che servire a tavola, no?"</em>. Povero allocco!<br />Nella ricerca di un lavoro altamente remunerativo (ancora oggi mi vien da ridere) metto gli occhi su un annuncio pubblicato su un settimanale molto popolare all'epoca tra i giovani ricercatori di lavoro nella capitale inglese, tale TNT.<br />Siffatto annuncio dichiarava che cercavano sales managers (direttori delle vendite) per una ditta in espansione, lauti compensi e nessuna esperienza richiesta in quanto loro stessi avrebbero insegnato tutto. E sì che anche allora conoscevo certe tecniche illusorie ed avrei dovuto farmi venire dei dubbi. In effetti qualche dubbio mi venne. <em>"Non sarà mica "-</em>mi chiesi -<em>"una di quelle ditte come la Amway che promettono mari & monti (e colline, e fiumi, e laghi) che poi alla fine devo convincere una barca di futuri ex-amici ad unirsi al gruppo che così poi aumentano le commissioni, le provvigioni e compagnia bella che sembra che alla fine starò tutto il giorno in casa a contare i soldi che pioveranno copiosi, così almeno dicono sempre ma alla prova dei fatti non ne ho mai conosciuto uno che veramente sia diventato ricco con questo sistema che loro stessi chiamano Mercato Multi Livello, eh?".</em><br />Insomma, tentar non nuoce, il tempo non mancava, altro da fare non avevo...finisce che telefono. Mi spiegano che han bisogno di direttori di vendita, direttori del personale, capireparto e poi mi chiedono a quale sono interessato. Gli faccio notare che io non so far nulla di tutto ciò e loro mi dicono di star tranquillo che ci pensano loro ad insegnarmi tutto dalla A alla Z. Il pomeriggio stesso mi presento all'indirizzo ricevuto telefonicamente.<br /><br />A prima vista era la classica ditta con ingresso, due segretarie, salone luminoso, deposito merci ed ufficio del capo. Insieme a me ce ne erano altri ad aspettare. Ci fanno riempire i moduli e poi il direttore ci fà il colloquio tre alla volta. Quando sà che sono italiano mi dice che hanno un ufficio a Milano. Quando uno che era seduto con noi gli dice che ha 60 anni, lui risponde che hanno un dipendente della stessa età. Poi a me ed all'altro (non il sessantenne ma un altro ancora) dice di ri-presentarci l'indomani mattina per essere aggregati ad un capo-cellula che ci avrebbe spiegato il lavoro per filo e per segno, oltre a farci vedere in pratica come si sarebbe svolto. Si raccomandò pure di fargli parecchie domande e quindi ci congedò. Il sessantenne invece rimase in ufficio a parlare con il capo, ma non so cosa si siano detti. Non lo rividi più.<br /><br />Fù così che il giorno dopo cominciai il training alla <strong>Global Marketing</strong> che rileggendo quanto scritto fin'ora mi sono accorto che ancora non avevo specificato il nome della ditta. Chissà se esiste ancora. Su google non l'ho trovata. Che abbia cambiato nome? Era mattina presto, il mega-direttore mi presentò colui che sarebbe dovuto diventare il mio capo-cellula (bella parola, fà tanto di organizzazione segreta) ed insieme abbiamo cominciato. L'abbigliamento era quello classico da venditore: giacca, cravatta e formalità. La differenza è che ci si porta dietro un paio (ma anche di più, a seconda della resistenza delle proprie spalle e quindi solo due nel mio caso) di borsoni grossi grossi pieni di prodotti da vendere.<br />All'inizio chiesi se per caso saremmo andati a venderli suonando a tutti i campanelli -ed in quel caso li avrei salutati seduta stante- ma lui disse che li si vendeva ai "business" ed io pensavo che questo avrebbe significato il proporli a ditte le quali a loro volta ce li avrebbero comprati all'ingrosso per venderli in giro. Invece scappa fuori che li avremmo venduti noi ai padroni e dipendenti di tutti i tipi di negozi che incontravamo.<br />La logica era che la gente che passeggia spesso non ha soldi, chi lavora dovrebbe averli ed in ogni caso non sarebbero scappati. Con il capo-cellula quel giorno ho scarpinato in una zona di Londra che non conoscevo ed il cui nome ancora oggi non ricordo. Lui senza problemi e senza vergogna entrava tranquillo in tutti i negozi ed in tutte le attività che incontrava sul suo cammino. Pubs, supermercati, officine, fruttivendoli, macellai, agenzie viaggio, pompe funebri (sì, anche quelle), non ne saltava nessuno. Ed io dietro a guardare, chiedendomi chi glielo faceva fare. C'erano anche persone che ci cacciavano via in malo modo, con arroganza, insulti ed anche con minaccie, ma lui tranquillo ed imperterrito continuava a camminare, cercare e trovare ulteriori negozi.<br /><br />Durante la pausa-pranzo in un ristorantino di poche pretese, cominciò a spiegarmi come funzionava il tutto e perchè lui, che in passato era muratore, aveva rifiutato un lavoro a tempo indeterminato e molto ben retribuito per fare il venditore stradale.<br />I prodotti, diciamoci la verità, erano cazzate inutili, di quelle che le trovi dovunque se proprio ti viene il bisogno di averli, di sicuro non vendevano rarità. Nel caso del primo giorno si trattava di una radio-torcia di plastica, bicolore, a batteria che in fondo in fondo era un giocattolo per bambini e di un'imitazione spudorata di un coltellino svizzero.<br />Il prezzo della prima "ciofeca" era di 5 sterline (guasi 15mila lire dell'epoca, cioè del 1994), quello della seconda pataccata era di due sterline.<br />Come ci si guadagnava la pagnotta in quel modo? Ogni prodotto della Golbal Marketing aveva vari prezzi: il prezzo base, il prezzo del distributore, quello dell'ufficio, quello del venditore ed infine quello del cliente.Ora non so quanto la Radio-torcia fosse costata in partenza ma so che i VSNA la ricevevano a 4 sterline l'una e poi la vendevano ad un prezzo deciso da loro stessi, di solito 5 sterline. Questa differenza di una sterlina era appunto il guadagno dei VSNA. Naturalmente l'ufficio che ci vendeva le radio-torce a 4 sterline, le aveva pagate solo 3 e così via.<br />I venditori non dovevano sganciare al momento del ritiro delle merci ma alla fine, dopo averle vendute. Ergo, se si prendevano 50 radio-sveglie (che occupavano un certo spazio) e poi se ne restituivano 40, significava che se ne erano vendute 10 e quindi si doveva pagare 40 pounds<span style="font-size:78%;">(1)</span> a loro. Se si era stati fessi e non si aveva venduto la merce a 5 quids<span style="font-size:78%;">(2)</span> l'una, si rimaneva a tasche vuote. In caso contrario, invece si tornava a casa con un deca in più.<br />Secondo il calcolo delle probabilità, per potere vendere circa 40 prodotti, occorreva proporli ad almeno 300 persone, quindi 260 nò per ottenere 40 sì. Come diceva uno slogan dell'azienda <em>"Più nò si ricevono, più si avvicina il sì!".</em> Ecco perché era importante scarpinare, scarpinare e poi ancora scarpinare.Il sistema che reggeva il tutto, non si basava naturalmente sulle commissioni (altrimenti nessuno avrebbe abboccato. Chi è che si fa venire le vesciche ai piedi per 20, 30 sterline quando può guadagnare altrettanto se non di più come cameriere, e solo con le mance?) ma sulle possibilità che si sarebbero aperte in futuro.<br /><br />All'inizio tuttissimi-tutti cominciavano dalla gavetta, consumando le suole per le strade di Londra (e garantisco che sono un numero spropositato) vendendo, imparando, migliorando, guadagnando e vendendo. Se dopo un po' si arriva a guadagnare un certo numero di sterline oppure si dimostrava che si stava migliorando aumentando in maniera progressiva l'incasso giornaliero, si passava di grado e si diventava istruttori, in altre parole si continuava a camminare per le strade come prima ma con la differenza che lo si faceva insieme ad un apprendista sicuramente già istruito da altri.<br />Poi si passava ad un livello successivo e si diventava capo-cellula dovendo oltre alle solite camminate per vendere, organizzare un gruppo, motivarlo, aiutarlo a crescere, sostenendone i componenti nei momenti di sconforto, suggerendo nuove strategie, dando consigli e tenendo una contabilità degli incassi quotidiani, settimanali e mensili.<br />Fino a quel momento ci si sarebbe sempre mantenuti con le commissioni, niente stipendi da parte della ditta. Da quel momento in poi la ditta avrebbe autorizzato il capo-cellula ad aprire il proprio ufficio, ed era a quel punto che si sarebbe cominciato a guadagnare in maniera consistente. (Tra parentesi -prima di continuare- devo aggiungere che il permesso di aprire il proprio ufficio arrivava SOLO se si dimostrava di possedere 5mila sterline. Secondo loro, era il minimo necessario per finanziare un nuovo ufficio. No, dico, non so se mi spiego: nemmeno un aiuto finanziario per mettersi in proprio si riceveva! E sì che ogni nuovo ufficio aperto era un incremento del guadagno....).<br />Naturalmente il capo-ufficio che vedeva un suo capocellula mettersi in proprio portandosi via tutto il suo gruppo non piangeva, sia perchè tanto li avrebbe sostituiti tutti assumendo nuovo staff, sia perchè avrebbe ricevuto dalla casa madre il 4% di tutto il fatturato ottenuto da quel giorno in poi da tutti gli ex dipendenti ora in proprio.<br />Se la matematica non è un opinione, possiamo capire che:-se ogni venditore guadagnava 10 sterline al giorno-se ogni capo-ufficio ne guadagnava altrettante da ogni venditore-se ogni capo-ufficio aveva nella sua scuderia 10 venditorine consegue che un capo-ufficio ogni giorno si metteva in tasca 100 sterline, senza dover farsi male alle gambe per le streets of London. Ma dato che la media di sterline guadagnate da ogni venditore oscillava tra le 25 e le 35 sterline giornaliere -c'era chi ne guadagnava di più e chi di meno- e dato che in quell'ufficio eravamo una sessantina..... Ecco quindi perchè tutti (incluso il mio capo-cellula che, come ho già scritto, aveva rinunciato ad un lavoro molto ben remunerato) erano felici di fare i VSNA o forse in questo caso doveri scrivere “gli ambulanti”, dato che il tutto era legale!<br /><br />Il primo giorno ero arrivato all'ora stabilita dalla segretaria quando telefonai per chiedere informazioni sul lavoro e tutta la banda era già uscita per vendere, vendere e poi ancora vendere.<br />Il secondo giorno invece arrivai alla stessa ora di tutti. L'atmosfera era paradisiaca: tutti amici, tutti a raccontarsi aneddoti, scherzi, esperienze di vendita, tutti a bere il caffè della macchinetta ed a chiacchierare insieme, senza razzismi, sessismi o pregiudizi. Bianchi, neri, asiatici, scheletrici, sovrappeso, uomini, donne, giovani, anziani...sembrava di essere un'immensa famiglia felice.<br />E poi c’erano le lavagne sparse nello stanzone attorno alle quali si formavano piccoli gruppi spontanei che ascoltavano le istruzioni di un capo-cellula. In quelle riunioni si veniva istruiti sulle 5 e sulle 7 regole d'oro. Adesso non le ricordo tutte, ma penso che siano le stesse che si possono leggere in tutti i manuali che promettono miracoli per chi vuole imparare le tecniche di vendita.<br /><br />Tra le regole che ricordo, c'erano:<br /><br /><strong>-</strong>Mantenere il contatto visivo diretto con i clienti,ossia parlargli guardandoli negli occhi.-Sorridere sempre (ma sempre-sempre, eh?)<br /><strong>-</strong>Invece di tenere in mano il prodotto durante la presentazione del medesimo, metterlo nelle mani dei potenziali clienti affinchè in questo modo li si sarebbe convinti meglio, dato che potendolo toccare, accarezzare, soppesare, annusare, frugare e provare, avrebbero capito che era roba buona (mi ri-vien da ridere!)<br /><strong>-</strong>Dopo aver venduto il primo prodotto (od almeno averci provato), proporre il secondo, che deve essere quello dei due che costa meno<br /><strong>-</strong>"Work your area" (che vuol dire "lavora la tua area") ossia non lasciarsi sfuggire nemmeno un negozio. Anche se sembra lontano da dove si è, anche se sembra sull'orlo del fallimento. Ciò perchè non si può mai indovinare prima quale siano i negozi dove ci sono dei compratori, e magari proprio in quel negozio che abbiamo scartato perchè ci sembrava povero o troppo lontano avremmo potuto vendere un prodotto.<br /><strong>-</strong>Mantenere l'entusiasmo alto, anche nei momenti di sconforto, ossia dopo ore ed ore di scarpinamento senza aver venduto un singolo prodotto ed avere in compenso ricevuto l'ennesima cacciata in modo rude.<br /><br />Tra le altre cose che si imparavano attorno alle lavagne, c'erano le tecniche per gestire i rifiuti. Se per esempio ci si sentiva dire che quell'oggetto non serviva al potenziale compratore, si doveva proporglielo come regalo da fare a qualcuno, magari ad un bambino.<br />Se il potenziale acquirente diceva che già un altro venditore era venuto una mezz'ora prima (non c'erano regole di assegnazione delle zone: erano i venditori stessi a decidere di volta in volta dove andare ed era normale che alcuni si ritrovavano nelle stesse aree), gli si doveva chiedere se avevano comprato qualcosa ed in caso contrario suggerirgli che in quel momento gli veniva offerta una seconda occasione.<br />Solamente se un negoziante indicava la porta con un <em>"Out!" ("Fuori!")</em> allora non si doveva insistere e si doveva uscire per andare al negozio successivo.<br />Dato che le ore utili erano solo otto (poi i negozi chiudevano) e che tra un negozio e l'altro spesso c'erano dei minuti da camminare, per potere arrivare a 300 proposte (in modo da vendere 40 pezzi) non bisognava perdere tempo con persone che si impuntavano ed anzi lasciarle subito perdere in modo da utilizzare i minuti risparmiati per ulteriori negozi.<br /><br />Cominciava poi la galvanizzazione (che loro chiamavano "<em>Impact</em>") che sembrava un piccolo show, con i vari capi-cellule che battevano le mani in un ritmico incalzare e poi cori da stadio organizzati:<br /><br />loro: "Volete un impact?"<br />Noi in coro "Siiiii!"<br />Loro (ancora): "VOLETE UN IMPACT???"<br />E noi: "SIII!!! Vogliamo un impact!! VOGLIAMO UN IMPACT!!! (ruotando i pugni a frullatore dal basso verso l'alto) OOOOHHHH! FACCI UN IMPACT -e qui dicevamo il nome dell'oratore- SIAMO PRONTI!!! LUCI!!! MOTORE!!! AZIONE!!! " (gesto delle due mani che fanno un Ciak da cinema e loro cominciavano l'impact).<br /><br />Ricordo un capo-cellula che si muoveva e parlava come un rapper, facendo un mega-discorso sulla possibilità incredibile che ci veniva offerta, su come partendo da zero (si riferiva al totale della somma dei soldi che avevamo in tasca in quel momento?) presto saremmo diventati dei numeri uno, ricchi da far schifo. Naturalmente non mancava nessuno di puntualizzare che la manna non sarebbe piovuta dal cielo, che ce la saremmo dovuta guadagnare col sudore della fronte ma che se ci fossimo impegnati davvero, prima o poi avremmo smesso di scarpinare ed avremmo avuto anche noi il nostro ufficio.<br />Un ragazzo australiano che si vantava di aver lasciato la sua ragazza con la quale stava progettando il matrimonio perché lei non voleva che lui facesse quel lavoro, ad un impact successivo (forse uno o due giorni dopo) ci fece un mega-discorsone allegorico, raccontandoci la parabole dei due costruttori edili che avevano fretta di edificare due palazzi per venderli ma uno dei due aveva fretta, troppa fretta e decise di scavare le fondamenta solo per dieci piani e di proceder quindi con l'edificazione per poter cominciare a vendere gli appartamenti il prima possibile. L'altro costruttore invece aveva deciso di continuare a scavare le fondamenta in previsione di un boom delle vendite che si sarebbe avverato in futuro e mentre il primo rivale lo prendeva in giro perchè lui cominciava ad incassare ed il secondo no, il secondo incurante di tutto continuava a scavare. Poi un giorno anche il secondo decide di cominciare ad edificare ed a vendere e qua successe che il primo si trovò a non poter più costruire (e guadagnare) ulteriormente, mentre il secondo -ora che l'affare era in pieno boom- finalmente poteva prendersi le sue vendette ed oltrepassare il primo per la mole di lavoro e di profitti.Insomma una mega-parabola il cui succo era <em>"Lavorate, faticate, scarpinate, subìte ma soprattutto imparate, imparate e poi ancora imparate, che più imparate e più guadagnerete quando sarà la vostra volta di essere quà al posto mio". </em><br />Da notare che colui che ci illustrò questa parabola (ed il verbo "illustrare" è quanto mai indicato dato che si avvaleva di una lavagna mostrarci gli esempi) non era ancora un capo guadagnante.<br /><br />Insomma, alla fine dell'impact si era tutti belli carichi, si andava al magazzino, si ricevevano dei borsoni belli strapieni di prodotti, si firmava la ricevuta e via ad invadere Londra con le ciofeche inutili.<br />Naturalmente a noi novizi non ci avrebbero mai mandato allo sbaraglio senza un po' di allenamento insieme agli esperti.Il primo giorno come ho già scritto, ho seguito il mio capo-cellula per rendermi conto di come fosse il lavoro. Alla fine della giornata il capo dell'ufficio mi volle parlare, per chiedermi cosa pensavo del business e se mi interessava. Alla fine di mi chiese un motivo per cui lui avrebbe dovuto assumermi. Io non so perchè, ma intuii subito non la risposta giusta ma quella che lui voleva sentirsi dire, ossia che se mi avesse dato la possibilità, io avrei fatto del mio meglio, anzi di più per aver successo. Firmai il contratto di assunzione.<br /><br />Il primo giorno da assunto-che-deve-imparare venni aggregato ad un venditore veterano, uno di quelli che (almeno così sosteneva lui) sarebbe stato promosso a capo-cellula di lì a qualche tempo almeno giudicando in base ai suoi guadagni quotidiani.<br />Insieme a noi c'era anche un ragazzino che aveva risposto all'annuncio sul TNT perchè cercava un lavoro per guadagnare qualche soldo durante le vacanze estive (era studente). Durante la pausa pranzo il veterano gli suggerì in maniera implicita di abbandonare la scuola e di dedicarsi esclusivamente a quel lavoro che lo avrebbe arricchito in una maniera che nessun college avrebbe mai potuto. Ripensandoci ora dopo tanti anni, non so se è una bella cosa, suggerire certe cose a dei ragazzini.<br />Ricordo la zona che "battemmo": Hackney, un sobborgo di Londra abitato in prevalenza da turchi, almeno a giudicare dal numero delle kebab-houses che ci vedevo. Dopo un po' di tempo andai ad abitare proprio lì vicino e mi tornarono in mente i posti in cui scarpinai quel giorno. Non ricordo quanto vendemmo, nè che paccottiglia cercammo di rifilare.<br />La sera, al ritorno, rimasi sorpreso da alcuni ragazzi che agitavano un campanaccio di quelli che nei vecchi films neo-realisti di Rossellini o di Visconti si vedono sempre in mano ai bidelli che li usano al cambio dell'ora (e ricordo che ce ne era uno uguale anche nella mia vecchia scuola media ed i bidelli lo usavano quando mancava la corrente). Mi spiegarono che il suonare il campanaccio era un privilegio concesso solo a coloro che durante la giornata erano riusciti a battere quota 40 sterline di guadagno. Una bella scampanata e tutti gli altri erano in fila per congratularsi e stringer le mani ai loro "eroi per un minuto".<br />Una di quelle sere, non ricordo quale, mi venne presentato un ragazzo di Ravenna, un veterano, uno che ce l'aveva fatta, che non solo era capo-cellula ma che entro un paio di mesi avrebbe aperto il suo ufficio nella zona di Wimbledon, fatto questo che lo rendeva ammirato ed invidiato da tutti noi neo-fiti. Anche lui naturalmente ci raccontò dei suoi inizi da principiante assoluto senza arte nè parte ma con una gran voglia di imparare e di farcela, senza lasciarsi demoralizzare.<br />Poi lui mi presentò un ragazzo inglese dicendomi che il primo giorno in giro da solo guadagnò più di 120 sterline, il secondo più di 130 ed il terzo venne promosso! Allora naturalmente chiesi lumi a questo fuoriclasse il quale mi disse che non c'erano segreti: si doveva andare, fare e divertirsi.<br /><br />Il secondo giorno fui aggregato all'australiano di cui ho già scritto, quello del discorso sulle fondamenta. Anche lui era bello carico. Quel giorno forse avrei dovuto esser più carico io in quanto vendetti più di lui. Mentre lui faceva un lato della strada, io mi occupavo dei negozi sull'altro.Capitai in un piccolo bar gestito da immigrati italiani che rifiutarono le radio torce in quanto ne avevano già una (e me la mostrarono). In compenso i loro clienti forse mi presero in simpatia e comprarono parecchio. Il mio collega (non vedendomi uscire) venne a vedere se stavo bene e fu sorpreso della scena.<br />Durante la giornata mi beccai pure una sgridata perchè non avevo seguito il comandamento "Work Your Area". Lui mi raggiunse dopo alcuni minuti che non lo vedevo dicendomi che mi aveva visto saltare un negozio, negozio nel quale poi era entrato lui, vendendo due prodotti ed ordinandomi di stare attento in futuro perchè rischiavo di non guadagnare.<br />A metà giornata facemmo i conti del venduto e disse che lo stavo battendo!<br /><br />Il terzo giorno fui aggregato a due venditori, due ragazzi giovani uno dei quali neo-laureato in economia che sosteneva che questo tipo di compagnia era il futuro. Questi due ragazzi erano molto entusiasti e convinti di farcela.<br />Con noi c'era una signora nuova la quale però a metà strada disse che non ce la faceva più in quanto non avendo saputo che avrebbe dovuto scarpinare, non indossò scarpe comode. Fu lasciata andare.<br />Di quella giornata ricordo un negozio in zona Tulse Hill, vicino a Brixton dove la mia fede cominciò a vacillare. Era un negozio di articoli per idraulici, io entro come da manuale ma la padrona mi spinse fuori con una certa violenza. Poi, in strada, si incazzò e mi chiese perchè cavolo ero tornato dato che mi aveva appena detto che non avrebbe comprato nulla. Io capisco che mi stava confondendo con uno degli altri due ragazzi e le disse che si stava sbagliando, ma lei non volle sentire ragioni: ero io e basta! A quel punto avrei dovuto mandarla affanculo, meglio se in italiano, ed andarmene ma invece cercai di farle capire che si sbagliava. Lei, senza dire nulla entrò con una certa fretta nel suo negozio ed io -forse intuendo qualcosa, non ricordo- decisi di allontanarmi. E feci bene: quando fui ad una certa distanza ed al lato opposto della strada, vidi che la stregaccia stava uscendo dal suo negozio brandendo un oggetto che mi sembrava una mazza da baseball od un tubo di metallo. Di sicuro, se fossi restato, me ne avrebbe date tante ma tante! Ma quella fu l'esperienza peggiore. Negli altri casi negativi i negozianti si limitavano a dirmi di uscire e basta (anche se uno mi minacciò di menarmi perchè insistevo. Ma io insistevo perchè non avevo capito che mi aveva detto di non essere interessato a comprare nulla. Credevo che mi avesse detto di non essere interessato solo al primo prodotto ed io -come da manuale- ero passato al secondo).<br />La sera poi di ritorno alla sede, il mio capo-cellula chiese ad uno di quei due ragazzi se secondo lui io ero pronto a camminare con le mie gambe e lui rispose che lo ero, assolutamente.<br /><br />E fu così che arrivò il giorno del battesimo del fuoco. La mattina mi presentai come al solito, assistetti all'<em>impact</em> come sempre, ma con la differenza che questa volta venni unito ad un gruppetto di altri esordienti ai quali un veterano riassunse su una lavagna i vari tipi di rifiuto possibili e quali reazioni avremmo dovuto assumere.<br />Poi il capo-cellula mi consegnò un foglio elencante alcuni consigli da seguire, tra i quali ricordo il non lasciarsi prendere dallo sconforto, il non rompersi la schiena con i borsoni ma di chiedere ad un negoziante il permesso di lasciarlo per un po' nel suo negozio (strano che nessuno temesse la paura di attentati. E sì che anche allora ne succedevano a Londra, grazie all'I.R.A.), e poi a metà mattinata avrei dovuto telefonare al capo-ufficio per consultarmi con lui.<br /><br />Bon, ormai il dado è tratto, si avvicina l'ora della partenza, saluto tutti, prendo i miei due borsoni (contenenti degli album con illustrazioni da colorare raccolti in confezioni di plastica a foggia di valigetta con inclusi dei colori a spirito -fra l'altro fu in quell'occasione che imparai che "colori a spirito" in inglese si dice "crayons". L'altro prodotto non me lo ricordo), firmo la ricevuta, saluto tutti e via, partenza verso una zona che conoscevo: Archway.<br />Questa zona la conoscevo in quanto ci avevo abitato in precedenza. Sapevo che nella Holloway Road (uno stradone che passa di là) c'erano tantissimi negozi, ma una volta arrivato, forse per timidezza, forse perchè pensavo che magari tutti andavano a procacciarsi i clienti sulla Holloway Road trascurando tanti vialetti adiacenti, imbroccai qualche via a caso e provai a cominciare.<br /><br />Un paio di negozi ai quali corrisposero altrettanti rifiuti e...<strong><span style="font-size:180%;">decisi di mollare tutto!</span></strong><br /><br />Diciamoci la verità: chi volevo prendere in giro? Quello era un lavoro per svolgere il quale occorre possedere determinate doti, nessuna delle quali sentivo di avere. Certo, fino a quando scarpinavo aggregato a qualcuno, era un conto. Potevo scambiare due chiacchiere, potevo farmi consolare nei momenti di sconforto, potevo chiedere qualche consiglio...ma da solo?<br />E poi non c'era solo il problema della timidezza, problema attenuabile se spalleggiato da qualcuno, no...c'era anche il problema della permalosità. Per fare bene l’ambulante bisogna non prendersela quando si viene rifiutati, bisogna non dare peso agli insulti, bisogna insomma avere un atteggiamento diverso dal mio all'epoca (e forse anche adesso).<br />Alla fine ho telefonato con largo anticipo il capo-ufficio comunicandogli la mia decisione di licenziarmi. Lui mi disse di tornare in ufficio che ne avremmo discusso e così feci. Lì per lì inventai di sana pianta una scusa (scusa che non trascrivo perchè coinvolgeva una persona assolutamente estranea ai fatti -azione di cui successivamente mi pentii, anche se la persona coinvolta non lo venne mai a sapere) perchè ero così vigliacco da non aver il coraggio di dire la verità, ossia che non mi piaceva farmi umiliare dai rifiuti dei negozianti, che non mi piaceva dover sorridere a persone alle quali avrei volentieri sparato, e che preferivo un lavoro ad orario più o meno fisso, con uno stipendio sicuro per quanto magro.<br />Inoltre volevo avere tempo libero per stare con la mia futura (ex) moglie, dato che ci eravamo messi insieme da poco e si sà che il periodo iniziale di una storia d'amore è il più bello.<br />Lui invece tentò ogni argomento per convincermi a restare, facendomi notare che stavo per sciupare la più grande occasione della mia vita, forse l'unica possibilità che avrei mai avuto di diventare ricco oltre ogni immaginazione, che certa gente avrebbe venduto l'anima (ed altro) per essere al mio posto ma alla fine si arrese e mi congedò dicendomi che ero pazzo.<br /><br />Restituii la merce, salutai tutti (ossia le due segretarie, dato che tutto il resto della banda era in giro a vendere, imparare e guadagnare), tornai a casa, mangiai il pranzo che la mia futura (ex) moglie mi aveva preparato (in una scatola di plastica, alla maniera giapponese), mi cambiai e poi corsi alla scuola dove lei stava studiando per attenderla all'uscita.<br />Quando uscì fu veramente sorpresa. Le spiegai che mi ero licenziato ed il perchè. Non so se ne fu contenta, non lo capii, ma tempo dopo mi fece parecchie storie perchè non lavoravo, dicendomi che almeno con la <em>Global Marketing</em> qualcosa facevo invece che ciondolare tutto il giorno. Per fortuna dopo poco tempo trovai un lavoro da cameriere (mentendo sul curriculum , ma questa è un'altra storia) nella sala mensa della<em> BBC World Service</em> (la stazione radio della <em>BBC</em> che trasmette in tutto il mondo) ed il rapporto filò liscio.<br /><br />Successivamente ebbi alcuni contatti visivi con la Global Marketing, ma roba da poco.<br />Il capo-cellula, quando seppe che mi ero licenziato tentò di contattarmi telefonicamente ma io non ero in casa.<br />Capitò per tre volte di vedere in giro i venditori della Global in azione, una volta delle quali notai il capo-ufficio insieme ad una novizia (e mi chiesi che diavolo ci faceva lui in giro invece di starsene in ufficio. Poi mi tornò in mente una voce che avevo sentito prima o dopo un impact, voce secondo la quale quel capo-ufficio era in realtà un capo-cellula che stava sostituendo il vero capo-ufficio che era o in malattia o in vacanza, e capii) ma lui non mi riconobbe.<br />Mi capitò anche da quella volta di notare sulla porta di alcuni negozi un cartello scritto a mano che avvisava <em>"No door-to-door salesmen"</em> ,ossia "Vietato l'ingresso agli ambulanti" e pensai che forse l'avevano affisso dei negozianti stufi dei continui tentativi di vendite. Sì, perchè come ho già scritto precedentemente, non era una rete organizzata di venditori, ognuno con la sua zona di esclusiva competenza, ma un gruppone di ragazzi i quali decidevano da soli dove e quando operare, di conseguenza era normale, normalissimo che tre o più ambulanti si ritrovassero sulla stessa strada in momenti della giornata differenti. Io stesso durante i 3 giorni da novizio mi sentii dire tantissime volte che era già passato un altro collega precedentemente. E mi capitò pure in zona Camden Town di incontrare un collega, un polacco, il quale mi avvisò che si era appena lavorato tutti i negozi alle sue spalle, consigliandomi di deviare il percorso e che altrettanto avrebbe fatto anche lui. Un'altra volta ricordo un novizio che si lamentava perchè era il suo primo giorno da solo ed aveva incassato solo 4 sterline. Secondo lui il motivo del fallimento era da ricercarsi nel fatto che in quella zona quel giorno era stato preceduto da un altro novizio lì presente. Il capo-cellula gli disse che secondo lui il vero problema non era la concorrenza ma l'incapacità di saper vendere e consigliò di ri-farsi un altro periodo di training.<br /><br />Concludendo, oggi dopo tanti anni penso che a qualcosa quella breve esperienza sia servita: mi ha fatto capire che non sono tagliato per fare il venditore ambulante a domicilio.<br />Come ho già scritto, digitando su google il nome della Global Marketing, compare di tutto, di più ma non quella ditta che conoscevo io. Secondo me non esiste più. Penso che sia andata avanti per un po’ e poi sia collassata, un po’ come certe imprese piramidali che si allargano, si allargano e poi falliscono. Se così fosse stato, mi dispiacerebbe per coloro che ci misero parecchio sudore della fronte e parecchio entusiasmo.<br /><br />Anni dopo, in Giappone, stavo fumando (brutta abitudine, per fortuna che ho smesso nel 2002) fuori da un palazzo nel quale dovevo entrare dopo 5 minuti quando mi si avvicina una ragazza nipponica. Mi chiede se parlo giapponese e mi mostra…una torcia che stava cercando di vendere nella zona. <em>“Noooo!”,</em> penso <em>“Questa ragazza lavora per una ditta come la Global Marketing?”.</em> Per fortuna che quel giorno non avevo soldi con me, sennò mi sarei lasciato intenerire dai ricordi londinesi ed avrei alleggerito il portafogli in cambio di una ciofeca inutile, e quella ragazza ne aveva un borsone pieno.Ricordo poi che lei fece un errore: mi mostrò il prodotto tenendoselo in mano lei invece che darlo in mano a me.<br /><br /><span style="font-size:85%;">(1) sterline, in inglese. </span><br /><span style="font-size:85%;">(2) sterline, in slang inglese</span>Marco Ferrihttp://www.blogger.com/profile/05140572868802163219noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-1295200022475780715.post-51045156205636427262010-04-21T05:28:00.000-07:002010-04-21T05:36:53.615-07:00Scene tagliateIeri sera ho creato un video assemblando le scene tagliate dal video della sbaghinata<span style="font-size:78%;">(1)</span> al Veglie In Volo (ossia quello del post precedente a questo). Perchè le avevo tagliate allora e le ho montate ora? Per due motivi: il primo è perchè nel primo video volevo mettere in risalto sia il ristorante che i piatti che offre ed il secondo è che YouTube ha dei limiti, cioè più di 10 minuti di video non fa inserire.<br />Il video del presente post è poi sottotitolato, sia per mettere in risalto la demenzialità dei nostri dialoghi, sia per non costringere chi lo guarderà (ci sarà qualcuno?) ad alzare troppo il volume per capire.<br />Bè, chiunque voglia vederlo, clicchi quà sotto:<br /><br /><object width="640" height="385"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/iiNJh1j5Q4Y&hl=it_IT&fs=1&"><param name="allowFullScreen" value="true"><param name="allowscriptaccess" value="always"><embed src="http://www.youtube.com/v/iiNJh1j5Q4Y&hl=it_IT&fs=1&" type="application/x-shockwave-flash" allowscriptaccess="always" allowfullscreen="true" width="640" height="385"></embed></object><br /><strong>Scene tagliate e dialoghi demenziali.</strong><br /><strong></strong><br /><span style="font-size:85%;">(1) Dicesi "sbaghinata" l'atto del mangiare come un maiale (da "baghino" che vuol dire maiale in Roagna, appunto)</span>Marco Ferrihttp://www.blogger.com/profile/05140572868802163219noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1295200022475780715.post-71943690789268855412010-04-20T06:14:00.000-07:002010-04-20T06:16:11.242-07:00Tanti auguri, Andrea!<object width="480" height="385"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/JWetnZ2OxJE&hl=it_IT&fs=1&"><param name="allowFullScreen" value="true"><param name="allowscriptaccess" value="always"><embed src="http://www.youtube.com/v/JWetnZ2OxJE&hl=it_IT&fs=1&" type="application/x-shockwave-flash" allowscriptaccess="always" allowfullscreen="true" width="480" height="385"></embed></object><br /><strong>Padroni del proprio colesterolo...</strong>Marco Ferrihttp://www.blogger.com/profile/05140572868802163219noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1295200022475780715.post-1714259128476076292010-04-11T14:52:00.000-07:002010-04-11T15:03:39.917-07:00Deambulata motorizzata (from Coriano-town to Riccione-city)<p>L'altro giorno mi trovavo nella zona industriale di Coriano (ebbene sì: Coriano ha una zona industriale!) con la macchina e stavo tronando a casa. Dato che avevo con me sia la macchina digitale che un treppiede piccolino, ho voluto provare a video-registrare il tragitto. Il risultato è un film da 12 minuti che con il Magix Video ho provato a concentrare in soli tre, eliminando i rumori di sottofondo (leggi: il motore della macchina + il traffico), sostituendoli con la musichetta Pop Corn. Basta cliccare quà sotto per vederlo.<br /><object height="385" width="480"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/lzsyWCKRdC0&hl=it_IT&fs=1&"><param name="allowFullScreen" value="true"><param name="allowscriptaccess" value="always"><embed src="http://www.youtube.com/v/lzsyWCKRdC0&hl=it_IT&fs=1&" type="application/x-shockwave-flash" allowscriptaccess="always" allowfullscreen="true" width="480" height="385"></embed></object></p><p><strong>TUTTO QUELLO CHE C'E' TRA RICCIONE E CORIANO</strong></p><p>Piccola<strong> </strong>avvertenza: è un video noioso, senza immaggini shockanti, immorali, proibite, offensive o porno. Anzi, molti di voi non lo reggeranno fino alla fine. Io vi ho avvisati....</p>Marco Ferrihttp://www.blogger.com/profile/05140572868802163219noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1295200022475780715.post-75197201315815372072010-03-18T12:54:00.000-07:002010-03-18T14:18:33.806-07:00RECENSIONE NUMERO 2<a href="http://4.bp.blogspot.com/_Kagi5JVXYRs/S6KFUNMPCmI/AAAAAAAAIMU/cSRZ8CucOhA/s1600-h/ALIM3564.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5450065081256577634" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 400px; CURSOR: hand; HEIGHT: 300px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="http://4.bp.blogspot.com/_Kagi5JVXYRs/S6KFUNMPCmI/AAAAAAAAIMU/cSRZ8CucOhA/s400/ALIM3564.jpg" border="0" /></a><br /><br />Devo ammettere che questo post, che sto scrivendo in fretta & furia, può a ben diritto essere annunciato con un classico "...a grande richiesta". Adesso spiego.<br /><br />Da quando 2 mesi fa ho scritto dell'odissea virtuale capitatami per comprare il libro sulla defunta ferrovia Rimini-San Marino, ho cercato se su FaceBook esiste un gruppo dedicato a quella strada ferrata. In fondo su FaceBook si trovano gruppi su qualsiasi cosa possibile ed immaginabile, da quello di chi da giovane si spalmava le mani di colla Vinavil e poi la estraeva come una seconda pelle (non ci credete? Ed allora cliccate <a href="http://www.facebook.com/#!/pages/Quelli-che-seccavano-il-VINAVIL-sulle-mani-e-lo-toglievano-come-pelle-morta/36155583172?ref=search&sid=676132307.955307208..1">qua</a> e ricredetevi!) a quello -modestamente creato da me stesso- dedicato ad una mitica insegnante della scuola alberghiera rimasta per sempre nei nostri cuori (e se volete sapere come si chiamava, cliccate <a href="http://www.facebook.com/#!/group.php?gid=69753517541&ref=ts">qua</a>) oppure -approfitto del mio blog per fare un po' di pubblicità ai miei gruppi, scusate, eh?- un altro gruppo che ho creato io e che è dedicato a tutti coloro -come il sottoscritto- che hanno sposato una giapponese (<a href="http://www.facebook.com/#!/group.php?gid=38899698660&ref=ts">qua</a>) <span style="font-size:78%;">(1).</span> Insomma, ho scoperto che un gruppo dedicato alla ferrovia in questione esiste, si chiama <em><strong>C'era una volta la ferrovia Rimini - San Marino</strong></em>, in tre mesi di vita a sfondato quota 1000 membri e chiunque lo voglia vedere, lo può fare cliccando <a href="http://www.facebook.com/#!/group.php?gid=202793452117&ref=ts">qua</a>.<br /><br />Perchè questa introduzione? Perchè dopo aver scovato questo gruppo, gli ho segnalato il post in cui ho raccontato della guerra per ottenere il libro (che poi è il post precedente a questo) ed ho scoperto che l'autrice del gruppo aveva tenuto d'occhio l'asta su E-bay, domandandosi fino all'ultimo a quale prezzo sarebbe stato venduto il libro e -probabilmente- domandandosi chi era il pazzo che rincarava l'offerta. Poi mi ha chiesto una recensione del libro, invito rinnovato altre volte ed ora eccomi qua. Quindi dedico il presente post alla fondatrice del gruppo (ma non sapendo se vuole che io scriva il suo nome qua, non lo scrivo), senza la quale, forse adesso starei a guardare la TV invece di scrivere.<br /><br />Il libro è esattamente come lo ricordavo: copertina cartonata, foto d'epoca (sia del periodo durante la costruzione della ferrovia, sia del periodo durante il suo servizio, sia di periodi successivi alla dismissione, fino al 1982, anno della pubblicazione) tutte in bianco e nero, schemi, tracciati e poi naturalmente la storia, aneddoti ed altro.<br /><br />Grazie a questo libro ho finalmente capito molte cosette. Per esempio, non riuscivo a capire come mai non trovavo l'entrata della galleria del Montale, (ossia di quella la cui uscita si vede da piazzale della Stazione a San Marino) quando "circumnavigavo il Monte Titano: perchè a differenza di quello che credevo io, non era dal lato opposto del monte ma sullo stesso. Ed ho anche capito perchè non riuscivo mai a scorgere il tracciato (o quello che ne restava dopo tanti anni) dal castello centrale del monte Titano (che gode di una bellissima vista panoramica): perchè non era rettilineo come pensavo io ma procedeva un po' a zig-zag tra curve e gallerie. Ho poi scoperto che la struttura a Rimini in zona Colonnella non era una stazione ma un casello ferroviario....Ma quante cose che non sapevo!!! Quello che non ho mai capito è perchè dopo la guerra, i governi delle due repubbliche, invece di restaurare la linea bombardata dagli inglesi, hanno preferito sacrificarla per la superstrada Rimini-San marino. Evidentemente non hanno pensato al futuro, credendo che il trasporto su ferro era il passato e che il futuro sarebbe stato del trasporto su gomma. Veramente un peccato che le cose siano andate così. Chissà quanti morti in meno (di incidenti stradali, di tumori causati dall'eccesso di monossido di carbonio -ed in quella superstrada, nelle ore di punta, ce ne è veramente troppo, nell'aria) ci sarebbero stati, quante migliaia di ore di pendolarismo automobilistico e quanti soldi per la benzina risparmiati dai pendolari. Invece....<br /><br />Il libro si legge facilmente perchè è scritto bene, senza termini tecnici incomprensibili agli ignorati come il sottoscritto. L'unico problema è solo che è un po' datato, che le ultime notizie sullo stato di ciò che resta dell'opera, risalgono ad una trentina di anni fa. Ma per fortuna esiste il gruppo sul FacciaLibro la cui autrice non si lascia sfuggire nessuna notizia sulla ferrovia (e non manca di pubblicarla) che contiene una sterminata galleria fotografica di foto sia d'epoca (molte delle quali non compaiono sul libro) che attuali.<br /><br />Sempre grazie al libro ed al gruppo, ho scoperto che anche a San Marino esistono tracce del passato (alcune gallerie aperte al traffico ciclo-pedonale, una al traffico automobilistico, altre chiuse, tracciati con i pali, stazioni restaurate ed adibite ad uso privato, carcasse di vagoni, ecc.) ed ora, quando certi pomeriggi ho tempo e mio figlio non riesce a fare il pisolino, lo metto in macchina e lo porto a fare un giro a San Marino, alla ricerca delle "vestigia del passato". E' incredibile come un bambino che non riesce a prendere sonno nemmeno con i miracoli, non appena è in macchina e parte il motore, crolli come un sasso! Così quando arrivo in loco, lui dorme e non vede niente. Spesso gli dico che lo porto a vedereil trenino bianco-azzurro, ossia l'unico treno rimasto ancora intatto e che si trova parcheggiato<span style="font-size:78%;">(2) </span><span style="font-size:100%;">in zona Valdragone, su un viadotto, ma già so che tanto non ci arriva sveglio. E penso che sia un peccato, perchè mio figlio impazzisce per i treni. Basta pensare che starebbe ore ed ore a guardare questo video <a href="http://www.youtube.com/watch?v=Y-AEvkc01H4">qua</a> ...ma sto uscendo dal seminato. Torniamo alla recensione.</span><br /><br />Adesso dovrei concludere la recnsione con una raccomandazione a comprare questo libro ma....non posso ed il perchè lo si può leggere nel commento che Roberto Renzi ha scritto al mio post precedente e che qua copio ed incollo:<br /><br /><em>Caro amico,anch'io ho seguito l'andamento dell'asta su Ebay, ma solo per vedere a che quotazione sarebbe arrivato... Posso soddisfare alcune tue curiosità. Del libro di G.G. Turchi (tirato inizialmente in 2000 copie, se ben ricordo) sono uscite ben tre ristampe, l'ultima delle quali finanziata dalla libreria che si trova nel centro "Atlante", <span style="color:#ff0000;">tutte esaurite</span>.L'editrice ETR esiste ancora (pubblica la rivista "I treni"), ma nemmeno presso di lei avresti potuto trovare il libro, quindi hai fatto bene a rivolgerti a Ebay.Chi scrive, collaborò attivamente con l'autore (riprodussi molte foto e le stampai personalmente con il mio piccolo ingranditore...).Non è escluso che durante la manifestazione "Il treno del tempo", organizzata da Adriavapore - Associazione treni storici Emilia-Romagna - che si terrà nel Deposito locomotive di Rimini nei giorni 12-13 giugno prossimi, si faccia una iniziativa con la partecipazione del Turchi proprio sulla ferrovia di San Marino.Su Facebook dovrebbero comparire le relative indicazioni...Cordialmente.Roberto Renzi</em><br /><em></em><br />Insomma, il libro è esauritissimo, non è mai stato ristampato e se non era per Ebay non l'avrei mai trovato, ergo, chi lo vuole leggere, non deve far altro che mettersi a caccia, sperando che qualcuno che ce l'ha voglia venderlo. Non contate su di me che con quello che l'ho pagato, come minimo dovrei conservarlo in cassaforte invece che sullo scaffale.<br /><br />Detto (anzi, scritto) questo, direi che è tutto.<br /><br />Alla prossima.<br /><br /><br /><span style="font-size:85%;">(1) A dire il vero, ne ho sposate due: giapponese la prima moglie e giapponese anche la seconda. Sono recidivo!</span><br /><span style="font-size:85%;"></span><br /><span style="font-size:85%;">(2) Chissà se si può utilizzare l'aggettivo "parcheggiato" anche per i treni. Boh?</span>Marco Ferrihttp://www.blogger.com/profile/05140572868802163219noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1295200022475780715.post-36826178059063745882010-01-20T08:03:00.000-08:002010-01-20T15:16:44.278-08:00Ferrovie, libri, aste e morale (aneddoto marchesco n°1)C'avete presente un oggetto (un giocattolo, un libro od un capo firmato) che ogni volta che lo vedete in vetrina (od in libreria, o nella boutique) vi dite <em><span style="color:#cc0000;">"Uno di questi giorni lo compro. Oggi nò perchè non ho portato dietro i soldi ma uno di questi giorni lo compro. Sì, sì. Uno di questi giorni è mio!"</span></em> e poi finisce che quando finalmente vi trovate nel negozio (o nella libreria, o nella boutique), <span style="font-size:130%;"><strong>EH?</strong></span> l'oggetto (ossia il giocattolo, il libro od il capo firmato) non c'è più ed allora chiedete al/la commesso/a delucidazioni e lui/lei vi dice che è esurito, magari che l'ultimo è stato venduto pochi minuti prima da qualche cliente che ormai è uscito/a e che è inutile cercarlo/la perchè tanto chissà dove si trova ora? E vi è mai capitato che tale oggetto del vostro desiderio -oggetto che fino al giorno prima era in bella mostra nella vetrina, o su uno scaffale oppure addosso ad un manichino- sia improvvisamente diventato esaurito, o fuori commercio?<br /><br />Ecco. Più o meno è quello che mi è capitato a me una ventina di anni fa!<br /><br />Era, mi pare, il 1991 e spesso di sabato pomeriggio mi ritrovavo a passeggiare da solo per il centro di Rimini in quanto i miei amici o studiavano (gli universitari) o lavoravano oppure giocavano a pallone nel parco Marecchia e dato che a me il calcio non piace -Sì, esatto: non mi piace! E allora?- io non li incontravo fino alla fine della partita e tanto non sarei andato al parco a vederli giocare e basta, senza nemmeno una panchina su cui sedersi ed ad annoiarmi a morte. Di solito non avevo abbastanza soldi per passare l'intero pomeriggio in qualche bar a bere/mangiare -non so come funzioni nelle altre città ma nei bar riminesi o riccionesi se stai troppo seduto senza consumare non te la mandano a dire: ti cacciano via e s'incazzano pure- per passare il tempo facevo il <em>Bookshop crawl, </em>un neologismo che ho inventato adesso e che è come il Pub Crawl (il quale a sua volta -secondo Wikipedia- altro non è che l'azione di una o più persone di bere alcolici in diversi pub nell'arco di una sola serata, solitamente muovendosi da un pub all'altro a piedi) con la differenza che invece che tra i pub ci si muove tra le librerie (BookShop, appunto. Non "library",che molti credono che voglia dire libreria ed invece vuol dire biblioteca. Scusate ma dopo 4 anni a Londra qualcosa ho imparato anche io).<br /><br />Insomma, per farla breve che fin'ora son già stato abbastanza-anzi-troppo prolisso, in una di quelle librerie vedevo su uno scaffale un libro che attirò la mia attenzione. Eccolo:<br /><img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 400px; DISPLAY: block; HEIGHT: 372px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5428858417372466738" border="0" alt="" src="http://1.bp.blogspot.com/_Kagi5JVXYRs/S1ct959gDjI/AAAAAAAAIMI/1rQNdJ-rXvc/s400/treno.jpg" /> Sia il titolo che la copertina ne spiegano il contenuto. Siate mai andati a San Marino in treno? Sì? Allora o siete anziani oppure mentite: la linea ferroviaria Rimini-San Marino esistette solo dal 1932 al 1944 quando fu bombardata ben bene dagli inglesi per errore e mai più ricostruita dopo il conflitto. Anzi parte del suo tracciato fù compromesso irrimediabilmente dalla costruzione della super-strada che collega appunto Rimini a San Marino. Un paradosso: ufficialmente il servizio ferroviario per lo stato italiano è solo sospeso mentre per quello sanmarinese è proprio dismesso, con la conseguenza che mentre in Italia grosse porzioni del tracciato originale sono ancora libere da costruzioni e quindi potenzialmente ripristinabili, a San marino ci hanno proprio costruito sopra, quindi in futuro un'ipotetico ripristino della linea non sarebbe possibile ed è un peccato perchè la superstrada Rimini-San Marino durante le ore di punta è super-congestionata ed un treno che la sostituisse sarebbe sempre pieno di pendolari contenti e paganti.<br /><br /><br /><p>Tornando al 1991, dicevo che pur non comprando questo libro, lo sfogliavo parecchie volte, davo una sbirciata alle foto e poi lo riponevo sullo scaffale al punto che più o meno mi ero fatto un'idea molto ma molto fugace di come quella ferrovia dovesse apparire. Da quella volta, guidando per Rimini, mi accorsi che nonostante la sparizione della strada ferrata, qualche traccia ancora esisteva: pali per l'alimentazione elettrica della locomotiva anneriti dalla ruggine e formanti una lunga fila in mezzo ai campi agricoli che sembrano tronconi carbonizzati di alberi , edifici ora trasformati in abitazioni private ma la cui architettura dimostra chiaramente che furono progettati e costruiti come stazioni ferroviarie (uno si trova a Rimini in zona Colonnella, un altro a Cersolo di Coriano -quest'ultimo addirittura ancora reca sulla parete i resti della scritta CORIANO CERASOLO- e gli altri entro i confini sanmarinesi), ponti di cemento attualmente adibiti a piste ciclo-pedonali, una galleria ora trasformata in tunnel stradale a San Marino e, sempre a San Marino, una piazza denominata <em>Piazza Della Stazione</em> in cui si trovava il capolinea della ferrovia, capolinea che oggi non esiste più e che solo il nome più l'ingresso/uscita del tunnel ferroviario, chiuso da un portone, ci ricordano che un tempo si poteva benissimo recarsi dal centro della più piccola repubblica del mondo (almeno così dicono i depliant pubblicitari sanmarinesi e forse è vero perchè il principato di Monaco o la città del Vaticano, per esempio, non sono repubbliche come le intendiamo noi) a quello di Rimini, senza macchina.</p><p>E tutto questo nel 1991. Poi l'acqua scorse sotto i ponti, partii per Londra, ci passai 4 anni, feci altre cose che ora non sto a scrivere, ecc ecc con la conseguenza che avendo altre cose in testa, cose ben più importanti, mi scordai della linea ferroviaria Rimini - San Marino e confesso che sono riuscito a vivere bene lo stesso!</p><p>18 anni dopo, ossia l'anno scorso (essendo adesso che scrivo il 2010), spipolando su e giu per internet mi imbatto in alcune foto d'epoca raffiguranti proprio il libro di cui sopra e pian piano mi tornano in mente alcuni ricordi. Così curiosando in giro su WikiPedia scopro che esiste una pagina dedicata proprio a questa ferrovia, corredata pure di dati tecnici, mappa ed altro (eccola <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Ferrovia_Rimini-San_Marino">qua</a>). Se penso che Wikipedia è un'immensa enciclopedia on-line compilata non da dotti, medici e sapienti -o almeno non solo- ma anche da gente comune, mi rendo conto che ci devono essere in giro parecchi appassionati (per nostalgia? Per interesse storico? Chissà!) di questa ferrovia. Se così non fosse, non mi spiegherei cosa avrebbe spinto qualcuno a raccogliere tante foto d'epoca ed a scattarne di nuove per includerle in questa pagina <a href="http://wikicity.info/index.php/Ferrovia_Rimini_-_San_Marino">qua</a> . Ma la passione degli appassionati non si è limitata a cercare foto antiche, a scattarne a ciò che resta od a raccogliere dati ed informazioni: c'è stato pure chi ha voluto ricostruire al computer panoramiche della linea, le stazioni, persino i treni. Guardate <a href="http://www.ildeposito.net/documenti/rsm.html">qua</a> se non ci credete! E mica solo scritti e foto, eh? Su YouTube ho trovato questo filmatino che mostra l'interno dell'ultima galleria (o della prima, se foste partiti da San Marino alla volta di Rimini anzichè il contrario) detta del Montale e che era la più lunga:<br /><object width="425" height="344"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/IuHKbwZ2MHQ&hl=it_IT&fs=1&"><param name="allowFullScreen" value="true"><param name="allowscriptaccess" value="always"><br /><br /><br /><br /><embed src="http://www.youtube.com/v/IuHKbwZ2MHQ&hl=it_IT&fs=1&" type="application/x-shockwave-flash" allowscriptaccess="always" allowfullscreen="true" width="425" height="344"></embed></object></p><p>Se avete cliccato il fim quì sopra, vi sarete accorti che i ragazzi che sono entrati nel tunnel l'han fatto per un motivo diverso dalla passione ferroviaria, ma il filmato resta sempre un documento importante perchè in giro non ne ho trovati altri che mostrino l'interno di quest'opera d'ingegneria niente male. Se poi vi siete chiesti che razza di artista fosse questo Maurizio Cattelan e come possa sbarcare il lunario con le sue "opere d'arte"...beh, non preoccupatevi: avete pensato la stessa cosa che ho pensato io ed anche qualche ragazzo tra coloro che appaiono nel filmato, a quanto mi sembra di capire.</p><p>Dopo tanto girare on-line e dopo tanto leggere e vedere, mi è tornato in mente il libro di cui ho già scritto sopra e mi chiesi se fosse ancora disponibile in giro. Ho cercato prima su <a href="http://www.ibs.it/">Internet Book Shop</a> ma niente. Poi su <a href="http://www.bol.it/">Book On Line </a>, idem con patate. Quindi su <a href="http://www.amazon.com/">Amazon</a> ma peggio ancora. Infine su <a href="http://www.ebay.it/">Ebay</a> e...<strong>bingo!</strong> Ormai è fatta. Dopo 20 anni finalmente il libro sarà mio...e qui comincia un episodio con una morale, che in fondo è l'ìnput che mi ha fatto scrivere questo post (Sì: tutta la storia del libro era per introdurre l'aneddoto con morale che ora scrivo!)</p><p>In tutti questi anni il libro, che probabilmente all'epoca (1982) fu stampato con una tiratura bassa dato che non era certo un'opera letteraria di Stephen King o di Umberto Eco; era esauritissimo da tempo, probabilmente mai ristampato e non mi stupirei poi se scoprissi che la casa editrice (ETR Editrice Trasporti su Rotaia) non esiste più. Ecco perchè quando l'ho visto in vendita, ho pensato che un'occasione così non mi sarebbe più capitata per chissà quanti anni ancora, e mi sono fiondato a fare un'offerta.</p><p>Il prezzo di partenza dell'asta era di €15 più spese di spedizione. C'era la possibilità di comprarlo subito ad €30 più spese postali ma ho pensato che tanto c'ero solo io interessato e che offrendone 20 me lo sarei aggiudicato, risparmiando 10 euro. Invece scappa fuori che non sono l'unico. Qualcun'altro rilancia. <span style="font-size:130%;">GASP!!!! D</span>evo intervenire! Rilancio anche io. Rilancia anche lui. Allora mi fiondo a comprarlo subito ma E-bay dice che questa possibilità non c'è più perchè sono cominciate le offerte! Allora aumento l' "Offerta Massima" che sarebbe l'indicare ad E-bay fino a quanto si è disposti a sganciare per l'aquisto ed E-bay in maniera automatica ri-lancia di 50 centesimi sull'offerta dei concorrenti, il tutto fino alla cifra indicata che nel mio caso era fino a 60 euro e poi pace, mi sarei rassegnato e ci avrei messo una pietra sopra (oltre a rimpiangere l'acquisto perduto vita natural durante). Stamattina accendo il PC, dò un'occhiata all'asta e scopro che mi sono aggiudicato il libro per... 52 euro + 8 di spese di spedizione + commissione per Paypal, totale <strong><span style="font-size:180%;">€62!!!!</span> </strong></p><p>Volevo pagare 10 euro in meno ed invece ne ho pagati 30 in più! Ben mi sta!!! </p><p>Adesso attendo con trepidazione il postino e pian piano leggerò di gusto questa rara (e costosa) opera letteraria così come un gourmet si gusta piano piano un piatto prelibato per il quale si è dovuto svenare. E se il libro mi deluderà...pazienza, almeno non passerò il resto della vita (od i prossimi 10 minuti) a rimpiangere di essermelo perso. E magari poi un giorno lo recensirò, chissà.</p><p>Alla prossima.</p><p>Ps:</p><p><em>"E quale sarebbe la morale di questa storia?",</em> chiederete voi. La morale è che quando si vede un articolo che ci interessa su E-bay e c'è la possibilità di comprarlo subito al prezzo dell'offerente la si deve usare, la possibilità, invece che fare i tirchi e cominciare un'asta che poi ci si rimette. Bella perla di saggezza, eh? </p>Marco Ferrihttp://www.blogger.com/profile/05140572868802163219noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1295200022475780715.post-34924898029546299312010-01-14T13:41:00.000-08:002010-03-18T12:57:58.967-07:00RECENSIONE NUMERO 1In questo post voglio parlare di uno dei tanti libri che ho molto apprezzato, letto, ri-letto e stra-letto: nella fattispecie de <strong>I PROFESSIONISTI</strong> di <span style="color:#000000;"><a href="http://www.blackvelveteditrice.com/spip.php?mot94">Carlos Gimenez</a></span>.<br /><br /><br /><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5426721187937916386" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 400px; CURSOR: hand; HEIGHT: 300px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="http://1.bp.blogspot.com/_Kagi5JVXYRs/S0-WKx4gFeI/AAAAAAAAIMA/WYmf0YLYjlE/s400/ALIM3323.jpg" border="0" /><br />Certo, per alcuni (molti?) di quelli che <em>"se-non-è-scritto-non-è-un-libro!"</em> il fatto che io definisca questa raccolta di pagine illustrate e rilegate con tanto di copertina e frontespizio con la parola "libro" può sembrare offensivo ma...ma così è e quindi procediamo.<br /><br />Il bestio (22 centimetri X 30, 170 pagine circa) è una raccolta di storie (o dovrei dire novelle grafiche) in bianco e nero -non lasciamoci ingannare dalla policromia della copertina che le copertine rigide o morbide che siano sono sempre colorate- che parlano, anzi narrano, di fumetti ma soprattutto dei loro autori, i disegnatori o fumettari che dir si voglia. Tutte le storie sono basate su esperienze dirette dello (ed aneddoti sentiti dallo) stesso Gimenez quando era un giovane disegnatore emergente nella Barcellona degli anni '60. Gimenez in queste storie disegna se stesso (auto-ribatezzatosi <em>Pablo Garcia Garcia</em>) ed i suoi amici-colleghi (tutti rinominati con nomi di fantasia, anche se nella seconda storia del libro compaiono alcuni nomi veri dei disegnatori disegnati, tra cui <a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Fernando_Fernandez_(comics)">Fernando Fernandez</a>, <a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Jose_Bea">Josè Maria Bea</a>, Eugenio Giner, <a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Esteban_Maroto">Esteban Maroto</a> ed altri) sia al lavoro nello studio Creaciones Ilustradas di Filstrup (pseudonimo di <a href="http://es.wikipedia.org/wiki/Josep_Toutain">Josep Toutain</a> (1932-1997), il padrone -vero- dell'agenzia <strong>Seleciones Ilustradas</strong>) che durante il tempo libero.<br /><br />Gimenez, il quale di queste novelle grafiche non è solo disegnatore ma anche sceneggiatore, descrive in maniera romantica e divertente una sarabanda di artisti un po' fannulloni (mitica la didascalia nella seconda storia che recita: <em>"I disegnatori di Creaciones Ilustradas erano un gruppo eterogeneo e variopinto ma abbondavano specialmente quelli che lasciavano trascorrere spensieratamente i giorni e si mettevano la smania di lavorare proprio il giorno prima della data di consegna. E quel giorno erano problemi"),</em> molto spensierati, molto impegnati a farsi a vicenda degli scherzi un po' come i protagonisti del film Amici Miei, ed a barcamenarsi nel cercare di sbarcare il lunario con il magro stipendio che Filstrup gli passa.<br />Anzi, direi che Gimenez descrive Filstrup come un furbacchione che sottopaga i suoi lavoratori, ma col sorriso sulle labbra, facendoli guasi (dico guasi, eh?) esser felici di esser gabbati.<br /><br />Alcune storie hanno per protagonista Pablo/Gimenez, altri invece no. Ogni storia è a se stante, non è necessario leggere il libro dall'inizio alla fine per capire l'umanità dei personaggi, della vera "gente di cuore" come recita il titolo di una delle storie.<br /><br />Ma questa non è e non vuole essere una vera recensione che ce ne sono già a milioni (vabbè, diciamo migliaia...anzi centinaia) in giro sulla carta stampata e su internet, quindi continuo a scrivere e vediamo dove vado a parare.<br /><br />La prima volta che ho letto le storie dei professionisti fu nel 1983-1984, sulle pagine di <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Eureka_(rivista)">Eureka</a>, mitica rivista della defunta <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Editoriale_Corno">Editoriale Corno </a>che chi ha la mia età e leggeva una valanga di fumetti già quella volta (come il sottoscritto, appunto) certamente ricorda. Ogni mese una storia nuova, ogni mese una spasmodica attesa per sapere come sarebbe continuata la saga, di leggere quale disegnatore sarebbe stato la vittima di chissà quale scherzo da parte di chissà quale collega, di conoscere qualche misterioso aneddoto del fumetto spagnolo di venti anni prima... fino a quando uscì l'ultimo numero di Eureka.<br /><br />Poi il nulla.<br /><br />E poi ancora il nulla.<br /><br />E poi sono passati ormai 25 anni e mi tornano in mente i professionisti (anzi: Los Profesionales, secondo il titolo su Eureka) e comincio una ricerca su internet. Non devo cercare molto. Infatti basta leggere un qualche blog come quello del tuttologo del fumetto (o cartonist globale come lui stesso ama definirsi) <a href="http://lucaboschi.nova100.ilsole24ore.com/">Luca Boschi </a>ed ecco che scopro l'esistenza del volume che sto recensendo (descrivendo?) adesso.<br /><br />La mitica Eureka cessò -con mio sommo dispiacere- di esser pubblicata nel 1984 come ho già scritto. In seguito anche l'Editoriale Corno fallì. La conseguenza fu che molte storie in attesa di essere pubblicate, non lo furono affatto. Ecco, anche queste storie ora sono leggibili in questo libro che potremmo definire una raccolta. Tra le storie, i gioielli che non ho potuto leggere da adolescente, ce n'è una che mi ha "intrippato", parecchio, la storia del disegnatore <strong><em>Tony Tano</em></strong> (dato che è un nome di fantasia, mi piacerebbe sapere quale disegnatore ispirò il personaggio, ma Gimenz su queste cose è estremamente parco di informazioni) che oltre a disegnare <em>-"Dei personaggi disegnava solo la bocca e qualche mano. Il resto erano "collage", figure incollate ritagliate da fotocopie di lavori precedenti"-</em> faceva fotoromanzi, commerciava con le cose più insolite e traduceva fumetti americani. In questa storia c'è un dialogo tra lui ed un altro disegnatore (Vidal Flores) che trascrivo perchè oltre a far ridere, mi sembra anche molto verosimile. Almeno spiega certi fumetti che mi capita di leggere e di capirci poco.<br />Sentite (anzi leggete) che roba:<br /><br /><strong>DIDASCALIA:</strong> "Traduceva dall'inglese allo spagnolo fumetti americani che pubblicava la Ibervitis, una casa editrice spagnola"<br /><span style="color:#ff0000;"><strong></strong></span><br /><span style="color:#ff0000;"><strong>VIDAL FLORES (VF):</strong> "Ma tu lo sai l'inglese?"</span><br /><span style="color:#009900;"><strong></strong></span><br /><span style="color:#009900;"><strong>TONY TANO (TT):</strong> "Neanche una parola!"</span><br /><span style="color:#ff0000;"><strong></strong></span><br /><span style="color:#ff0000;"><strong>VF:</strong> "E dunque?"</span><br /><span style="color:#33cc00;"><strong></strong></span><br /><span style="color:#33cc00;"><strong>TT:</strong> "Io non faccio traduzioni, io faccio adattamenti, cioè adatto i disegni a quello che scrivo. Io mi lascio guidare dall'intuito. Se nel disegno di vede il capo della polizia che parla con il detective protagonista ed è l'inizio della storia, che credi che possa dire il capo? "Johnny, ho una pericolosa missione da affidarvi"<jhonny,>. E che risponde Jhonny? "Potete contare su di me, capo, Non temo il pericolo<potete>". E più o meno così si arriva alla fine con un classico: "Che morte orriblie! Ma se l'è cercata! Nessuno può prendersi gioco impunemente della legge!"<che></span><br /><span style="color:#ff0000;"><strong></strong></span><br /><span style="color:#ff0000;"><strong>VF</strong> <em>(indicando un fumetto tradotto da Tony Tano):</em> "Sì. Però qui , mentre stanno torturando il protagonista, hai messo che pensa "Mi mancano da pagare solo tre rate e la moto è mia"<mi>. Questo non c'entra molto."</span><br /><span style="color:#009900;"><strong></strong></span><br /><span style="color:#009900;"><strong>TT:</strong> "Il lettore che è capace di accettare che Superman voli; che l'Uomo Ragno si lanci da un aereo senza paracadute, arrivi a terra, acchiappi i cattivi e che poi bello bello faccia un saltino per tornare sull'aereo; che Batman e Robin vadano in giro per la città vestiti da scemi senza che nessuno li prenda in giro; che l'Uomo Di Gomma si trasformi in corda per catturare i cattivi; ecc... perchè non dovrebbe essere capace di accettare che Jhonny Tormentas, mentre lo torturano, stia pensando alle rate della moto che deve pagare? Questa cosa è addirittura più logica!"</span><br /><span style="color:#ff0000;"><strong></strong></span><br /><span style="color:#ff0000;"><strong>VF:</strong> "Non lo so...non lo so...e l'editore che dice?"</span><br /><span style="color:#006600;"><strong></strong></span><br /><span style="color:#006600;"><strong>TT</strong>: "Niente! Tu conosci qualche editore che legga i fumetti che pubblica? E poi l'editore è contento di me. Tieni presente che gli faccio anche l'impaginazione degli albi. Per l'ultimo fumetto dell'Uomo Broccolo ho tirato fuori 46 pagine e l'episodio originale ne aveva solo 15! Sono tutte pagine che risparmia!"<br /></span><br />Vabbon, adesso non stò a scrivere tutte le trame, ma garantisco che ogni storia mi ha fatto ridere anche se... anche se avrei preferito la vecchia traduzione di Eureka.<br />Tutti quei vecchi numeri della rivista che avevo, sono spariti nel corso degli anni (non so se nel bidone della carta -e quindi riciclati- o se nel bidone della spazzatura<span style="font-size:78%;">(1)</span> -e quindi inceneriti nel maledetto inceneritore di Raibano che da anni stà inquinando la costa romagnola, ma questo è un'altro discorso) ma quando ce li avevo giuro che li leggevo così tante volte da aver memorizzato buona parte dei testi. Quindi mmaginate la sorpresa quando ho aperto il volume ed ho trovato dialoghi un po' differenti. Differenti non vuol dire diversi. Anche a me è capitato in passato di tradurre dall'inglese all'italiano (anche dal giapponese all'italiano, come si vede da <a href="http://www.youtube.com/watch?v=9GOgJd4zNic">questo</a> e da <a href="http://www.youtube.com/watch?v=SJTQ6kZOdqw">questo</a> video) e so che la stessa frase si può rendere in vari modi, basta che il senso non venga stravolto come invece succede ai fumetti tradotti da Tony Tano, certo.<br /><br />Particolarmente ricordo nella vecchia traduzione la vignetta in cui il disegnatore Jordi, colpito sulla guancia da una riga da disegno piena di cacca, dice una bestemmia, una vera bestemmia, che non sto a scrivere, dico solo che metteva in dubbio la condotta morale della vergine Maria. Beh, il traduttore del presente volume invece ha pensato di censurarla e forse ha fatto bene.<br /><br />Bon, che altro aggiungere? Il libro è pubblicato dalla <strong>Black</strong> <strong>Velvet</strong> (cliccate <a href="http://www.blackvelveteditrice.com/">qua</a>) la quale suggerisce di richiedere il libro nelle fumetterie in quanto dicono che questo li aiuta ad inserirsi nel giro dei comics, io invece l'ho comprato su E-bay che non avevo voglia di andare a Cattolica o a Rimini (colpa mia se non ci sono fumetterie a Riccione o se ci sono ma non le conosco?) a cercarlo che poi magari mi dicevano che non ce l'avevano ma che potevano prenotarlo, naturalmente aspettando non sanno nemmeno loro quanto, dipende dalla casa editrice se ce l'ha ancora nel magazzino e se la distribuzione funziona bene che a volte si sà come vanno le cose e poi non è colpa loro se le strade sono intasate ecc. ecc.<br /><br />Se ho convinto qualcuno a cercare I Professionisti Volume 1 <span style="font-size:78%;">(2)</span>, spero di avervi fornito abbastanza tracce.<br /><br />Buona lettura e buon divertimento<br /><br /><br /><br />Alla prossima!<br /><br /><br /><span style="font-size:85%;">(1) All'epoca non si parlava ancora di raccolta indifferenziata. Vetro, carta, cibo...tutto nell'inceneritore!<br /></span><br /><span style="font-size:85%;">(2) il che presume la pubblicazione di un secondo volume ma almeno al momento non ce n'è traccia in giro.</span>Marco Ferrihttp://www.blogger.com/profile/05140572868802163219noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1295200022475780715.post-42929474751149065082010-01-14T05:09:00.000-08:002010-01-14T05:12:24.834-08:00Sono ancora vivo, tiè!E' parecchio che non scrivo. infatti sono mesi, ma la realtà è che...non ho niente da scrivere. Insomma, l'inverno è quel che è, di novità degne di nota non ce ne sono, fatti privati non li voglio scrivere... insomma ormai mi stavo perfino dimenticando di questo blog.<br /><br />Comunque per il 2010 cercherò di essere più prolifico, anche se ho paura di diventare <em>logorrico</em> (che non è una parolaccia, anche se lo sembra).<br /><br />Al prossimo post.Marco Ferrihttp://www.blogger.com/profile/05140572868802163219noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1295200022475780715.post-36008377528988774892009-11-12T13:43:00.000-08:002009-11-12T13:57:11.299-08:00Nel ventennale della caduta del muro<a href="http://1.bp.blogspot.com/_Kagi5JVXYRs/SvyCWGbynhI/AAAAAAAAH4w/JdWnCEGg9Ts/s1600-h/Berlino01.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5403336969133661714" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 400px; CURSOR: hand; HEIGHT: 270px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="http://1.bp.blogspot.com/_Kagi5JVXYRs/SvyCWGbynhI/AAAAAAAAH4w/JdWnCEGg9Ts/s400/Berlino01.jpg" border="0" /></a><strong>A BERLINO NEL 1989, CON UN PEZZO DI MURO IN UNA MANO, UNA CARTOLINA NELL'ALTRA ED IL MURO ALLE MIE SPALLE</strong> <div><div><div><div><div><div><div><strong></strong><br />Il 9 novembre 2009 a Berlino hanno festeggiato il ventesimo anniversario della caduta del muro di Berlino e ne hanno parlato tutti: radio, TV, giornali, ecc e quindi anche io ne scrivo su questo blog perchè io quel muro l'ho visto e l'ho toccato (e martellato).<br />Se mi chiedessero dove ero io quel giorno, la risposta sarebbe "In Germania, a Monaco di Baviera" in quanto dal settembre 1988 alla primavera del 1990, l'anno dei mondiali in Italia, ci ho vissuto, lavorando allo Sheraton Hotel, ad Arabella Park (Per vedere uno slide-show di foto scattate in quel periodo, cliccate <a href="http://www.youtube.com/watch?v=ZSxqF_oyDpg">QUA</a>) come cameriere. Ricordo che quel giorno sono andato a mangiare nella sala-mensa ed ho viso tutti i colleghi accalcarsi davanti alla TV. Ho chiesto ad un italiano (allo Sheraton lavorava gente da tutto il mondo) che stava succedendo e lui parecchio eccitato mi disse che a Berlino stavano spaccando il muro. Io il tedesco non lo capivo, quindi quelle immagini commentate in un idioma a me sconosciuto mi parvero paurose. Temevo che da un momento all'altro da una torretta sarebbe partita una raffica di mitragliatrice contro quella gente. Per fortuna mi sbagliai.</div><div> </div><div>E questo è quello che ricordo di quel giorno.<br /></div><div>Durante il periodo che ho lavorato allo Sheraton, abitavo nella loro casa del personale che era un condomino parecchio anti-estetico nonchè distante dall'hotel, condividendo la stanza con Andrea di Piteccio (PT) e Stefano di Cortona (AR) i quali oltre che compagni d'appartamento erano anche colleghi di lavoro ossia anche loro camerieri al ristorante Atrium (Nello Sheraton c'erano -non so se la situazione è cambiata in questi 20 anni- due ristoranti: l'<em>Atrium</em> e <em>l'Halt Bayern Stube</em>, oltre che un sandwich Bar e tutti aperti anche ai non clienti dell'albergo). Essendo colleghi nello stesso ristorante, era rarissimo che tutti e tre si avessimo un giorno libero contemporaneamente, figuriamoci quindi la sorpresa quando il direttore del ristorante (il defunto Hans Willeim Kessler) ci diede a tutti e tre ben due-dico-due giorni liberi! Decidemmo di approfittarne per noleggiare un'auto approfittando dello sconto del 50% che l'Avis -o la Herz, non ricodo- che aveva un ufficio nello Sheraton, offriva a noi dipendenti per andare da qualche parte. Ho dimenticato chi di noi tre propose Berlino ma l'idea piacque a tutti, dato che avevamo il sentore che entro breve quel muro sarebbe sparito e che quella sarebbe potuta essere per noi l'unica occasione di vederlo ancora in piedi.<br /></div><div><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5403336889518398322" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 400px; CURSOR: hand; HEIGHT: 273px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="http://2.bp.blogspot.com/_Kagi5JVXYRs/SvyCRd2CG3I/AAAAAAAAH4o/uuu1Mf8zPUU/s400/Berlino03.jpg" border="0" /></div><div><strong>ANCHE IO HO PICCONATO IL MURO...<br /></strong></div><div>Il viaggio in macchina lo fecimo di notte. Io ero un bel po' cotto in quanto mi ero svegliato alle 4:30 del mattino. La ragione era che dovendo sempre cominciare alle 6:00 ed essendo la casa del personale dalla parte opposta di Monaco, per prendere le giuste coincidenze della metropolitana, dovevo uscire di casa alle 5:00. Andrea, pensando che tanto non ne avrebbe avuto bisogno in Germania, aveva lasciato la patente in Italia e per non rischiare multe decidemmo che lui avrebbe fatto il navigatore ed io e Stefano a turno gli autisti. </div><div>Data la stanchezza, io mi sdraiai sui dedili posteriori e mi addormentai, risvegliandomi al confine. Andrea, come ho scritto, non aveva la patente ma noi sì. Ebbene, (punizione del destino?) noi eravamo sprovvisti di passaporto mentre lui ce l'aveva! Ripensandoci 20 anni dopo, siamo stati un po' sciocchi a partire senza nemmeno informarci dei documenti necessari, ma eravamo giovani e pensavamo che dato che per entrare nella Germania Federale (BD) bastava la carta d'identità, lo stesso sarebbe valso per entrare nella Repubblica Democratica Tedesca (DDR). Al confine scoprimmo che non era così e che per entrare avremmo dovuto fare uno speciale permesso d'entrata (a pagamento, naturalmente) simile nell'aspetto al permesso di soggiorno per cittadini extracomunitari emesso dalla questura italiana. Insomma, ci siamo lasciati scattare le fotografie, abbiamo pagato e con il foglio in mano siamo entrati nella DDR. </div><div> </div><div>Dal confine fino a Berlino non abbiamo visto niente perchè era buio. Arrivati a Berlino, siamo andati alla dogana e siamo rientrati nella BD, con la polizia di frontiera della DDR che ci ritirò il foglio ottenuto all'altro confine. Stava albeggiando, abbiamo fatto colazione in un bar e siamo andati alla ricerca di un hotel, trovandolo da qualche parte. Non ne ricordo il nome. Poi siamo andati a cercare il muro per fotografarlo. Durante il tragitto ricordo che abbiamo visto un palazzo di 4 o 5 piani in fiamme, con i fuochi che uscivano da tutte le finestre. </div><div><br /> </div><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5403336803571178434" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 400px; CURSOR: hand; HEIGHT: 367px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="http://3.bp.blogspot.com/_Kagi5JVXYRs/SvyCMdqnm8I/AAAAAAAAH4g/88XkvI6z_D8/s400/berlino07.jpg" border="0" /> <div><strong>TURISTI A BERLINO (DA SINISTRA:IO, STEFANO ED ANDREA)</strong></div><div> </div><div>Il muro era ancora in piedi, tutto ricoperto di murales, con decine di persone armate di martelli e scalpelli che lo picconavano, chi per estrarne pezzi da rivendere come souvenirs, chi per scattare una foto, chi per disprezzo nei confronti della costruzione. Io, Andrea e stefano presimo in prestito un martello ed uno scalpello da un "picconatore" ed a turno ci scattammo una foto ricordo. C'era poi una bancarella improvvisata dove un uomo vendeva T-shirts pezzi di muro di varie dimensioni, i più piccoli dei quali si torvavano racchiusi in vaschette di plexiglass lunghe due centimetri e larghe uno, dal prezzo di 5 marchi tedeschi al pezzo. Ne comprai un paio, uno dei quali lo persi non so dove nè quando. L'altro pezzo invece, una volta tornato a Monaco, lo feci traforare da un meccanico dello Sheraton (ci lavoravano anche meccanici, elettricisti e riparatori a tempo pieno. Un albergo da 650 camere ha sempre bisogno di riparatori disponibili 24 ore su 24) per fargli infilare un anello in modo di poterlo usare come portachiavi. Recentemente, dopo averlo avuto com eme nel mio mazzo di chiavi, anche in Inghilterra ed in Giappone, la parte di plexiglass traforata si è staccata ed ora lo conservo in un cassetto. Prima o poi dovrò trovare il modo per riparare quella vaschetta.</div><div><br /> </div><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5403336702631397074" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 400px; CURSOR: hand; HEIGHT: 277px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="http://1.bp.blogspot.com/_Kagi5JVXYRs/SvyCGlosxtI/AAAAAAAAH4Y/QjiYplHxdvM/s400/berlino08.jpg" border="0" /> <div><strong>SOUVENIRS DEL MURO DI BERLINO...</strong><br /></div><div>Tornando al muro, ogni tanto si vedevano delle torrete di legno usate dalla gente per sbirciare dall'altra parte. Su una di esse ho scattato qualche foto. Dopo la classica foto da turisti sotto il cartellone che avvisava la gente che stavano per lasciare il settore americano (cartellone che oggi probabilmente si trova in un museo) siamo rimontati in macchina. Dopo aver ascoltato lacanzone "Le ragazze dell'Est" di Claudio Baglioni in un'audio-cassetta che ci eravamo portati dietro, ricordo che io dissi "ed ora andiamo a vederla anche noi, le ragazze dell'Est".Arrivati al primo varco, ci viene detto che i non-tedeschi potevano attraversare il confine solo ed esclusivamente dal posto di frontiera detto Check Point Charlie. Dopo averlo trovato, ci viene detto che non abbiamo il passaporto. morale: un'altra volta il foglio che fecimo al confine tra le due germanie quella stessa mattina ed altri soldi che presero il volo con Andrea -l'unico dei tre con il passaporto- che rideva di gusto per vendicarsi del fatto che durante il viaggio di notte l'avevamo preso in giro perchè noi la patente ce l'avevamo dietro e lui no.</div><div><br /> </div><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5403336609516713106" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 347px; CURSOR: hand; HEIGHT: 400px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="http://2.bp.blogspot.com/_Kagi5JVXYRs/SvyCBKwbdJI/AAAAAAAAH4Q/_iRFa-ZHODY/s400/berlino11.jpg" border="0" /> <div><strong>A BERLINO EST</strong><br /></div><div>Arrivati dall'altra parte del muro, abbiamo visto una città diversa, vecchia, degradata, grigia. Il tempo brutto poi non ci ha aiutato ad apprezzarla. Sembrava che là il tempo si fosse fermato alla fine della guerra. Le macchine erano tutto vecchie Tramband, di quelle che nella BD si vedevano solo nei musei. Noi guidavamo un Golf GTD e tutto i tedeschi dell'Est la guardavano cme se fosse stata una Ferrari od una Rolls Royce. Oggi le cose sono cambiate ma quella volta era veramente così. Tra le poche cose che ricordo di quella parte della città ci sono le due statue di Marx ed Engels, il primo seduto, l'altro in piedi. Erano veramente mastodontiche e mi sono divertito a farmi scattare tre foto, due seduto sulle gambe di Marx (e per salirci mi son dovuto arrampicare come un funambulo) e l'altra tenendo per mano Engels come un bimbo. Ad Alexander Platz (che io conoscevo per via della canzone di Franco Battiato) ho voluto entrare nella metropolitana per vedere com'era. Una volta stanchi di Berlino Est, tornammo nella parte ovest, per goderci un po' Berlino di notte ma purtroppo il tempo ha cancellato parecchi ricordi di quella parte del viaggio. </div><div> </div><div><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5403336517433881394" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 333px; CURSOR: hand; HEIGHT: 400px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="http://4.bp.blogspot.com/_Kagi5JVXYRs/SvyB7zuK8zI/AAAAAAAAH4I/kyKth404PLQ/s400/berlino15.jpg" border="0" /><br /><strong>BERLINO EST. UNA FOTO CHE QUALCHE MESE PRIMA MI AVREBBERO ARRESTATO PER AVERLA SCATTATA</strong><br /></div><div>Il giorno dopo abbiamo deciso di allungare un po' la strada del ritorno per vedere anche Lipsia. Dopo aver attraversato ancora il confine (altri soldi per il permesso che ci lasciarono) ed aver guidato a velocità eccessiva, poco prima di Lipsia...ci fermò una pattuglia della polizia. Io già mi vedevo arrestato come spia dalla Stasi, rinchiuso in un gulag e torturato per confessare chissà quali segreti. Invece ci appiopparono una mega multa esagerata per eccesso di velocità! Il bello è che prima di partire da Monaco parecchi colleghi tedeschi ci avevano avvisato che nella DDR le multe per eccesso di velocità erano super-salate e che la polizia era molto severa. A dire il vero la cifra che volevano farci pagare era maggiore di quella che potevamo permetterci ed alla fine ci fecero uno sconto (grazie, eh?). Dopo esserci promessi a vicenda che mai e poi mai avremmo detto a nessuno della multa (promessa che io non mantenni....) arrivammo a Lipsia. </div><div>Di quella città ricordo solo il centro commerciale, con articoli che nella parte capitalista dell'Europa non si vedevano da decenni. Infine arrivò la notte ed arrivammo incolumi a Monaco. </div><div> </div><div>Dato che il giorno dopo io (l'unico dei tre che lavorava al turno mattiniero) avrei dovuto consegnare la macchina entro le 10:00 e col serbatoio pieno, persimo un'oretta buona a cercare un distributore, trovandone uno vicino allo Sheraton (come ho già scritto, dalla parte opposta da dove abitavamo noi). Mesi dopo ci mangiammo le mani scoprendo che c'era un distributore anche vicino al nostro appartamento, solo che era dalla parte opposta della strada che percorrevamo sempre noi da e per il centro o da e per il posto di lavoro....</div><div><br /> </div><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5403336411617218898" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 400px; CURSOR: hand; HEIGHT: 277px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="http://1.bp.blogspot.com/_Kagi5JVXYRs/SvyB1phg0VI/AAAAAAAAH4A/6y84RLozdJE/s400/berlino16.jpg" border="0" /> <div><strong>T-SHIRT IN VENDITA A BERLINO OVEST</strong><br /></div><div>Insomma, furono due giorni pieni, stancanti ma belli. Per la prima volta (e per me l'ultima. Per Andrea e Stefano non lo so) vidi il muro tutto intero e mi feci un'idea di come poteva essere la vita nell'Europa dell'Est. Qualche mese dopo lasciai la Germania e successivamente seppi dell'unificazione delle due germanie in uno stato unitario dai giornali.Oggi Berlino (almeno stando a sentire i mass media) è completamente cambiata da come l'avevo vista io. Magari un giorno ci tornerò e ne scriverò in un altro post.</div><div><br /> </div><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5403336326551679746" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 400px; CURSOR: hand; HEIGHT: 270px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="http://4.bp.blogspot.com/_Kagi5JVXYRs/SvyBwsoTswI/AAAAAAAAH34/e4aOaj4WsKQ/s400/Berlino17.jpg" border="0" /> <div><strong>ALTRE T-SHIRTS. PECCATO NON AVERLE COMPRATE...</strong><br /></div><div>Ps: Per vedere le foto scattate in quei due giorni, cliccate <a href="http://picasaweb.google.it/MarcoFerriMarco/Berlino1989#">QUA<br /></a></div></div></div></div></div></div></div>Marco Ferrihttp://www.blogger.com/profile/05140572868802163219noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1295200022475780715.post-89169864196142600332009-09-03T11:26:00.000-07:002009-09-03T11:39:18.822-07:00RAID A FIUMICINOMartedì primo settembre 2009 non ho lavorato. Motivo? Ho chiesto un giorno libero (anzi, una notte libera) per andare a prendere mamiko ed il piccolo M.Y. all'aeroporto Leonardo Da Vinci<span style="font-size:78%;">(1)</span> a Fiumicino (Roma). Ebbene sì: sono tornati! Sono stati tre mesi di solitudine (e di lavoro notturno in hotel,di lavoretti in casa,di rinnovamento del mobilio -sempre sia lodato il fondatore dell'IKEA -, di dieta, (14 chili in meno in tre mesi, e scusate se è poco...) ma finalmente ora sono qua!<br /><br />Il viaggio da Riccione a Fiumicino è stato misterioso. Mi sono affidato al Tom Tom Go per la strada. Fino alla periferia di Roma, tutto bene. Il navigatore ha scelto la strada più breve: autostrada da Riccione a Teramo, poi raccordo e quindi autostrada da Teramo a Roma, (la famosa "strada dei parchi"). Dato che son partito alle 14:00, ho pensato che per le 19:30 sarei arrivato senza problemi, anzi mi sono portato dietro un libro perchè pensavo addirittura di arrivare in anticipo. A quell'ora del pomeriggio, non si può fare a meno di ammirare il paesaggio attorno alla strada dei parchi. Soprattutto si rimane colpiti dal Gran Sasso D'Italia, la montagna più alta degli appennini, la quale, senza neve, sembra guasi (non si offendano gli appassionati: ho scritto "guasi", eh?) una montagna dolomitica. Poi però la montagna non si può più vedere perchè si entra in un tunnel lungo 10 chilometri e si esce dalla parte opposta e dato che quando si guida, si guida e basta<span style="font-size:78%;">(2)</span> non si può più ammirare la montagna.<br /><br />L'autostrada costeggia L'Aquila, ed io mentre procedevo, ogni tanto guardavo a a destra ed a sinistra per vedere se c'era qualche casa distrutta dal terremoto. Ne ho vista una che sembrava mezza diroccata, ma poteva benissimo essere una casa in demolizione. Per il resto non ho visto niente che facesse pensare che c'è stato da poco un terremoto. Niente tranne ad un certo punto un grande tendone con l'insegna della croce rossa. E poi dei cartelli indicatori su sfondo rosso, forse messi lì per i responsabili del G8, chissà.<br /><br />Ad un certo punto, però, prima di arrivare al Grande Raccordo Anulare (G.R.A.), il Tom Tom mi ha fatto uscire ad un paesino il cui nome ho scordato. Lì per lì non ne capivo il motivo. Pensavo che andare avanti e poi prendere la strada per Fiumicino sarebbe stato meglio. Ma poi ho pensato che avrebbe potuto benissimo esser successo un grossissimo incidente sul G.R.A. che aveva bloccato il traffico, oppure che a quell'ora c'erano tante macchine di pendolari che rincasavano e quindi il Tom Tom voleva farmi fare una strada alternativa.<br />Infatti qualche giorno prima di partire, ho tirato fuori il navigatore dalla scatola dopo mesi e mesi che non lo usavo e gli ho fatto un up-grade via internet. Poi gli ho aggiunto (pagando) il software per fargli calcolare percorsi alternativi in caso di code segnalate dal servizio stradale. Insomma, non so se fu il software o se semplicemente il Tom Tom è diventato scemo, ma ho seguito il percorso che mi consigliava, non senza una certa paura, lo confesso. Già altre volte (anche se rare) mi aveva portato fuori strada. Una volta ricordo che ero a Nervesa Della Battaglia (Vedi <a href="http://ferrimarco.blogspot.com/2007/08/copiato-ed-incollato-dal-precedente_03.html">QUA</a>) e dovevo andare a Vittorio Veneto. Imposto il navigatore per portarmi al museo della grande guerra di quella città e mi ritrovo nella piazza principale di un paesino che non conoscevo, col Tom Tom che davanti alla chiesetta mi dice "Arrivo"!<br /><br />Insomma, seguendo la direzione del Tom Tom, sono passato attraverso Frascati, Rocca di Papa, Albano, qualche altro paese ed infine Ostia, prima di arrivare all'aeroporto. In altre parole ho by-passato Roma guidando attraverso i comuni limitrofi in senso orario e devo ammettere che sono dei comuni molto belli. Un giorno ci tornerò, naturalmente senza fretta, anzi, con qualche giorno a disposizione per soggiornarci e per visitarli ben bene.<br /><br />Già immaginavo che Mamiko era arrivata e che mi stesse aspettando. Invece all'uscita degli arriviti internazionali c'era un casino di gente ma loro due no. Ho provato a cercarli in giro ma niente, allora ho pensato che forse erano ancora dentro. Infatti dopo 5 minuti Mamiko esce, mi saluta, mi mette in braccio il piccolo M.Y. (che nel frattempo è cresciuto di alcuni centimetri) e mi dice che torna dentro a prendere i bagagli e che ci vorrà tempo, probabilmente perchè la Guardia Di Finanza le avrebbe aperto un pacco contenente ingredienti per cucinare piatti giapponesi. Insomma, dopo altri 30 minuti siamo tutti e tre insieme e ci dirigiano alla macchina.<br /><br />Durante il viaggio del ritorno il Tom Tom non è impazzito, ci ha fatti fare il G.R.A. senza problemi. Tanto a quell'ora (le 20:40) c'era poco traffico.<br /><br />Il viaggio del ritorno mi ha fatto poi decidere una cosa: la prossima volta che andrò a prenderli in un aeroporto così lontano da casa (se ci sarà, una prossima volta) invece di tornare subito indietro, ci fermeremo una notte in un hotel! Sapevo che mi sarebbero venuto delle botte di sonno, lo sapevo. La notte prima avevo lavorato, la mattina del viaggio non ho potuto dormire perchè c'erano tante cosette da fare (cosette che prese singolarmente, si sbrigano presto, ma considerando che erano tante, alla fine la mattinata se ne era andata via) e quindi la stanchezza l'avevo messa in conto. Per meglio affrontare le fatiche del viaggio, mi ero comprato sei Red Bull. Inoltre avevo preventivato parecchie pause agli autogrill per bere caffè. Ma quando arriva il sonno, non esistono espressi e/o Red Bull che tengano. Un conto è la stanchezza, un conto è il sonno. Per evitare incidenti mortali (tiè!) ogni due autogrill mi sono fermato per fare 5, 10 minuti di pisolino, ma anche così non bastava. Per via delle pause da una parte ed io che non volevo andare troppo forte dall'altra, siamo arrivati a casa due ore dopo rispetto alla tabella di marcia. Poi, tra scarico bagagli, sistemazione delle cose, doccia, ecc. sono andato a dormire alle 6 del mattino di mercoledì 2 settembre.<br /><br />A mezzogiorno sono arrivati i miei due nipotini, figli di mio fratello, F. di 10 anni e S. di 6 -Vittorio (mio fratello) non mi ha autorizzato a pubblicarne i nomi (anche se devo aggiungere che io non gliel'ho mai chiesto se potevo o meno)- che scalpitavano per ri-vedere il loro piccolo cuginetto.<br /><br />Sono stati due giorni parecchio movimentati.<br /><br />Adesso per almeno un paio di settimane continuo a lavorare di notte, lasciando Mamiko ed il bambino a casa. Ma quando finirà la stagione turistica e sarò libero, potro fare il babbo full-time.<br /><br />E questo è tutto. Alla prossima.<br /><br />(<span style="font-size:85%;">1) Il cui codice aeroportuale internazionale è FCO. Bologna invece è BLQ, Rimini è RMN, e Nagoya è NGO. Ma quante ne so?</span><br /><br /><span style="font-size:85%;">(2) Peccato però che molti se ne dimintichino/freghino di questa elementare regola.</span>Marco Ferrihttp://www.blogger.com/profile/05140572868802163219noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1295200022475780715.post-40403562046567141742009-07-27T17:28:00.000-07:002009-07-27T18:06:18.953-07:00Piccole newsSono ormai passati due mesetti senza che mi facessi vivo in questo blog. Perchè? Perchè non è che abbia molto da dire. Mamiko ed il bambino sono sempre in Giappone e per fortuna che esiste Skype, sennò sarebbe un salasso economico mostruoso, dover fare telefonate intercontinentali tutte le volte. Oltretutto per motivi finanziari, non potremmo vederci/sentirci tutti i giorni come ora ma al massimo una o due volte alla settimana.<br /><br /><strong>Sempre sia lodato chi ha inventato Skype!!!!</strong><br /><br />Appena sbarcato a Bologna, ho ricevuto una telefona dall'hotel nel quale avevo promesso di lavorare. Ho dovuto rifiutare perchè non ce l'avrei fatta fisicamente a reggere una notte sveglio. Infatti sto facendo un nuovo lavoro, mai fatto prima: portiere notturno. Lavoro dalle 21:30 di sera alle 7:00 di mattina, ogni giorno anche sabato e domenica (anzi: soprattutto sabato e domenica, che sono i giorni più pieni).<br /><br />Tra le varie mansioni, oltre a dover ricevere i clienti, consegnargli la chiave della camera, fargli caffè-tè-capuccini se li vogliono ed aspettare sveglio in caso succeda qualcosa (speriamo di no), devo anche apparecchiare per le colazioni, pulire il bar col Vetril, spazzare attorno all'hotel la mattina presto (di solito alle 5:00) e poi aspettare, aspettare ed aspettare. Ho già letto 5 libri, incluso un tomo in inglese, una biografia di Michelangelo ("The agony and the ecstasy") da 1200 pagine che avevo comprato a Londra nel 1992, che avevo letto un paio di volte all'epoca e che credevo di aver irrimediabilmento perduto fino a quando non mi sono deciso a fare un piccolo repulisti nella soffitta, trovandolo in uno scatolone sotto una bel po' di ciarpame. Ogni settimana poi compro anche la <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/La_Settimana_Enigmistica">Settimana Enigmistica</a>. Sto diventando forte al <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Alessandro_Bartezzaghi">Bartezzaghi</a> ma ancora non riesco a scrivere le definizioni che chiedono i simboli chimici degli elementi.<br /><br />Quando stacco, torno a casa, faccio qualche lavoretto di pulizia (almeno quando mi viene la voglia), la spesa, vado in giro, guardo la TV, insomma, niente di speciale. Il pomeriggio lo dedico ad una delle più alte espressioni dell'attività umana: il sonno!<br />Certo, mi perdo il sole, il mare, l'abbronzatura, la spiaggia, i bikini, le nuotate ma... chisse ne frega! Tanto senza mia moglie e senza il bambino mi farei solo due scatole così. <br /><br />Recentemente ha aperto l'IKEA anche a Rimini. Quindi non abbiamo più bisogno di intasare l'autostrada (e di arricchire i Benetton con il pedaggio, i Moratti con il pieno e lo stato con le accise) per andare a quello di Bologna o di Ancona. Ci sono andato due volte, la seconda delle quali...in bicicletta! Volevo vedere se era possibile. Ebbene sì: è possibile arrivarci pedalando ad andatura sostenuta in un'ora ed un quarto partendo da Riccione (zona Ponte Marano) ma...meglio non farlo col sole che c'è in questo periodo! (Per la cronaca, la distanza è di una quindicina di chilometri. Per chi non è del posto, aggiungo che l'IKEA si trova all'uscita autostradale Rimini Nord). I prossimi viaggi ce li farò con la macchina, dato che ho intenzione di cambiare la camera da letto ed un conto è comprare piccoli oggetti, un'altro un intero letto (anche se smontato ed inscatolato in modo da occupare meno spazio possibile) con materasso, cassettiere e mobili vari.<br /><br />Un'altra piccola novità è che il vecchio album fotografico on-line che avevo con Aruba.it l'ho cancellato. Semplicemente mi ero stufato di dover pagare ogni anno quando potevo averne uno gratis con Google. Inoltre quello con Google mi permette anche di scrivere i commenti alle foto in giapponese (nel caso ne avessi bisogno), mentre l'altro no. In questo periodo ci sto ancora caricando le foto, penso di finire per la fine dell'estate. Chi volesse darci un'occhiata:<br /><br /><a href="http://picasaweb.google.it/MarcoFerriMarco">http://picasaweb.google.it/MarcoFerriMarco</a><br /><br />Che poi sono le stesse foto che sto caricando anche sul mio profilo su FaceBook.<br /><br />Bon, altro non c'è. Non posso promettere di scrivere più spesso, perchè le giornate scorrono sempre uguali, ma se vi capita, continuate a dare un'occhiata a questo blog.Marco Ferrihttp://www.blogger.com/profile/05140572868802163219noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1295200022475780715.post-31806116095907360712009-05-30T18:32:00.000-07:002009-05-30T19:04:41.272-07:00Blitz in GiapponeDi solito non scrivo mai dove vado su questo blog, prima di andarci. Tranne poche eccezzioni, ho sempre scritto dei miei viaggi dopo averli fatti. Chissa perchè, poi. Forse per paura che i ladri, sapendo che non sono in casa, ne approfittino? In ogni caso anche in questo post parlo di un viaggio appena concluso: il viaggio in Giappone.<br /><br />E' stato un viaggio breve, un blitz (parola tedesca che vuol dire "lampo") direi. Da martedì 19 a venerdì 29 maggio.<br /><br />Lo scopo di questo viaggio, contrariamente a quelli passati, non è stato il tornare nella città dove ho vissuto per 7 anni (Nagoya), nè per incontrare sia gli amici che gli ex studenti (anche se mi sarebbe piaciuto tanto tanto), nè per fare il turista ma per accompagnare Mamiko ed il piccolo M.Y. dai suoi nonni e da suo zio. Adesso loro sono ancora là e ci staranno fino alla fine dell'estate.<br /><br />Dato che il viaggio è stato breve e che non ho visto molto del Giappone, le uniche foto che ho scattato sono di M.Y. e dei suoi parenti. Dato poi che è una regola che mi sono autoimposto, quella di NON pubblicare su internet le foto del bambino, mi dispiace ma di questo viaggio non mostrerò nessuna immagine.<br /><br />I suoi nonni e suo zio, ovviamente erano felicissimi di poterlo rivedere. I suoi bisnonni (ossia i miei nonni), gli altri suoi zii (mio fratello e mia cognata) ed i suoi cugini invece non erano molto contenti di sapere che per 3 mesi non lo rivedranno. Ma in fondo è anche giusto che se lo godano un po' anche i suoi parenti lontani, non solo noi. Ed inoltre dopo oltre un anno di assenza, Mamiko non vedeva -giustamente- l'ora di tornare un po' a casa, di rivedere i suoi amici e di mangiare un po' di cibo giapponese (ma quello vero, non quello dei cinesi che si spacciano per giapponesi ed aprono ristoranti ). Infatti appena sbarcati, siamo saliti nella macchina di mio suocero e siamo andati.... a mangiare sushi al Sushi-Hiro a Kanie, lo stesso dove l'hanno scorso ho girato <a href="http://www.youtube.com/watch?v=9isStF1dgcg">questo video</a>.<br /><br />Come ho già accennato, non ho incontrato nè gli amici (scusate ragazzi, eh?) nè gli ex studenti. Spero che stiano tutti bene e che non se la siano presa.<br /><br />Adesso sono tornato a Riccione ed aspetto che passi l'estate. Gli altri anni invece non vedevo l'ora che arrivasse. Così và il mondo.<br /><br />日本から行って来たばかり。今回時間はきつかったので誰も(友達も、生徒たちも)会わなかった。今回の旅の目的は観光ではなくて麻美子とM.Y.ちゃんを日本まで連れて行くだった。どこも行かなかったので子供に写真しか撮らなかった。インタネットにM.Y.ちゃんの写真をのせるのをしたくないから、今回写真を見せれない。ごめんなさいね。<br />今僕はイタリアに戻って、麻美子とM.Y.ちゃんはまだ日本にいる。9月ぐらいまだ迎えに行く予定だ。Marco Ferrihttp://www.blogger.com/profile/05140572868802163219noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1295200022475780715.post-45427549300403824732009-04-25T01:21:00.000-07:002009-04-25T01:55:01.977-07:00CENA AL VEGLIE IN VOLOVenerdì 17 aprile io ed <a href="http://www.youtube.com/watch?v=SOsJfRopCRQ">Andrea</a> siamo andati a festeggiare il suo ---esimo compleanno in un ristorantino di nome <strong>Veglie In Volo</strong>.Veramente il suo compleanno era il giorno prima ma per motivi vari abbiamo dovuto festeggiarlo il giorno dopo.<br /><br />Intanto dico subito che non so esattamente per quale motivo questo ristorantino si chiami così. <strong>Claudio</strong> (Il cameriere, nonchè cugino di Andrea, nonchè mio compagno di classe alle elementari, nonchè mio ex vicino di casa) me l'aveva spiegato ma...non me lo ricordo.<br /><br />Questo ristorante ha tre particolarità:<br /><br />-La prima (comune a molti ristorantini in campagna) e' che se non sai esattamente dove si trovi, fai fatica a raggiungerlo, soprattutto se ti ci rechi la sera. Il <strong>Veglie in Volo</strong> si trova nel comune di <em>San Clemente (RN),</em> in una traversa laterale della strada che da <em>Morciano di Romagna</em> porta a <em>Montefiore Conca</em>. Dato che l'unico cartello indicatore presente è molto piccolo e difficilmente visibile, come punto di riferimento usiamo sempre una grande fabbrica di elettrostimolatori. Quindi ogni volta che ci andiamo a mangiare (una volta all'anno, al massimo due), arriviamo fino alla fabbrica e poi...proseguiamo fino alla prima rotonda per fare inversione ad U!<br /><br />-La seconda particolarità è che il ristorante si trova in un vecchio mulino ristrutturato. All'interno, coperto da un pavimento di plexiglass trasparente, si può vedere il buco dove un tempo si trovava la macina. E ci si può anche mangiare sopra, dato che c'è un tavolo da quattro persone.<br /><br />-La terza particolarità è il menù. Qua non si parla di menù comuni ma di rielaborazioni (lo chef le definisce "interpretazioni") di vari piatti di livello medio-alto. Ciò rende il <strong>Veglie In volo</strong> particolarmente apprezzato dai gourmet locali (tra cui mio fratello). Aggiungiamo poi che Claudio è un amante dei vini, nonchè sommelier diplomato e responsabile della cantina del ristorante ed abbiamo un'idea della cena.<br /><br />L'arredamento è semplice. Niente tovaglie ma segnaposto di carta. Su internet c'è stato anche chi ha scritto (non io!) che il menù è interessante "<em>ma sembra eccentrico servito su una tovaglia casereccia e un foglio di carta un po da festa dell unita''</em> .<br />Come tutte le volte che ci andiamo (2 all'anno, come ho già scritto), invece di scegliere dal menù, ci affidiamo all'estro dell chef, cosicchè ogni portata è una sorpresa<br /><br />Claudio, come dicevo, è un sommelier appassionato (anzi: <strong>amante dei vini</strong>), quindi in un tipico menù a degustazione, porta un vino per ogni portata. Occhio se dovete guidare, eh? Sempre su internet una volta ho letto una recensione di uno che si lamentava che c'erano troppi vini toscani. Boh! In ogni caso erano buoni.<br /><br />Dato che un'illustrazione vale più di mille parole, ecco qua la sequenza fotografica dei piatti mangiati con le relative descrizioni. I sapori ed i profumi purtroppo non si possono descrivere:<br /><br /><p><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5328542110483362962" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 400px; CURSOR: hand; HEIGHT: 300px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="http://4.bp.blogspot.com/_Kagi5JVXYRs/SfLI0VISNJI/AAAAAAAABzc/CRd8yotJ9GA/s400/Veglie5.jpg" border="0" /><strong>TARARE DI SURI FRITTA E ZENZERO</strong></p><p><strong></strong><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5328541996514325058" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 400px; CURSOR: hand; HEIGHT: 300px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="http://3.bp.blogspot.com/_Kagi5JVXYRs/SfLItsj8skI/AAAAAAAABzU/Hcai3N_SP-Y/s400/Veglie6.jpg" border="0" /><strong>FILETTI DI SUINO MARINATO, RAVIGGIOLO ED EMULSIONE DI LATTUGA</strong></p><p><strong><br /><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5328542918830899778" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 400px; CURSOR: hand; HEIGHT: 300px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="http://4.bp.blogspot.com/_Kagi5JVXYRs/SfLJjYdWwkI/AAAAAAAABz8/NtefNpPKXv0/s400/Veglie1.jpg" border="0" /></strong></p><p><strong>CASSONCINI DI SALSICCIA E RAVASTELLI CON PECORINO ROMANO</strong></p><p><strong></strong><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5328542810608473442" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 400px; CURSOR: hand; HEIGHT: 273px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="http://4.bp.blogspot.com/_Kagi5JVXYRs/SfLJdFTHlWI/AAAAAAAABz0/GYzqRgPrflE/s400/Veglie2.jpg" border="0" /><strong>ZUPPA LEGUMINOSA CON PECORINO INFOSSATO</strong></p><p><strong><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5328542673117539010" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 400px; CURSOR: hand; HEIGHT: 300px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="http://3.bp.blogspot.com/_Kagi5JVXYRs/SfLJVFGuasI/AAAAAAAABzs/C-baFeOZlYc/s400/Veglie3.jpg" border="0" /><br />TORTA DI MELE E CANNELLA, CROSTATA ALLE FRAGOLE, BISCOTTONE CON LA FRUTTA SECCA, CIOCCOLATINO CHE FA PERSONALMENTE LO CHEF CON LA NOCCIOLA GENTILE DEL PIEMONTE E CREMA ALLA VANIGLIA.</strong></p><p><strong><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5328541884458031442" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 400px; CURSOR: hand; HEIGHT: 300px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="http://2.bp.blogspot.com/_Kagi5JVXYRs/SfLInLHpWVI/AAAAAAAABzM/tPAdfajPv0w/s400/Veglie7.jpg" border="0" /><br />TORTINO TIEPIDO AL CIOCCOLATO CON MELE CARAMELLATE E CREMA ALLA VANIGLIA</strong></p><p><strong></strong><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5328541746274211346" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 400px; CURSOR: hand; HEIGHT: 300px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="http://4.bp.blogspot.com/_Kagi5JVXYRs/SfLIfIWDlhI/AAAAAAAABzE/qDvzS6Z3Mao/s400/Veglie8.jpg" border="0" /><br /><strong>GRAPPA DI BAROLO SIBONA CON CIOCCOLATINO ED UNA NOCE LARA</strong></p><p><strong></strong><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5328541661129579682" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 400px; CURSOR: hand; HEIGHT: 300px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="http://4.bp.blogspot.com/_Kagi5JVXYRs/SfLIaLJ_nKI/AAAAAAAABy8/Jg9PaTTi2r8/s400/Veglie9.jpg" border="0" /><br /><strong>CREMINA COME SI FACEVA UN TEMPO, BISCOTTI DELLO CHEF E CAFFE' CON LA MOKA</strong></p><strong><p></strong>E' da notare che lo chef (nonchè padrone del ristorante) fà tutto da solo, senza altri cuochi che l'aiutano. Guardando i piatti che riesce a preparare, ci si domanda quante ore al giorno stia dietro ai fornelli e se gli rimane del tempo libero per un po' di vita sociale. Secondo me la risposta è no.<br />Io mi sono fermato al tortino, non ho preso altro, nè la grappa, nè il caffè. Ciononostante ero strapieno, così strapieno che se prendevo una caramella esplodevo (come in nella scena dei signor Creosoto nel film di Monthy Python "Il senso della vita". Cliccate <a href="http://www.youtube.com/watch?v=EJeUb9kXb5A">qua</a> se volete vederla. Occhio che non è adatta a chi ha lo stomaco debole, eh?).</p><p>Per tutta la cena, oltre a fotografare ho pure filmato con la macchina fotografica digitale ed ho messo il tutto su YouTube. Eccolo qua:<br /><object height="344" width="425"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/yTPmuwn1iCY&hl=it&fs=1"><param name="allowFullScreen" value="true"><param name="allowscriptaccess" value="always"><embed src="http://www.youtube.com/v/yTPmuwn1iCY&hl=it&fs=1" type="application/x-shockwave-flash" allowscriptaccess="always" allowfullscreen="true" width="425" height="344"></embed></object></p><p><br />Per caso ho poi scoperto che i membri del sito gastronomico baltazar.it hanno l'hanno messo sul loro forum, commentandolo pure. Se volete leggere, cliccate <a href="http://www.baltazar.it/ristoranti-rimini/5627-veglie-volo-rimini-10.html">qua</a>.<br />Il video qua sopra effettivamente non è il primo video che ho girato in quel ristorante. Infatti un anno prima ne avevo girato un altro. Per vederlo, cliccate <a href="http://www.youtube.com/watch?v=qjC3hXudGAI">qua</a></p><p>Se invece volete andarci a mangiare, ecco <a href="http://www.veglieinvolo.com/">il sito del Veglie In Volo</a>:<br /></p><p>E con questa pubblicità gratuita, chiudo questo post. </p><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5328543057493599778" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 400px; CURSOR: hand; HEIGHT: 340px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="http://1.bp.blogspot.com/_Kagi5JVXYRs/SfLJrdBHpiI/AAAAAAAAB0E/yw4fjb68m5E/s400/Veglie4.jpg" border="0" /> <p><strong>AUGURI, ANDREA!</strong></p>Marco Ferrihttp://www.blogger.com/profile/05140572868802163219noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1295200022475780715.post-49781015264021566332009-04-15T12:03:00.000-07:002009-04-15T12:54:54.993-07:00I miei primi quattro concerti<div><div><div><br /><div><a href="http://1.bp.blogspot.com/_Kagi5JVXYRs/SeYwIkSWvaI/AAAAAAAABxY/zoZPSohYQKg/s1600-h/pokerdassi.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5324996533149941154" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 400px; CURSOR: hand; HEIGHT: 359px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="http://1.bp.blogspot.com/_Kagi5JVXYRs/SeYwIkSWvaI/AAAAAAAABxY/zoZPSohYQKg/s400/pokerdassi.jpg" border="0" /></a><br /><strong>POKER DI TICKETS...</strong><br /></div><div>Recentemente sono andato in soffitta per cercare quel poster di Bruce Springsteen incluso nel bootleg di cui ho parlato <a href="http://ferrimarco.blogspot.com/2008/11/il-fan-del-boss.html">in un post precedente.</a> Quel poster non l'ho trovato e mi sa che ormai mi devo mettere il cuore in pace. In compenso ho trovato quattro piccoli biglietti, i biglietti dei primi 4 concerti che ho visto nella mia vita. Quattro biglietti che credevo ormai perduti per sempre e che mi han fatto venire in mente un po' di ricordi.</div><div> </div><div><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5324996801569634594" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 400px; CURSOR: hand; HEIGHT: 282px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="http://3.bp.blogspot.com/_Kagi5JVXYRs/SeYwYMOmOSI/AAAAAAAABxg/XudoEx-J_Gc/s400/Eurithmics.jpg" border="0" /><br />Il primissimo concerto che ho visto fu quello degli <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Eurythmics">Eurythmics</a>. Correva l'anno 1986 ed ero in quarta superiore. Era uscito il loro album (i CD esistevano già ma ancora non avevano sostituito i gloriosi vinili) <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Revenge_(Eurythmics)">REVENGE</a> ed il mio amico Giuseppe riuscì a trovare i biglietti tramite un suo amico di Bologna di cui ho scordato il nome. Fu il mio primo concerto, quindi qualsiasi cosa che vidi mi parve fantastica. Ricordo che le casse invece di essere sistemate ai lati del palco (come in ogni altro concerto che avevo visto fino ad allora in TV) erano appese al disopra di esso. </div><div> </div><div>Il concerto cominciò con la canzone <em>SEX CRIME</em> dall'album 1984 e poi non ricordo più la sequenza. L'amico di Giuseppe aveva portato un registratore a cassette (gli MP3 non esistevano nemmeno nei libri di fantascienza) e durante il concerto si era raccomandato con noi di non far casino che sennò la registrazione avrebbe fatto schifo. Poi ci fece avere due cassette con il tutto. Peccato che non le trovi più. Sarebbero state molto interessanti. </div><div> </div><div>Ricordo che nell'ultima canzone ("The miracle of love") si sentiva la mia voce che gridavo "Nuda! Nuda! a Annie Lennox. Ricordo poi che a fianco a noi (eravamo seduti sule scalinate, in alto, ultima fila) c'era un signore di mezz'età vestito da ferroviere con una borsa. Temendo che fosse lì per controllare che nessuno registrasse il concerto, cercammo di non dar nell'occhio. Alla fine del concerto scoprimmo che dentro la sua borsa...teneva un registratore a cassette!</div><div> </div><div>La prima canzone che cantarono fu Sex Crime, altre che ricordo furono <em>Missionary Man, Thorn in my side, When Tomorrow Comes, Right By Your Side, Sweet Dreams</em> (con il pubblico che cantava i cori mentre io...no perchè l'inglese non lo sapevo!), <em>Who's That Girl</em> (e qua uno urlò "Bona!", con conseguente risata generale -eravamo in un palasport, quindi durante un lento, un urlo dal pubblico era udibile. A proposito: questa canzone non centra niente con quella di Madonna, eh?) ed altre che non ricordo. Ah, se non avessi perso quei nastri...</div><div> </div><div>Come supporto ci furono gli Hipsway, band emergente che aveva avuto un hit con The Honeythief che fu l'unica canzone che riconobbi e che ogni tanto sento alla radio, nei programmi dedicati al revival anni '80.<br /><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5324997003738282306" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 400px; CURSOR: hand; HEIGHT: 237px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="http://2.bp.blogspot.com/_Kagi5JVXYRs/SeYwj9XW-UI/AAAAAAAABxo/hC35JDbKHko/s400/U2.jpg" border="0" /></div><div>Il 30 maggio 1987 a Modena ci fu il la terza tappa italiana del tour degli U2 (la prima e la seconda furono a Roma). Era appena uscito l'album <em>The Joshua Tree</em>, e ci andai sempre con i due amici del concerto degli Eurithmics più un altro, Enrico di Riccione, compagno di classe di un altro amico. Adesso lo confesso: fui uno dei pochi che andarono a quel concerto pur non possedendo nemmeno un disco degli U2. Ma le canzoni più o meno le conoscevo tutte in quanto alla radio, nelle discoteche, tra gli amici, in TV in quel periodo non sentivi altro.</div><div> </div><div>Gli U2 erano il gruppo principale e di supporto c'erano i Lone Justice (banda che non avevo mai sentito prima e che non sentii mai più dopo), poi i <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Big_Audio_Dynamite">Big Audio Dynamite</a> (altra banda ormai dimenticata) ed i <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Pretenders">Pretenders</a>. </div><div> </div><div>Anche qua portammo il registratore ma il risultato fu penoso: tutti attorno a noi che continuavano a gridare "Bono! Bono!" ed il risultato fu che nei nastri si sentivano quelle voci in primo piano e -piccolo, piccolo in sottofondo- il concerto. Ricordo anche che prima del concerto, l'amico di Giuseppe, memore della mia uscita al concerto degli Eurithmics, mi proibì tassativamente di gridare "Nudi! Nudi!". Avreste dovuto vedere la sua faccia quando TUTTI attorno a noi (uomini e donne!) si misero ad urlare "Bono nudo! Nudo! Nudo!"...</div><div> </div><div>Un altro episodio buffo successe mentre i Pretenders cantavano. Noi eravamo seduti sulle scalinate (al concerto degli Eurythmics io e Giuseppe eravamo andati sotto il palco ma il suo amico ci fece spostare sulle scalinate. Ore dopo, vedendo tutti quei ragazzi in piedi a patire la stanchezza e vedendo i roadies che trascinavano via quelli che stavano male, capimmo perchè e fecimo tesoro di quell'insegnamento nei concerti successivi) e da quel punto non solo vedevamo il palco ma anche l'esterno dello stadio. Ad un certo momento, mentre la Chrissie Hynde venne dalla nostra parte, noi tutti vedemmo all'esterno The Edge degli U2 uscire da una limousine e ci alzammo in piedi all'unisono. Lui se ne accorse e ci salutò alzando il cappello al che noi tutti emisimo un ruggito esagerato. Dato che la Chrissie non poteva vedere ciò che vedevamo noi, penso che avrà pensato "Santo cielo! Non credevo di essere così popolare in Italia!". Chissà se qualcuno le avrà mai spiegato il vero motivo di quell'alzata in piedi generale (ed eravamo in migliaia!).<br /><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5324997239115258034" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 259px; CURSOR: hand; HEIGHT: 400px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="http://1.bp.blogspot.com/_Kagi5JVXYRs/SeYwxqNmmLI/AAAAAAAABxw/cW9uVcGQark/s400/Boss.jpg" border="0" /></div><div>E finalmente tornò Bruce "the boss" Springsteen in Italia!!!</div><div> </div><div>Come avevo già scritto <a href="http://ferrimarco.blogspot.com/2008/11/il-fan-del-boss.html">qua</a>, nel 1985 Bruce fece il suo primo concerto italiano a Milano, allo stadio Meazza-San Siro ma io per motivi di anagrafre e di lavoro (leggi: dovevo lavorare in un hotel e tanto i miei genitori non mi avrebbero maandato lo stesso per via della -troppo-giovane età) fui costretto a limitarmi a sognarlo, consolandomi poi col bootleg.</div><div>Ma l'11 giugno1988 ossia pochi giorni prima dell'esame di maturità, non persi l'occasione di vedere finalmente il mio idolo dal vero, a Torino.</div><div> </div><div>Il viaggio lo feci in macchina con Lucio (ex compagno di classe ai tempi delle medie), Enrico (anche lui studente della stessa scuola media ma in un'altra classe) e la sorella di Enrico, della quale però non ricordo il nome.</div><div>Lo stadio naturlamente era strapieno, noi ci sedemmo sulle scalinate per non morire sotto il palco.</div><div> </div><div>Il giorno prima avevo comprato dell'acqua in tetrapak -sapevo che le bottiglie di vetro ce le avrebbero sequestrate all'ingresso come avevo visto fare al concerto degli U2- e mi venne l'idea di aprirne una dal fondo con un taglierino, svuotarla del liquido, metterci una macchina fotografica ed aggiungerci cotone in abbondanza per far volume prima di richiuderla con la colla. Secondo me il risultato fu penoso, ma alla fine il trucco riuscì ed entrammo con la macchina fotografica. </div><div> </div><div>Enrico invece non ricordo che stratagemma usò ma riuscì ad entrare con un registratore.Come ho già scritto, eravamo lontani dal palco, e quindi in nessuna foto si vede Bruce. Giorni dopo Enrico ci fece avere le copie dei nastri del concerto. Anche quelle le ho perse. Purtroppo.</div><div><br />Ogni volta che parlo di quel concerto con gli amici, mi viene sempre da dire <strong>"delusione".</strong> </div><div>Ebbene sì, quel concerto fu per me una delusione. Dopo aver aspettato per 4 anni che il boss tornasse, dopo avere per quei 4 lunghi anni ascoltato guasi ogni giorno tutti i suoi dischi (incluso il bootleg registrato a Milano), mi aspettavo di più e di meglio. </div><div>Io capisco che un artista dopo anni ed anni si rompa le scatole di suonare sempre le stesse canzoni, ma penso anche che ogni artista abbia delle canzoni che assolutamente non può non suonare ogni volta. Oltretutto se questo artista fà aspettare i suoi fan 4 anni prima di un nuovo concerto. </div><div>Come sarebbe un concerto dei Deep Purple senza Smoke On The Water? Se i Led Zeppelin non suonassero Stairway To Heaven, cosa penserebbero i fan? Un concerto deglu U2 senza Pride (in the name of love) sarebbe apprezzato come uno in cui la cantano? Non lo so, ma io quella volta ero sicurissimo che Bruce avrebbe cantato <em>The River, Thunder Road, Rosalita</em> ed invece....<strong>invece niente!</strong> </div><div> </div><div>E ricordo anche che sui nastri che Enrico aveva registrato alla fine del concerto si sentiva chiaramente un coro di ragazzi urlare "River! River! River!, segno evidente che tutti l'aspettavano. Per anni Rosalita era la canzone nel mezzo della quale presentava i membri della banda. Invece quella volta a Torino usò un'altra canzone. Ed io che l'avevo imparata a memoria per cantarl quel giorno! </div><div> </div><div>Di Thunder Road non ci fu traccia. In compenso cantò Born To Run...in versione acustica! Ma dico, Bruce ha fatto un intero album (Nebraska) con solo canzoni acustiche, non poteva scegliere una di quelle se aveva voglia di suonare la chitarra da solo? Per me Born To Run suonata solo con la chitarra, è come una pizza margherita senza pomodoro e senza mozzarella! Insomma, musicalmente parlando, quel concerto mi piacque fino ad un certo punto.</div><div> </div><div>Un altro episodio di quel concerto che ricordo fu di un ragazzo che riuscì a salire sul palco. Noi gridammo <strong>"Guarda quello che culo! E' riuscito a toccare Bruce!!!"....</strong>qualche giorno dopo in TV vidi quel ragazzo intervistato da Red Ronnie. Con il volto completamente tumefatto, raccontò che i roadies di Bruce lo riempirono di botte ben bene. Il bello fu che alla domanda "Lo rifaresti?", lui rispose "Sì!".<br /></div><div>Ancora non lo sapevo ma quella non sarebbe stata l'ultima volta che avrei visto il Boss a Torino. Infatti...<br /></div><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5324997386559338450" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 243px; CURSOR: hand; HEIGHT: 400px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="http://1.bp.blogspot.com/_Kagi5JVXYRs/SeYw6PfAt9I/AAAAAAAABx4/jpKaS_GCTms/s400/Amnesty.jpg" border="0" /> <div>Passata l'estate, a Torino, l'8 settembre, fu tenuta l'unica data italiana dell'Amnesty <a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Human_Rights_Now!">International World Tour</a>. Sul palco si esibirono <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Youssou_N%27Dour">Youssou N'Dour</a>, <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Tracy_Chapman">Tracy Chapman</a>, Claudio Baglioni, Peter Gabriel, Sting e naturalmente Bruce. No, dico, potevo perdermelo? No, certo! Ed infatti ci andai, sempre con Enrico e con sua sorella ma non con Lucio perchè doveva lavorare.Anche questa volta ci sedemmo sulle scalinate. Io non avevo pertato nè la macchina fotografica, nè il registratore. E nemmeno Enrico. E fu un peccato.</div><div> </div><div>All'inizio del concerto tutti gli artisti salirono sul palco e cantarono insieme "Get Up, Stand Up" di Bob Marley poi si esibirono uno alla volta, prima di chiudere ancora tutti insieme con "Chimes Of Freedom" di Bob Dylan.<br /></div><div>Il primo artista ad esibirsi fu Youssou N'Dour. Io confesso che non lo conoscevo. E confesso che a parte una canzone in cui duettava con Neneh Cherry ("7 seconds"), successivamente non sentii più parlare di lui.Non conoscendo le sue canzoni, non mi rimase niente in mente della sua performance. Solo il suo nome. Chiedo scusa ai suoi fans.<br /></div><div>Dopo Youssou, fu la volta di Tracy Chapman. Anche nel suo caso, il nome non mi diceva niente. Aveva appena pubblicato XXXX dove c'erano le canzoni "Talking About Revolution" e "Fast car" che di lì a poco sarebbero diventate hits internazionali, ma io nella mia infinita ignoranza, conoscevo solo Fast Car ma stentai a riconoscerla perchè Tracy suonò per tutta la sua esibizione solo con la chitarra acustica. Peccato che non ci portammo dietro il registratore. Sono convinto che fece un concerto bellissimo, ma non ne ho ricordi vivi. Solo successivamente mi resi conto che avevo visto un concerto di un'artista molto valida ma che non lo sapevo...<br /></div><div>Quello fu il concerto di Claudio Baglioni passato alla storia perchè fu bombardato di ortaggi ed altro dal pubblico. Da dove ero io non si vedeva niente dei lanci, infatti lessi tutto il giorno dopo sui giornali. E capii come mai ad un certo punto Peter Gabriel salì sul palco mentre Baglioni stava cantando, senza unirsi a lui in un duetto: per far calmare la gente. Spesso mi son chiesto perchè successe tutto questo. In fondo di concerti in cui prima della tanto attesa rockstar ci sono altri che non si sopportano ne vengono organizzati a decine ogni giorno, mica tutti vengono trattati così. La gente che era andata fino a Torino per vedere Bruce, Sting, Peter, che cosa gli sarebbe costato aspettare 40 minuti (la durata dell'esibizione di Baglioni) in silenzio, magari facendo altro? E poi, diciamoci la verità, uno non va ad un concerto portandosi dietro la verdura perchè esiste la possibilità che ci sia un artista non gradito, prima del proprio beniamino: uno se la porta dietro con la certezza di usarla. Il che significa che tutta quella gente aveva fin da prima del concerto l'intenzione di lanciarla contro Baglioni. Perchè poi? Ma perchè lo odiavano. Perchè poi lo odiavano? Il motivo preciso non lo so, penso che ce ne erano tanti. Secondo me Baglioni era l'artista sbagliato per quel concerto. Lui, con il suo background di canzoni d'amore (almeno fino a quel periodo. Successivamente si è rinnovato) stonava parecchio insieme ai più famosi rockers internazionali di quel periodo. Un artista come Vasco Rossi sarebbe stato meglio, ma evidentemente gli organizzatori la pensavano diversamente. E Baglioni poi cosa avrebbe dovuto fare? Rifiutare l'invito ad esibirsi per Amnesty International? Sai che sputtanamento! Insomma, alla fine anche Baglioni scese dal palco e toccò a Peter Gabriel.<br /></div><div>Peter aveva una coreografia fatta di fari montati su gru snodabili che si muovevano in un modo che sembrava che ballassero a ritmo della sua musica. Tra tutti, fu quello che parlava italiano meglio. Non mi sorprenderebbe di scoprire che lo parla veramente (ricordate quanto scritto prima sulla mia infitina ignoranza?). Durante la sua esibizione ricordo che ci fu un black-out proprio nel mezzo della canzone <em>Shock The Monkey</em>, il suo cavallo di battaglia. Un secondo prima cantava...un secondo dopo silenzio assoluto + buio totale. Dopo alcuni secondi di sbigottimento, tutti cominciammo a gridare in coro "Peter! Peter! Peter!". Dopo 10 o 15 minuti Peter ci disse che avevano risolto il problema e che si ricominciava. Ed infatti ci cantò da capo Shock The Monkey. Quella volta pensai bene del santo protettore dei black-out (ma solo quella volta! Tutte le altre l'ho bestemmiato ben bene!)</div><div><br />Sceso Peter, salì Sting. Io non sono mai stato un grande fan di Sting. Anzi, diciamo proprio che a parte qualche canzone, non mi è mai piaciuto. Quindi mentre lui cantava, io seguivo, ascoltavo ma non perteciapvo un gran chè. Anche qua chiedo perdono ai suoi fans. Ricordo che dietro di me c'erano tre ragazzine che erano venute a quel concerto solo per lui. Urlavamno come delle ossesse ma rimasero senza parole quando cantò She Dances Alone...in spagnolo! Una di loro addirittura si lamentò ad alta voce ("Ma perchè la canta in spagnolo???" -"Forse perchè pensa che così la capiamo meglio", pensai io). Però mi sono scatenato anche io quando eseguì "Don't stand so close to me". Forse perchè era una canzone dei Police? Ebbene sì (maledetto Carter!): Sting solista non mi piace. I Police al contrario...</div><div><br />Ed alla fine, colui per il quale tornai a Torino, il grande Bruce, salì sul palco. Durante il concerto precedente mi deluse. A questo invece no, tutt'altro: non solo cantò Thunder Road, non solo Born To Run accompagnato da tutta la E-street Band, ma cantò The River (no, dico: <strong>The River!!!)</strong> in coppia con Sting. Un evento!!!! E poi anche Cadillac Ranch, Raise Your Hand, Born In The USA ed altre. Certo, ebbe a disposizione meno di un'ora, ma abbastanza per perdonarlo per il concerto precedente.</div><div>E non vi dico quante volte feci invidia a Lucio che io avevo visto e sentito Sting e Bruce cantare The River e lui no! Se non mi ammazzò, fu un miracolo! Quella fu l'ultima volta che vidi il boss dal vivo. </div><div>Anni dopo a Londra ebbi la possibilità di vederlo ancora in concerto, ma per motivi di lavoro dovetti rinunciare. Una mia compagna di classe della scuola d'inglese invece non solo ci andò, ma lo incontrò di persona. E mi mostrò pure le foto dicendomi che lo faceva apposta, così imparavo a non andare ai concerti del boss. Chissà quella ragazza dove si trova ora. Non ne ricordo il nome, purtroppo.<br /></div><div>Questi furono i miei primi quattro concerti.<br /></div><div>Successivamente ne ho visti altri (pochi) ma quelli sono i concerti che ricordo più volentieri. E tutti 4 prima dei 20 anni. Che sia per questo?</div></div></div></div>Marco Ferrihttp://www.blogger.com/profile/05140572868802163219noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1295200022475780715.post-8171111957729788242009-03-29T14:23:00.000-07:002009-03-29T14:25:30.327-07:00Maiale...puttana!!!Una barzelletta in versione video:<br /><br /><object width="425" height="344"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/G1nSykDueF8&hl=it&fs=1"></param><param name="allowFullScreen" value="true"></param><param name="allowscriptaccess" value="always"></param><embed src="http://www.youtube.com/v/G1nSykDueF8&hl=it&fs=1" type="application/x-shockwave-flash" allowscriptaccess="always" allowfullscreen="true" width="425" height="344"></embed></object><br /><br />Morale: gli uomini non sanno ascoltare e le donne non sanno spiegarsi...Marco Ferrihttp://www.blogger.com/profile/05140572868802163219noreply@blogger.com48tag:blogger.com,1999:blog-1295200022475780715.post-59932909012122159062009-03-23T12:42:00.001-07:002009-03-23T13:09:37.005-07:00FortunelloUn po' di tempo fa ho visto in TV uno speciale sul futurismo, dato che ormai son cent'anni che <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Marinetti">Marinetti</a> ha pubblicato il manifesto del partito futurista.<br /><br />Durante quello speciale han fatto vedere uno spezzone di filmato d'epoca in cui un attore e drammaturgo che non conoscevo, <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Ettore_Petrolini">Ettore Petrolini</a>, recitava "Fortunello", un suo personaggio tanto apprezzato dai futuristi.<br /><br />Subito dopo (forse per dimostrare l'influenza del futurismo nell'arte contemporanea) hanno fatto vedere un video tratto da YouTube della band friulana <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Tre_allegri_ragazzi_morti">Tre Allegri ragazzi Morti</a> (che d'ora in poi, per brevità, chiamerò "T.A.R.M.", certo che è proprio un nome originale, facile da ricordare, anche voi, la prima volta che l'avete letto ve le siete toccate? Consolatevi: non siete i soli) in cui viene usato lo stesso testo, anche se ampliato con nuovi versi.<br /><br />Incuriosito e desideroso di rivedere entrambi questi video, li ho cercati su YouTube e, con mia grande sorpresa, ho scoperto che esiste una canzone della compianta <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Giuni_Russo">Giuni Russo</a> col medesimo testo dei T.A.R.M. e, viste le date di pubblicazione, mi sa che sia a questa che i T.A.R.M si siano ispirati, più che all'originale. (E' solo un'ipotesi, naturalmente. Potrei sbagliarmi).<br /><br />Ecco quindi tutti i tre video. Se li guardate (basta cliccargli sopra) vi consiglio di farlo in ordine partendo dal video qua:<br /><br /><object height="344" width="425"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/m_lHrcf7WwM&hl=it&fs=1"><param name="allowFullScreen" value="true"><param name="allowscriptaccess" value="always"><embed src="http://www.youtube.com/v/m_lHrcf7WwM&hl=it&fs=1" type="application/x-shockwave-flash" allowscriptaccess="always" allowfullscreen="true" width="425" height="344"></embed></object><br /><strong>LA VERSIONE ORIGINALE...</strong><br /><object height="344" width="425"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/eOPjzxUEehc&hl=it&fs=1"><param name="allowFullScreen" value="true"><param name="allowscriptaccess" value="always"><embed src="http://www.youtube.com/v/eOPjzxUEehc&hl=it&fs=1" type="application/x-shockwave-flash" allowscriptaccess="always" allowfullscreen="true" width="425" height="344"></embed></object><br /><strong>...QUELLA DEI TRE ALLEGRI RAGAZZI MORTI...</strong><br /><object height="344" width="425"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/wswrFIDme4w&hl=it&fs=1"><param name="allowFullScreen" value="true"><param name="allowscriptaccess" value="always"><embed src="http://www.youtube.com/v/wswrFIDme4w&hl=it&fs=1" type="application/x-shockwave-flash" allowscriptaccess="always" allowfullscreen="true" width="425" height="344"></embed></object><br /><strong>...E QUELLA DELLA COMPIANTA GIUNI RUSSO</strong><br /><br />Personalmente, tra le due covers, preferisco quella della Giuni, ma i gusti son gusti. Chissà quale avrebbe preferito Pretolini.<br /><br />In conclusione, ecco una poesia di Petrolini che secondo me è una vera perla di saggezza:<br /><br /><em>« È l’amore quella cosa<br />Che platonico tu chiami</em><br /><em>Se la femmina che ami</em><br /><em>Ti vuol dar soltanto il cuor"</em>Marco Ferrihttp://www.blogger.com/profile/05140572868802163219noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1295200022475780715.post-15185184505693833572009-03-19T07:27:00.000-07:002009-03-19T07:46:43.838-07:00YouTubeOggi aprendo <a href="http://www.youtube.com/MatsuTakakoNoFan">il mio canale su YouTube</a> ho scoperto che il video con le foto scattate tra il 1992 ed il 1995, quando vivevo, studiavo e lavoravo a Londra è stato sospeso a causa di un reclamo della WMG.<br />Apro per capire cosa è successo e mi dicono che il problema è che la colonna sonora è "The Main Monkey Business", un brano strumentale dei Rush e che la WMG ne ha i diritti.<br /><br />Dato che quando caricai il video mi guardai bene dallo scrivere sia il titolo della musica che il nome della banda nella descrizione e nei tags, ne consegue che qualcuno che ha visto il video ha fatto la spia (dato che non credo che i Rush o chi per loro abbiamo pagato gente per visionare video su YouTube alla ricerca di caricamenti illegali. Ci saranno milioni di video sul tubo, migliaia dei quali usano canzoni della band canadese, possibile che abbiano beccato solo me?).<br /><br />Adesso ho fatto l'audio swap, ossia sostituito la traccia audio con una musica gratuita suggerita da loro di YouTube. Quindi il video è tornato disponibile nella nuova versione.<br /><br />Spero tanto che a chi ha fatto la spia...venga un attacco inguaribilie di stitichezza cronica o (a scelta) di dissenteria, sempre cronica. Tiè!<br /><br />Intanto, se volete vedere (o rivedere) come ero io in quegli anni, ecco qua:<br /><br /><object height="344" width="425"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/fh1kWlUAUNQ&hl=it&fs=1"><param name="allowFullScreen" value="true"><param name="allowscriptaccess" value="always"><embed src="http://www.youtube.com/v/fh1kWlUAUNQ&hl=it&fs=1" type="application/x-shockwave-flash" allowscriptaccess="always" allowfullscreen="true" width="425" height="344"></embed></object><br /><strong>Il video nella nuova versione</strong><br /><br />Ps: se invece volete sentire come era la colonna sonora precedente, ecco un video che ancora non hanno censurato ( cliccate <a href="http://www.youtube.com/watch?v=9zypVFljbc8">qua</a> e fatelo in fretta, prima che lo sospendano)<br /><br />選んだ音楽はだめだったので上のビデオに新しい音楽をつけた。イギリスのロンドンに住んでいた時(1992年~1995年)の写真を見たいなら、上のビデオにクリックしてください。前の音楽の方がよかったのにMarco Ferrihttp://www.blogger.com/profile/05140572868802163219noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1295200022475780715.post-52651834788845588782009-03-16T12:40:00.000-07:002009-03-16T13:09:19.229-07:00La prima biciclettata di M.Y.Era già un po' che ci pensavamo, ma il tempo non era mai adatto ed abbiamo aspettato. Ora che è arrivata la primavera (ed anche il polline, accidenti!) ci siamo decisi: abbiamo comprato il seggiolino da bici per il piccolo M.Y.<br /><br /><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5313874617077991586" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 400px; CURSOR: hand; HEIGHT: 300px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="http://2.bp.blogspot.com/_Kagi5JVXYRs/Sb6sz2PmCKI/AAAAAAAABws/srfONguVHq8/s400/Bici5.jpg" border="0" /><strong>M.Y. in bici col papà...</strong><br /><br /><div><div></div><div>All'inizio eravamo titubanti nella scelta. Sul mercato ce ne sono a centinaia "Made In China" ed ogni tanto scoppiano degli scandali di <a href="http://www.ultimenotizie.tv/notizie-economiche/merce-contraffatta-made-in-china-ce-pericolo-per-salute.html">prodotti cinesi nocivi per la salute dei bambini </a>in quanto a base di sostanze pericolose. </div><br /><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5313874794896017730" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 339px; CURSOR: hand; HEIGHT: 400px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="http://2.bp.blogspot.com/_Kagi5JVXYRs/Sb6s-MqtyUI/AAAAAAAABw0/APh6FAybqYw/s400/Bici1.jpg" border="0" /><strong>...con la mamma in viale Ceccarini...</strong><br /><br /><div>Grazie al sito della <a href="http://www.barbieripnk.it/">BarbieriPNK</a> (ditta creata dal babbo del mio amico Kalman -vedi <a href="http://www.youtube.com/watch?v=HdVbQxh8PBA">QUA</a>) abbiamo scoperto che esistono anche seggiolini costruiti in Italia. Magari alla fine anche un seggiolino "nostrano" potrebbe essere altrettanto pericoloso quanto uno cinese (se non di più) ma abbiamo deciso per questo, nella speranza di non dovercene pentire... </div><div>Il negozio a Rimini ce l'ha segnalato Kalman (Grazie, Kalman, a buon rendere, eh?).</div><br /><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5313874952067051010" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 369px; CURSOR: hand; HEIGHT: 400px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="http://3.bp.blogspot.com/_Kagi5JVXYRs/Sb6tHWLNbgI/AAAAAAAABw8/cTRIDCzHBLM/s400/Bici4.jpg" border="0" /><strong>...e con il bisnonno.<br /></strong><br /><div></div><div>Il primo giretto l'abbiamo fatto da casa nostra fino a viale Ceccarini. Durante il giro abbiamo incontrato Nando, il bisnonno di M.Y. (ossia mio nonno, classe 1912) che faceva la sua passeggiata mattutina.</div><br /><div>Adesso penso che lasceremo più spesso la macchina in garage.</div><div> </div><div>ずっと前から子供と自転車に遊びに行きたかったが天気は寒すぎてやめた。が今春(と花粉症も)がせっかく来て、自転車にベビー・シートをつけてくれた。自転車会社はカルマンさんという友達は教えてくれた。</div><div>初めてのドライブは街の中心地に(チェッカリーニ通)。途中でM.Y.ちゃんの曾御祖父ちゃん(1912年に生まれてナンド曾御祖父ちゃんです)。とっても楽しかった。これから自動車ほ少しいしか使いたくない。</div></div>Marco Ferrihttp://www.blogger.com/profile/05140572868802163219noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1295200022475780715.post-84914340114737923612009-03-09T12:49:00.000-07:002009-03-09T13:01:06.503-07:00Coincidenze?Questa mattina con Mamiko e M.Y. sono andato a far la spesa al supermercato Conad Boschetto a Riccione. Quando arriva il momento di pagare...il totale è di <strong>66,66 </strong>euro. <em>Sessantasei-virgola-sessantasei</em>, ossia <em>sei-sei-sei-sei</em>. <div> </div><div><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5311277750749508978" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 255px; CURSOR: hand; HEIGHT: 400px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="http://1.bp.blogspot.com/_Kagi5JVXYRs/SbVy-VTcNXI/AAAAAAAABwU/HYA5A8hHlJs/s400/scontrino1.jpg" border="0" />Il che non è niente di speciale ma....</div><div> </div><div>Poi siamo andati a far la spesa dal fruttivendolo ed il totale era di <strong>9,99</strong> euro. <em>Nove-virgola-novantanove</em>, ossia <em>nove-nove-nove</em>.</div><div><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5311277896967069026" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 243px; CURSOR: hand; HEIGHT: 400px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="http://2.bp.blogspot.com/_Kagi5JVXYRs/SbVzG2AbHWI/AAAAAAAABwc/BRBUkg_h6AA/s400/scontrino2.jpg" border="0" /></div><div>Tenendo conto che oggi è il giorno nove marzo (ossia <strong>9/3</strong>) e che sia il sei che il nove sono dei multipli di tre, ci è venuto un dubbio: e se non fosse stato un caso? Allora siamo andati a giocare i numeri tre, sei e nove al lotto ma...</div><div> </div><div>Il tabacchi vicino a casa era chiuso. </div><div> </div><div>Volevamo cercarne un'altro ma il piccolo M.Y. si è messo a piangere perchè aveva famer e siamo tornati a casa pensando che forse era destino che i numeri non li avremmo giocati.</div><div> </div><div>Adesso attendiamo e vedremo se abbiamo fatto bene o se abbiamo perso una barca di milioni.</div><div> </div><div>Secondo voi?</div>Marco Ferrihttp://www.blogger.com/profile/05140572868802163219noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1295200022475780715.post-72943640446772471262009-02-07T04:34:00.000-08:002009-02-07T04:47:37.205-08:00Si vede che era destino.Tre sabati fa sono andato all'AVIS (Associazione Volontari Italiani del Sangue) di Rccione per diventare donatore.<br />A dire il vero, in passato (nel 1988) avevo donato il sangue alcune volte, ma poi per un motivo o per l'altro ho smesso.<br />Adesso volevo ricominciare, quindi -dicevo- tre sabati fa sono andato ma... c'era scritto che in base ad una recente legge occorreva avere con sè la tessera sanitaria. "Vabbè" ho pensato "Sarà per la prossima settimana!".<br />Due sabati fa ci son tornato con la tessera sanitaria ma...<strong>era chiuso!</strong> "Uffa" ho pensato "Sembra guasi la volontà del destino. Vabbè, tornerò il prossimo sabato".<br />Questa mattina ci sono tornato. Avevo con me la tesser sanitaria, l'Avis era aperta. "Finalmente" ho pensato "Dai e dai ci sono riuscito!"<br />Entro, consegno i documenti (carta d'identità e tessera sanitaria) compilo il questionario ma... scappa fuori che una circolare ministeriale dice che chi è stato in Inghilterra per un periodo di sei mesi o più dal <em>1980</em> al <em>2000-e-non-ricordo</em> non può donare il sangue. Motivo? Nel 1995 o 1996 (non ricordo) scoppiò il caso della mucca pazza e da allora il ministero emanò quella circolare mai revocata. Io vissi a Londra più o meno dal 1991 al 1995 (bei tempi!) e quindi....<br /><br />Morale: si vede che era proprio destino che io non donassi il mio sangue.<br /><br />Mi spiace per coloro che ne avrebbero bisogno. Io la volontà ce l'ho messa.Marco Ferrihttp://www.blogger.com/profile/05140572868802163219noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1295200022475780715.post-5822782764845752042008-12-10T14:36:00.000-08:002008-12-10T14:45:47.768-08:00Già passato un anno!<a href="http://4.bp.blogspot.com/_Kagi5JVXYRs/SUBEjDxRJbI/AAAAAAAABcc/KLg6Y0RsYts/s1600-h/Torta.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5278294132376282546" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 400px; CURSOR: hand; HEIGHT: 286px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="http://4.bp.blogspot.com/_Kagi5JVXYRs/SUBEjDxRJbI/AAAAAAAABcc/KLg6Y0RsYts/s400/Torta.jpg" border="0" /></a> Come vola il tempo!<br />Sembra ieri che mi trovavo in Giappone e che sono diventato babbo. Ed invece oggi (mercoledìdiecidicembreduemilaeotto) il piccolo M.Y. ha compiuto un anno!<br /><br />Oggi eè stata una giornata un po' faticosa, tra pranzo coi nonni, festa con i parenti (i nonni, gli zii ed i cugini italiani di M.Y.) e poi la cena.<br /><br />Insomma, siamo tornati a casa adesso e prima che scada la mezzanotte e diventi l'11 sto scrivendo questo post.<br /><br />naturalmente come al solito niente foto del bimbo. Solo quella della torta con il nome completo nascosto.<br /><br /><span style="font-size:180%;"><strong><span style="color:#ff0000;">TANTI AUGURI M.Y.</span></strong></span><br /><p> </p><p><span style="font-size:130%;">今日子供は一歳になった。ということはあっという間1年間が経った。時間が早いですね。</span></p><p><span style="font-size:130%;">今日イタリアの親戚パーティをしました。沢山の写真を撮ったがブログに乗せない(ごめんね)ケーキの写真だけ</span>。</p><p><strong><span style="font-size:180%;color:#ff0000;">お誕生日おめでとうM.Y.ちゃん</span></strong></p><span style="font-size:180%;"><br /></span>Marco Ferrihttp://www.blogger.com/profile/05140572868802163219noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-1295200022475780715.post-43032392528344964422008-11-17T12:34:00.000-08:002008-11-17T13:28:15.368-08:00IL FAN DEL BOSSNel 1985 per la prima volta vidi in TV il video di un cantante americano, senza sapere che di lì a poco ne sarei diventato un fan sfegatato. Il video era della canzone <em>Born In The USA</em>, il cantante era <strong>Bruce "the boss" Springsteen</strong>.<br /><br />Quell'anno il Boss partì per un tour mondiale, che toccò per la prima volta nella sua carriera anche l'Italia, con un unico concerto allo stadio Meazza-san Siro di Milano, il 21 giugno 1985.Ricordo che grazie a quella data (tutto esaurito in meno di una settimana!), un po' tutti i mass-media si accorsero dell'esistenza di Bruce: articoli su tutti i giornali, video trasmessi in continuazione da Videomusic (MTV ancora non esisteva, in Italia) e da DJ Television, le sue canzoni trasmesse in continuazione alla radio, e poi anche special televisivi, posters e gadgets vari nelle edicole e tanto altro ancora. E pensare che fino all'anno prima non se lo cagava quasi nessuno (dei mass-media, intendo).<br /><br />Mi sarebbe piaciuto andare a vedere quel concerto ma di sicuro i miei genitori non mi avrebbero mai e poi mai lasciato andare da solo a Milano per vedere un concerto in uno stadio così gremito (avevo 16 anni). E tanto in estate avrei dovuto lavorare.<br /><br />Per fortuna però qualcuno tra il pubblico del concerto si portò dietro un registratore e con i nastri ottenuti pubblicò l'intero concerto su vinile.<br />Quando vidi questo <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Bootleg">bootleg</a> in un negozio di dischi riccionese (i CD esistevano già, ma ancora non avevano preso il sopravvento sui vinili) non capii più niente e feci di tutto per ottenerlo riuscendo a farmelo regalare per il natale 1985 (non vi dico il prezzo esagerato che costava!)<br /><div><div><div><div><div></div><div></div><div><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5269728832579779042" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 400px; CURSOR: hand; HEIGHT: 400px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="http://4.bp.blogspot.com/_Kagi5JVXYRs/SSHWc_iNOeI/AAAAAAAABcE/j9uQkYhkIhk/s400/ALIM1202b.jpg" border="0" /><strong>IL MIO PRIMO DISCO PIRATA</strong><br /></div><div>Questo <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Bootleg">bootleg</a> poi aveva la particolarità di recare, invece del cognome paterno di Bruce, quello materno: sua mamma -di origini italiane- si chiamava Adele Zirilli: </div><div></div><div></div><div><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5269727936731738450" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 400px; CURSOR: hand; HEIGHT: 385px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="http://3.bp.blogspot.com/_Kagi5JVXYRs/SSHVo2PY8VI/AAAAAAAABbc/kajzOWgXHGw/s400/ALIM1185b.jpg" border="0" />Ecco quindi spiegato anche il titolo "<em>Back to the roots",</em> ossia "ritorno alle origini" (le origini italiane del boss). </div><div>Era composto da quattro vinili di cui uno in questa foto (gli altri tre sono uguali): </div><div></div><div></div><div><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5269728630807979106" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 400px; CURSOR: hand; HEIGHT: 355px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="http://3.bp.blogspot.com/_Kagi5JVXYRs/SSHWRP4D5GI/AAAAAAAABb8/JJzOIx_XEIA/s400/ALIM1197b.jpg" border="0" />I titoli erano in un foglio a parte che, per via di una dimenticanza del tipografo, non riportava la canzone "Dancing in The Dark" che invece c'è.<br />All'interno c'era anche un omaggio: una copia (piratata anche questa, certo) del manifesto che pubblicizzava, per le strade milanesi, l'evento. L'originale era a colori, quello in omaggio in bianco e nero: </div><div></div><div></div><div><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5269728463977759106" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 299px; CURSOR: hand; HEIGHT: 400px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="http://2.bp.blogspot.com/_Kagi5JVXYRs/SSHWHiYowYI/AAAAAAAABb0/5GGCodX0XLY/s400/ALIM1190c.jpg" border="0" />Ricordo che lo portai in <a href="http://www.youtube.com/watch?v=ZSxqF_oyDpg">Germania</a>, dove ho vissuto e lavorato per un anno e mezzo dalla tenera età di 19 anni, e lo appesi in camera: </div><div></div><div></div><div><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5269728302049968914" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 271px; CURSOR: hand; HEIGHT: 400px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="http://2.bp.blogspot.com/_Kagi5JVXYRs/SSHV-HKCwxI/AAAAAAAABbs/pd1tXmzpD1c/s400/ALIM1190b.jpg" border="0" /><br />Peccato che ora non lo trovi più. Dev'essere sparito chissà dove e chissà quando. Ma non demordo: se è ancora da qualche parte in soffitta (dove ricordo di averlo visto l'ultima volta, prima di partire per <a href="http://www.youtube.com/watch?v=fh1kWlUAUNQ">Londra</a>) e se non è stato buttato via a mia insaputa nel frattempo, prima o poi lo troverò.</div><div></div><div>Durante gli anni in cui ho vissuto <a href="http://www.youtube.com/watch?v=fh1kWlUAUNQ">Inghilterra</a> ed in Giappone, mio babbo aveva buttato via il vecchio giradischi ormai irrimediabilmete rotto e messo tutti i miei vinili in soffitta dove sono rimasti per tutti questi anni. </div><div>Recentemente il mio amico <a href="http://www.youtube.com/watch?v=SOsJfRopCRQ">Andrea</a> ha comprato un giradischi digitale con porta USB che può convertire vinili ed audiocassette in CD ed in formato Mp3:</div><div></div><div></div><div><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5269728951136490242" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 301px; CURSOR: hand; HEIGHT: 400px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="http://4.bp.blogspot.com/_Kagi5JVXYRs/SSHWj5MVEwI/AAAAAAAABcM/kQfXc-nUD84/s400/stereo.jpg" border="0" /></div><div></div><div>e gli ho chiesto di convertirmi su CD questo <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Bootleg">bootleg</a> (ma anche altri ormai introvabili). </div><div>Per festeggiare il poter risentire il concerto dopo tanti anni, ho scelto una canzone per farne un video artigianale da mettere su YouTube: </div><div><br /><br /><object height="344" width="425"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/c9x0PYNHXWs&hl=it&fs=1"><param name="allowFullScreen" value="true"><param name="allowscriptaccess" value="always"><embed src="http://www.youtube.com/v/c9x0PYNHXWs&hl=it&fs=1" type="application/x-shockwave-flash" allowscriptaccess="always" allowfullscreen="true" width="425" height="344"></embed></object><br /><br />Ho scelto la canzone <strong>"Rockin' all over the world",</strong> una cover di <em><a href="http://it.wikipedia.org/wiki/John_Fogerty">John Fogerty</a></em>, ex cantante dei <em><a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Creedence_Clearwater_Revival">Creedence Clearwater Revival</a></em> (mitici!) con la quale Bruce concluse quel mitico concerto. Se l'ascoltate fino in fondo (cliccate l'immagine qua sopra), sentirete Bruce promettere (in italiano) di tornare ancora. 4 anni dopo, per promuovere il disco "Tunnel Of Love" tornò, ma non a Milano: prima a Roma e poi a Torino dove, questa volta, ci andai davvero a vederlo. </div><div>Ma questa è un'altra storia.<br /><br /></div><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5269728057728709874" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 400px; CURSOR: hand; HEIGHT: 382px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="http://3.bp.blogspot.com/_Kagi5JVXYRs/SSHVv4_UNPI/AAAAAAAABbk/Zy_vpUfJ0mY/s400/ALIM1187b.jpg" border="0" /><strong>IL LATO B</strong><br /></div><div> </div><div>Se l'esperimento ha successo, chissà che in futuro non ne metta altri, di brani su YouTube. <div></div><div> </div><div>Stay Tuned</div></div></div></div></div>Marco Ferrihttp://www.blogger.com/profile/05140572868802163219noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1295200022475780715.post-66358048308755217602008-11-04T13:01:00.000-08:002008-11-04T13:05:39.541-08:004 novembre 1918 - 4 novembre 1998Più di un anno fa avevo messo su YouTube un filmato tratto dal film Uomini Contro, di Francesco Rosi. Oggi che è l’anniversario della fine della prima guerra mondiale (4 novembre 1918), ho pensato di celebrare anche io l’avvenimento copiando ed incollando i 70 commenti che nel frattempo sono stati aggiunti da vari navigatori.<br />Vedrete che i commentatori sono eterogenei: si va dai neofiti sconvolti dalle scene agli esperti sia di storia che di armi.<br />Qualche volta ho commentato anche io (<em>MatsuTakakoNoFan</em>).<br />Prima di leggere tutti i commenti (se ne avete voglia), magari date un’occhiata alla scena (che nel frattempo ha raggiunto 21.693 visioni –alle ore 21:15 di martedì 4 novembre 2008).<br /><br /><object height="344" width="425"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/y5FPHZmmN9I&hl=it&fs=1"><param name="allowFullScreen" value="true"><param name="allowscriptaccess" value="always"><embed src="http://www.youtube.com/v/y5FPHZmmN9I&hl=it&fs=1" type="application/x-shockwave-flash" allowscriptaccess="always" allowfullscreen="true" width="425" height="344"></embed></object><br /><b>La scena in cui l`ottuso generale Leone (Alain Cuny) manda prima a morire dei soldati protetti con inutili corazze (il cui scopo sarebbe stato di proteggerli mentre tagliavano i fil spinati con le pinze) e poi,nonostante il fallimento di questa manovra,manda i suoi soldati all'attacco.Persino i nemici non ne possono più della mattanza</b><br /><br /><span style="font-size:180%;"><span style="color:#ff0000;"><b></b></span></span><br /><span style="font-size:180%;"><span style="color:#ff0000;"><b></b></span></span><br /><span style="font-size:180%;"><span style="color:#ff0000;"><b>COMMENTI: </b><br /></span></span><span style="font-size:85%;">(le incongruenze tra le date sono dovute al fatto che alcuni commenti sono delle risposte a quelli precedenti)</span><br /><br /><br /><br /><b>rmmtt (1 anno fa) </b><br />Volonté non ha gridato "Savoia!!"<br /><br />Grande!!<br /><br /><b>nitti6464 (1 anno fa) </b><br />E che dire di quei generali<br />A DIR POCO SCHIFOSI,che se un soldato,durante<br />un attacco indietreggiava,o esitava,<br />I CARABINIERI DA DIETRO GLI SPARAVANO ?<br /><br /><b>platanone (1 anno fa) </b><br />Ecco la casta degli assassini agli ordini dei Savoia come mandavano al macello contadini, operai,cittadini, padri di famiglia, fratelli e figli dell'Italia dei primi del novecento.Sono poi gli setssi che pochi anni dopo daranno appoggio al regime del fascismo per circa vent'anni facendo piombare il paese in un cupo medioevo.<br /><br /><b>alphbeat85 (10 mesi fa) </b><br />Hai ragione! Studenti, contadini, artisti e operai al macello per una vittoria della borghesia<br /><br /><b>nitti6464 (1 anno fa) </b><br />A DIR POCO SCHIFOSI,che se un soldato,durante<br />un attacco indietreggiava,o esitava,<br />I CARABINIERI DA DIETRO GLI SPARAVANO ?<br /><br /><b>MatsuTakakoNoFan (1 anno fa) </b><br />Purtroppo a quei tempi era cosi`.<br /><br /><b>ser199 (11 mesi fa) </b><br />purtroppo a quel tempo si rasentava spesso la follia...questo film ne è la conferma...onore ai nostri caduti!<br /><br /><b>amandalittleamanda (11 mesi fa) </b><br />Potevano usare le vere corazze Farina e gli scudi Daigré<br /><br /><b>MatsuTakakoNoFan (11 mesi fa) </b><br />Ci avevo pensato anche io. Chissa` perche` non li hanno usati.<br /><br /><b>cesare196 (3 mesi fa) </b><br />Certo la corazza Farina era + solida, ma copriva solo il busto; era adatta per operatori che strisciassero al suolo spingendo i tubi di gelatina sotto i reticolati. Pare che a 15 mt fermasse i colpi del '91, ma io ci credo poco, erano fucili molto potenti, perfino il 91 che era fra i meno dotati aveva 266 kgm di energia (una Stilo TD ha una coppia a 2000 g/m di 30 kgm!).<br /><br /><b>Sgrat (3 mesi fa) </b><br />notare che il 91 era lo stesso fucile usato nella seconda guerra mondiale dai nostri soldati, sempre ben forniti di armi modernissime<br /><br /><b>cesare196 (3 mesi fa) </b><br />Infatti, ma non è da considerare una cosa negativa in quanto tutti avevano i medesimi fucili della prima guerra (Mauser98,Enfield,Mosin,Arisak a):il 91 era un fucile ben riuscito sotto molti aspetti.<br /><br /><b>Sgrat (3 mesi fa) </b><br />si ok, ma nel nostro caso non ci si limita solo al moschetto 91 ( e conta che contro di noi i russi avevano il "moderno" parabellum...), le artiglierie alpine per esempio utilizzavano obici austriaci, bottino di guerra del 15-18 che contro armi moderne (es. la katiusha) non erano proprio alla pari<br />poi vabbè ora stiamo divagando, comunque è cosa nota che l'esercito fosse male equipaggiato, per quanto il valore non si dicuta<br /><br /><b>cesare196 (3 mesi fa) </b><br />Guarda,circa le artiglierie conta che gli obici ex austriaci da 104, con rigatura alesata al 105, freno di bocca, ruote gommate e piattaforma per il tiro a 360° sono stati re-immessi nei ruolini come Obice mod.14/61 ed hanno servito fino a pochi anni fa...quelli degli alpini, il 75/13 mod.15,erano validissimi per il loro precicuo impiego (montagna e supporto tattico).Il fallimento cui riferisci fu quando si chiese loro di fare l'arma anticarro non avendo la V° nè il proietto adatti contro i T34!<br /><br /><b>Sgrat (3 mesi fa) </b><br />non dico che non fossero utilizzati bene, a parte che come dici erano validi per il loro impiego ma gli alpini vennero genialmente mandati a combattere su territorio prevalentemente pianeggiante invece che sul caucaso, il punto è che per quanto validi agli italiani come ad altri mancavano quelle innovazioni che invece altri eserciti avevano, come fucili mitragliatori o lanciarazzi multipli...tu citi i t34: se fai il confronto coi carri italiani non c'è paragone<br /><br /><b>cesare196 (3 mesi fa) </b><br />Diciamo che un lanciarazzi non fa poi la differenza che farebbe invece un valido cannone a/c: ma la tua osservazione è corretta se si parla appunto di uso INAPPROPRIATO di reparti da montagna...in pianura (come se mandassimo dei marinai sullo Stelvio!).Sui carri,davvero nn hai torto:eravamo fra i peggio messi.Veicoli e cannoni validi apparvero nel 43 a guerra ormai quasi persa, e con la nazione allo sbando.Così come radar e validi aerei.Le ns armi leggere comunque erano apprezzate da tutti.<br /><br /><b>Sgrat (2 mesi fa) </b><br />avevo già risposto...mah<br />ripeto, la katiusha non era da intendersi come un lanciarazzi singolo tipo rpg (o per restare in tema con l'epoca un panzerfaust) ma un lanciarazzi multiplo spesso montato su autocarro che sparava fino a 40 razzi in poche salve consecutive, conta che venivano utilizzati in gruppo quindi immagina il fuoco di saturazione che potevano garantire<br />...noi rispondevamo coi mortai e gli obici (e bloccavamo gli assalti)<br /><br /><b>cesare196 (2 mesi fa) </b><br />In effetti questo dimostra che spesso alla potenza di fuoco può far da contrappeso una maggiore professionalità. I quadri ufficiali dell'Armata Rossa erano stati depurati dai siluramenti di matrice politica che vedevano ufficiali capaci ma invisi a Stalin surclassati dagli yes men del Partito. Nella 1^ Gm era successo lo stesso, con le parti invertite, noi surclassavamo l'artiglieria austriaca ma le loro dottrine di impiego valorizzavano molto le armi.<br /><br /><b>filos71 (10 mesi fa) </b><br />gian maria volontè,che grande interpretazione,che grande attore che è stato..<br /><br /><b>brotherbelcher1 (9 mesi fa) </b><br />Is there an Italian r2 dvd?Thankyou<br /><br /><b>MatsuTakakoNoFan (9 mesi fa) </b><br />I don`t know whether there`s one or not.Sorry<br /><br /><b>andrew881thebest (9 mesi fa) </b><br />ma non avevano provato prima la resistenza delle corazze? boh io non capisco davvero<br /><br /><b>doctorcaligarissss (5 mesi fa) </b><br />Le corazze ("farina" nella realtà) effettivamente riuscivano a reggere alcuni colpi sparati da una certa distanza, chiaramente però non erano indistruttibili, soprattutto contro l'artiglieria pesante.<br /><br /><b>cesare196 (3 mesi fa) </b><br />Non esiste corazza o giubbotto veramente efficace: sono dei palliativi, contro colpi all'estremo della portata o che arrivano di sbieco o contro schegge di granata non esplosa vicino. Poi i fucili dell'epoca erano molto più micidiali che oggi, avendo cartucce assai più potenti e canne molto lunghe in ossequio alla ricerca di maggiore gittata e precisione.<br /><br /><b>REDKOMM (9 mesi fa) </b><br />Un film grandiosamente tragico e forte... grande Gianmaria... morte all'imperialismo!<br /><br /><b>Freddievr (9 mesi fa) </b><br />Il film è un capolavoro. Quella guerra l'abbiamo vinta. A parte la tragicità degli eventi dobbiamo ricordarci che il Soldato Italiano è sempre stato esempio di coraggio di fronte a tutto il mondo.<br /><br /><b>PANZERWEB (8 mesi fa) </b><br />"""Quella guerra l'abbiamo vinta"" allora non hai capito il significato del film...<br /><br /><b>voodish2 (8 mesi fa) </b><br />centinaia di migliaia di morti al grido "avanti savoia"... Vincere o perdere che significato ha per i poveracci che vanno al macello? Neanche avessero avuto un campo da coltivare tra i territori conquistati, ammazzarsi per qualche montagna e gli interessi di quelli che stanno a parlare di fronte ad una mappa con pedine. Ora esigono il risarcimento per i danni morali dell'esilio...<br /><br /><b>fjsljhagfhA (8 mesi fa) </b><br />film che fa riflettere come tutti i capolavori ai quali ha partecipato il grande Gian maria Volontè...come Sacco e Vanzetti, Cristo si e fermato a Eboli ecc ecc...<br /><br /><b>embiey (8 mesi fa) </b><br />anche se l'ho visto da poco qst film mi è piaciuto molto. però vorrei sapere se il culo che c'aveva il generale leone a soppravivere ( prima quando si era messo in piedi davanti al nemico e poi quando era proprio di fronte a quel cecchino) secondo me è impossibile avere un culo così. Il film è molto è fatto bene però è molto drammatico adesso voglio leggere un anno sull'altipiano di lussu.<br /><br /><b>MatsuTakakoNoFan (8 mesi fa) </b><br />Nel film hanno "condensato" in un generale solo i due generali presenti nel libro, il quale differisce in alcuni punti (soprattutto nel finale) dal film. Due grandi opere entrambe.<br /><br /><b>giovamas (8 mesi fa) </b><br />Leggete "Un anno sull'altopiano". Alla morte del tenente A. amico del protagonista ho pianto; è resa in una drammaticità estrema<br /><br /><b>taniabunke (7 mesi fa) </b><br />Il generale è la caricatura (ma poi non tanto) di Cadorna e di Badoglio... Cadorna fu processato e degradato per davvero... finì a fare il politico (che strano ;) ...Badoglio fu processato anch'esso per Caporetto ma poi è entrato in Adis Abeba... la giustizia italiana vale sempre la metà... mah<br /><br /><b>feffone75 (7 mesi fa) </b><br />Ma neanche per sogno nessuna caricatura il generale del film è il generale Cappello generale che aveva in forza anche la Brigata Sassari di cui Lussu era Tenente della 3° compagnia<br /><br /><b>freddiecentury (7 mesi fa) </b><br />Il problema di quella guerra era soprattutto l'incompetenza dei generali(Leone ne è l'esempio) che adottavano tecniche del XIX secolo in fronti del tutto cambiati e domintai dalle "macchine"(mitragliatrice, artiglieria)...ufficiali idioti ce ne sono sempre stati purtroppo!<br /><br /><b>FN80 (7 mesi fa) </b><br />Il film è un capolavoro. Purtroppo il nostro paese è sempre più allergico a questo genere di film e attori del calibro di Gian Maria Volontè non se ne vedono più.La frase più bella??Quando G.M.Volontè parla del "nemico interno".<br /><br /><b>giovamas (7 mesi fa) </b><br />Una sola parola... BASTA! ... bellissimo film e grandi attori<br /><br /><b>roby02071963 (6 mesi fa) </b><br />In questo film c'è una scena alla fine in cui 3 ex combattenti (la guerra era finita) incontrano su un treno il loro vecchio generale Leone. Il treno entra in una galleria e rimane al buio. All'uscita dalla galleria torna la luce ... e il generale non c'è più, i suoi ex soldati lo hanno gettato giù dal treno. La scena venne tagliata dalla censura<br /><br /><b>MatsuTakakoNoFan (6 mesi fa) </b><br />Questa non l`avevo mai sentita. Tu come la sai? L`hai letta da qualche parte? Hai visto quella scena? Puoi dirci dove possiamo trovarla?<br /><br /><b>ciccc0 (6 mesi fa) </b><br />se vi è piaciuto "un anno sull'altipiano" vi consiglio di leggere "fanterie sarde all'ombra del tricolore" di Alfredo Graziani. Parla degli stessi episodi e con gli stessi personaggi, ma Graziani mette i nomi veri infatti le compagnie sono la 151° e la 152° cioè la brigata Sassari. Alfredo Graziani nn è altro che il tenente Grisoni o il tenete scopa ed è sempre presente nel libro di Lussu gia nelle primissime pagine.<br /><br /><b>MatsuTakakoNoFan (6 mesi fa) </b><br />Il tuo PC ha messo lo stesso messaggio 3 volte (succede), quindi ne ho cancellati due lasciando il terzo. Grazie della segnalazione.<br /><br /><b>roby02071963 (6 mesi fa) </b><br />Ricordo di averlo letto in un articolo che recensiva questo film proverò a ritrovarlo poi ti dirò.<br />Comunque se ricordato il film (almeno la versione che ho visto io) finiva con la scena della fucilazione del tenente e all'improvviso appariva la scritta FINE. Si capiva perfettamente che c'era stato un taglio. La fine della scena era troppo netta.<br /><br /><b>roch3s (6 mesi fa) </b><br />il generale non è nè Cadorna nè Capello.. ma Ferrero.<br /><br />Il libro di Lussu si ispira ai fatti realmente avvenuti, ma non nè è fedele riproduzione, come da lui stesso specificato più volte.. il film di Rosi poi si discosta anche dal libro!<br /><br />Per racconti dei miei nonni,i cui padri avevano fatto parte della brigata sassari (uno combattè nel 8° compagna di Lussu nel '18) la realtà era ancora peggiore di quanto si vede nel film e si legge nel libro.. ogni 1000 richiamati 140 di loro sono morti!<br /><br /><b>cesare196 (2 mesi fa) </b><br />E' vero, Lussu fa una descrizione colorita della pretesa distruzione di una ns opera corazzata, forte Lisser: invece esso fu solo scalfito dai tiri ma scioccamente fu disarmato così al momento delle avanzate austriache non potè operare come previsto.<br /><br /><b>coloneldecker (5 mesi fa) </b><br />Is there a vhs or dvd release of this film with english subtitles?<br /><br /><b>avamposto (5 mesi fa) </b><br />Yes, of course. You can buy the Dvd original and you can certainly find subtitles in English. The film, like you understand, is called " Uomini contro" (Men against). The title seems senseless, but means: "Men against other men" and it's set in the first World War (Italy vs Austria)<br />Have a nice day<br /><br /><b>anticospirito (5 mesi fa) </b><br />bellissimo, un vero capolavoro<br /><br /><b>danny88101 (5 mesi fa) </b><br />Sorry I only speak English, what was the metal suited men all about?<br /><br /><b>MatsuTakakoNoFan (5 mesi fa) </b><br />Back then (1914-1915) it was thought that a metal suit could protect soldiers from a machine-gun. Of course it couldn't,as you can see<br /><br /><b>danny88101 (5 mesi fa) </b><br />I've never seen this in any of my studies, did this actually happen, whose stupid idea was this?<br /><br /><b>freddiecentury (5 mesi fa) </b><br />Yes, it was a very stupid idea as attack in lines without any artillery support...general Leone tought he was like Garibaldi and his redjackets, he was mad!<br /><br />My grandmother's uncle is dead in this battle,that's the battle of Montefiore in 1917!<br /><br /><b>cesare196 (2 mesi fa) </b><br />Italian generals were very impressed by Garibaldi's memories,but they didn't looked at the power of new weaponry.Consider that a light italian gun, 75 mm model 1906 or 1912, fired a 6,8 kg shell every 5/6 seconds, ranging about 9 km afar.Upon Garibaldi's time, a 150 mm gun fired a similar shell no more than 1800/2000 meters away, at a time rate of 1 shot every minute or so.But,in the Civil War, rusults (see Gettysburg) were the same as in the 1915/18. I think that Garibaldi was very lucky...<br /><br /><b>coloneldecker (5 mesi fa) </b><br />The guys in armour had the unfortunate nickname of the "death companies". They were suppossed to go out ahead of the attack and cut the wire.<br /><br />It had limited success.<br /><br /><b>LupoVb (5 mesi fa) </b><br />Il paradosso della prima guerra mondiale è che nonostante il disastro delle diserzioni e fucilazioni di massa, almeno l'abbiamo vinta da soli<br /><br /><b>MatsuTakakoNoFan (5 mesi fa) </b><br />Secondo molti storici, se non avessimo avuto l'aiuto (prestiti economici, artiglieria pesante, rinforzi, derrate alimentari) degli alleati francesi, inglesi ma soprattutto americani, dopo Caporetto il nostro esercito non si sarebbe più ripreso.<br /><br /><b>giallutheslasher (4 mesi fa) </b><br />è certo !<br /><br /><b>Ornadheim (4 mesi fa) </b><br />Senza contare poi che l' esercito austriaco a Vittorio Veneto perse per la defezione dei reparti cechi ed ungheresi<br /><br /><b>tiroler64 (4 mesi fa) </b><br />EEh?? Ti ricordo che l`Austria era alla fame! per colpa degli alleati dell Italia. E inoltre aveva un altro fronte.<br /><br /><b>xilpix (4 mesi fa) </b><br />L'altro fronte era già chiuso, la Russia era già a pezzi. Comunque state solo dicendo dei luoghi comuni, studiate meglio.<br /><br /><b>tiroler64 (4 mesi fa) </b><br />Quindi ammetti che l altro fronte ci fu! Se non ci fosse stato, se si sarebbe trattato solamente di un conflitto Austria - Italia, per voi sarebbe andata male..<br /><br /><b>cesare196 (3 mesi fa) </b><br />Bah...bella soddisfazione...682000 morti (o 782000?), famiglie distrutte, centinaioa di migliaia di mutilati ed invalidi...le diserzioni erano il minimo che doveva accadere!<br /><br /><b>cesare196 (3 mesi fa) </b><br />L'idiozia dei ns generali è evidente: è l'emblema di un Paese che viveva di fasulle glorie risorgimentali e nn aveva fatto tesoro delle batoste delle 3 Custoza, di Lissa, di Adua, di Novara nemmeno dopo decenni. Gli avversarii invece analizzavano spietatamente le campagne del passato o + recenti per trarne insegnamenti.<br /><br /><b>kristoffmcewan (3 mesi fa) </b><br />ahahahaahaha che idea medievale usare una lastra di ferro per limitare la ferocia di una guerra di quelle proporzioni.<br /><br /><b>MatsuTakakoNoFan (3 mesi fa) </b><br />Sarebbe da ridere se non fosse tragica.<br /><br /><b>Sgrat (3 mesi fa) </b><br />ahah ma che ridere<br />peccato che la gente ci andava a morire davvero<br /><br /><b>kristoffmcewan (3 mesi fa) </b><br />il mio ahaahaha era ovviamente sarcastico, come doveva essere chiaro nelle parole usate successivamente. cercate di essere un pochino meno rigidi,per voi sopratutto.<br /><br /><b>Sgrat (3 mesi fa) </b><br />io son sempre rigido purtroppo sono nel fottuto tunnel del viagra :(<br /><br /><b>cesare196 (2 mesi fa) </b><br />E' un'illusione dura a morire,dato che oggi si ingegnano ancora a progettare giubbotti "antiproiettile" che regolarmente NON salvano nessuno se non a certe condizioni quando le leggi balistiche chiudono un occhio (ma finisci al sanatorio comunque!).Al poligono vedo ogni week end cosa fanno i colpi a legno,lamiere,plastiche e compositi.Pensa che un cal.9 ricaricato a 2/3 della potenza nominale buca travi di cm 15x15, perfino il cal.22 impressiona per penetrazione.Immaginati un FMJ calibro 8!!!<br /><br /><b>kristoffmcewan (3 mesi fa) </b><br />va ben....l'amore è la cosa più fica che ci resta :)<br />ti auguro tutto il piacere e la grande Musica del mondo.<br /><br /><b>cesare196 (2 mesi fa) </b><br />Sempre per Sgrat: lo so cosa sono le katiushe, non le avevo confuse con un lanciarazzi monocanna. Mi riferivo all'uso di un'arma certamente a grande volume di fuoco, ma imprecisa per natura e quindi come dici tu adatta "solo" alla saturazione. Probabilmente contro reparti schierati a ventaglio un fuoco di sola saturazione e nn di distruzione risulta meno efficace (vedi il tiro dei ns "75" nel 1915 sul Carso, un colpo/5 secondi per decine e decine di batterie x giorni senza risultati ottimali)<br /><br /><b>Sgrat (2 mesi fa) </b><br />infatti questo è il punto chiave di quella campagna, come dicevo noi rispondevamo soprattutto coi mortai, ossia contrapponendo precisione alla forza dei grandi numeri...e va detto che finchè non arrivò l'ordine di ripiegare i russi misero piede esclusivamente nelle linee ungheresi e in piccoli tratti tenuti dalle camicie nere, subito ripresi dai nostri alpini, in stragrade minoranza contro gli avversari...<br /><br /><b>cesare196 (2 mesi fa) </b><br />In effetti la tattica d'artiglieria russa (e di fucileria,sono stati nel 1891 l'ultimo Paese a dotarsi di armi moderne)è sempre stata l'uso a massa,certo mutuato dal grande nemico Napoleone. Masse di uomini, di carri e di ordigni, solo col dopoguerra hanno affinato anche i dettagli,unendo alla massa anche la qualità dei reparti. Qualità nelle armi ne hanno sempre avuta,fin dall'era napoleonica (cannoni migliori e fucili migliori,miglior equipaggiamento invernale).<br /><br /><b>Sgrat (2 mesi fa) </b><br />stessa cosa in africa (anche se gli inglesi in questo caso non avevano milioni di contadini da mandare al macello come i sovietici, ma truppe fresche e rifornimenti, noi no per l'incompetenza strategica degli alti comandi)<br />per cui non si discute il valore ma la scarsa modernità dell'armamento, come dicevo all'inizio<br /><br /><b>cesare196 (2 mesi fa) </b><br />"Mancò la fortuna nn il valore".L'Impero non era armato in maniera "antiquata":non le era in toto!!!...e rimase mercè il dominio inglese delle rotte, senza carburanti,ricambi,cartucce,me dicinali.Nell'Impero c'erano molti soldati ma appoggiati da scarsi mezzi tecnici (cannoni aerei carri) e carri ed aerei erano veramente inadeguati.Era concepito come esercito coloniale, la repentina e sciocca entrata in guerra impedì la riorganizzazione in massa d'urto bellicamente efficace.<br /><br /><b>alxide (2 mesi fa) </b><br />I veneti dicevano: "avanti savoja che ea figa xe moja"... bastardi savoja!<br /><br /><b>SUONIVIOLENTINETWORK (2 mesi fa) </b><br />bel film cmq..<br /><br />un comandante un po pirla ma cmq<br /><br /><b>campocal (3 sett. fa) </b><br />perdonate l'ignoranza....ma l'uso di queste ridicolissime corazze, è davvero avvenuto nel corso del primo conflitto mondiale da parte delle nostre truppe?<br /><br /><b>MatsuTakakoNoFan (3 sett. fa) </b><br />Penso di sì: ce n'è una forata da una pallottola in mostra al museo della grande guerra di Rovereto (TN) e Lussu cita proprio l'episodio di questo film nel suo libro "un anno sull'altipiano".<br />Però le vere corazze Farina erano diverse cone forma.<br /><br /><b>campocal (3 sett. fa) </b><br />grazie mille per la delucidazione...incredibile apprendere quanta ignoranza c'è stata in Italia in quegli anni, far partecipare un esercito ad una guerra, armato solo di speranza, che schifo....<br /><br /><b>Ornadheim (1 sett. fa) </b>Non era solo in Italia, basti vedere le paurose negligenze presso gli eserciti francese e inglese, che da questo punto di vista erano messi ancor peggio<br /><br /><b>ben87casal (1 sett. fa) </b><br />A dir la verità, queste corazze venivano sì usate, ma non per gli assalti.. Che io sappia, erano usate dai soldati che erano di sentinella, dentro le trincee.. Anche i francesi ne usavano di simili, con un elmetto che copriva il cranio pesante più di 5 kg.. ovviamente, in caso di colpo diretto, non c'era scampo...<br /><br /><b>luigiduca (1 sett. fa) </b><br />Le corazze farina erano composta da una specie di pettorina stile corazzieri e un elmetto con una calotta e una sorta di riporto frontale composto da diversi strati di lamiera sovrapposti e veniva spesso usaato senza corazza. Uno zio di mio padre morto in guerra ne portava uno nelle azioni più rischiose tipo taglio dei reticolati etc. ma l'efficacia era scarsa come comprovato da foto che si possono trovare in rete googlando un po'.<br /><br /><b>alfistadoc (2 sett. fa) </b><br />i soldati romani vincevano grazie alle corazze! ma i soldati romani non correvano incontro alle pallottole delle mitragliatrici! leone che tu possa bruciare all´infernonon sei degno di venire ricordato in mezzo a questi eroi!<br /><br /><b>mithrandirsannita (2 sett. fa) </b><br />Se fossi stato li' un colpo al Generale non glielo toglieva nessuno, nel mezzo della battaglia...<br />invasato...<br /><br /><b>2975934 (2 sett. fa) </b><br />E' una assurdità mandare quei poveracci a farsi massacrare solo perchè uno stronzo di generale possa mettersi un altro paio di stellette sulle spalline.<br /><br /><b>HALHOMAR (3 giorni fa) </b><br />nel 1^ conflitto mondiale mancavano generali capaci di organizzare attacchi in campo aperto<br />c'erano però già le bombe a mano per aprirsi un varco nel filo spinato.<br />Il problema per l'Italia è sempre stata l'incapacità di investire in nuove armi<br />infatti si usavano fucili del 1891 un pò imprecisi.<br />Ma passiamo al film il soldato che si ribella è contro il re (oltre che contro il suo generale)<br /><br /><b>HALHOMAR (1 giorno fa) </b><br />..infatti all'attacco non va gridando savoia.....<br />tutti lo saranno stati e lui rappresenta la ribellione isolata<br />a quell'assurdo modo di cadere in combattimento.<br />eroi come anche chi armato di tronchese e corazza<br />si avviava per aprire un varco nel filo spinato.<br />un vivo ricordo d'eroismo va a enrico toti che a corto di pallottole<br />lanciava la sua stampella contro il nemico<br />Onori ai caduti di tutte le guerre<br /><br /><b>Pei1983 (6 ore fa) </b><br />Quel generale è una metafora della grande guerra.. pura follia!!<br /><br /><b>solosalernitana (3 ore fa) </b><br />Oggi 4-11-08, bisogna ricordare i fanti della grande guerra che seppure comandati da ufficiali spesso incapaci, hanno con il loro sacrificio completato l'unità nazionale.<br /><br /><b>HALHOMAR (24 minuti fa) </b><br />Non mi sembra che siano fantasie. La decimazione oltre che l'obbligo di andare avanti e di non osservare gli ordini ci sono state realmente.<br />Ne ha parlato anche il giornalista stasera prima della presentazione del discorso di NapolitanoMarco Ferrihttp://www.blogger.com/profile/05140572868802163219noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1295200022475780715.post-54961827912792660232008-09-16T13:22:00.000-07:002008-09-16T14:08:05.725-07:00Il ritorno del fan di Mastu TakakoIl 24 marzo 2008 ho postato un articolo (se volete leggerlo, cliccate <a href="http://ferrimarco.blogspot.com/2008/03/il-fan-di-takako-matsu.html">QUA</a>) riguardo a<strong> Takako</strong> (il nome) <strong>Matsu</strong> (il cognome), una cantante ed attrice giapponese della quale sono un fan sin ai tempi in cui vivevo in Giappone.<br /><br />Quella volta avevo provato a tradurre una sua canzone in italiano ed avevo aggiunto dei sottotitoli nel relativo video pubblicato poi su YouTube (Cliccate <a href="http://it.youtube.com/watch?v=9GOgJd4zNic">QUA</a> se volete vederlo) . Non contento dei pessimi risultati ottenuti, ho deciso di mettere su YouTube un'altro video, di un'altra canzone, sempre di Takako.<br />La differenza è che questa volta il video...l'ho creato io, raccogliendo da internet e dalla mia collezione una serie di immagini e facendone un filmato con i sottotitoli sia in giapponese che in Italiano.<br />Si tratta della canzone "<strong>Kimi Janakutemo Yokatta</strong>" contenuta nel suo secondo CD (<em>Ai No Tobira</em>, che vuol dire "<em>La porta dell'amore</em>"), una canzone che secondo me e' tra le sue migliori. Stranamente non fu mai pubblicata su singolo e non ne fu mai tratto un video. Non la cantò nemmeno duerante le prime due tournee della sua carriera (ero l'unico italiano presente alle due date a Nagoya) e non compare nemmeno nel DVD della sua terza tournee (alla quale purtroppo non ho potuto andare perche' ero in Italia).<br />Forse questa canzone non piace a Takako ma non importa: piace a me e mi basta come motivo per costruirci un video. Il fatto che al momento di pubblicare questo post, ossia a 24 ore dall'upload su youtube il video sia stato visto 113 volte, mi dice che forse non sono l'unico ad apprezzare questo brano. O forse che Takako ha tantissimi fan che stanno tutto il giorno davanti al PC aspettando nuovi video.<br />Quello che mi preoccupa è la traduzione. Sono sicuro di aver fatto parecchi sbagli ma meglio di così non sono riuscito a capire. Avevo provato anche con google ma... stendiamo un velo pietoso! Per esempio il verso che Takako canta ai minuti 2:51, dice "Hanataba ga kirai nanda, kareru kara kirai nanda" che significa "Odio i mazzi di fiori, li odio perchè appassiscono". ebbene, secondo google la traduzione è "E 'un mazzo KIRAI 'm A partire da asciutto KIRAI". Boh...voi ci riuscite a vedere un significato logico? Dato poi che Mamiko ha parecchio da fare con il piccolo M.Y. non sono stato a romperle le scatole ogni 2 per 3 chiedendole aiuto.<br /><br />Adesso possono succedere cose:<br /><br />-Niente di niente<br /><br />-Mi contaterà Takako in persona per ringraziarmi-<br /><br />-Mi contatterà l'avvocato di Takako<br /><br />Nella speranza che accada la seconda possibilità (od in alternativa la prima), ecco qua il video:<br /><br /><object height="344" width="425"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/SJTQ6kZOdqw&hl=it&fs=1"><param name="allowFullScreen" value="true"><embed src="http://www.youtube.com/v/SJTQ6kZOdqw&hl=it&fs=1" type="application/x-shockwave-flash" allowfullscreen="true" width="425" height="344"></embed></object><br /><br /><br />Una curiosità: la scritta che compare alla fine del video è un autografo con dedica di Takako in persona. Non l'ho mai incontrata (purtroppo) ma quando ero in Giappone una signora che conoscevo l'aveva incontrata e le aveva parlato del suo fan italiano...<br /><br />Buona visione.<br /><br />以前は松たか子のついてポストを書いた。(<a href="http://ferrimarco.blogspot.com/2008/03/il-fan-di-takako-matsu.html">ここ</a>にクリックしてみて)。その時大好きなマッチャンなビデオにイタリア語字幕スーパーをつけた(見たいものなら<a href="http://it.youtube.com/watch?v=9GOgJd4zNic">ここ</a>にクリックを)。今回は別なビデオで字幕スーパーをつけた。粉気のビデオは色々な写真を集まって自分で作った。この曲のタイトルはキミじゃなくてもよかっただ。マッチャン本人は一度もコンサートで歌ったことがない。多分彼女はこの曲が嫌いかもしれないが僕は逆にに好きだからビデオを作った。今回翻訳するなは大変だった。本当の意味を分かったかどうか分からない。麻美子ちゃんは子供とすごく忙しいので迷惑しないようにすべて自分で翻訳して見た。結果はいいかな?Marco Ferrihttp://www.blogger.com/profile/05140572868802163219noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-1295200022475780715.post-54320110271182933532008-09-07T14:28:00.000-07:002008-09-07T15:13:34.282-07:00A casa di Mylla e DavidPrologo:<br /><br /> Di solito scrivo dei miei viaggi DOPO averli fatti, guasi mai prima. Ciò perchè non so mai come andrà a finire ed in qualsiasi momento potrebbe scappare fuori un imprevisto che mi costringe a rimandare se non cancellare il viaggio.<br />In questo post farò un'eccezione.<br />Dal primo di settembre io, Mamiko ed il piccolo M.Y. siamo a Firenze. Quest'anno abbiamo deciso di non tornare in Giappone, sia perchè ci siamo tornati da poco, sia perchè pensiamo che un altro viaggio così lungo non faccia bene al piccolo M.Y.<br />Quindi abbiamo deciso per le vacanze in Toscana.<br />Abbiamo già incontrato un amico dei gloriosi tempi di Nagoya che ora è tornato a vivere in Italia con la sua famiglia, ma di lui ne parlerò in un altro post (sempre che nel frattempo lui non me lo vieti...).<br />Oggi parlerò di un incontro accaduto domenica 7 settembre.<br /><br />Ricordate Mylla? Ci siamo conosciuto via internet un bel po' di tempo fa tramite i rispettivi blogs (per leggere il suo, cliccate <a href="http://myllamobile.blogspot.com/">QUA</a>). Poi ci siamo incontrati una volta a Firenze, con suo marito (cliccate <a href="http://ferrimarco.blogspot.com/2008/05/back-to-italy.html">QUA</a> ed anche <a href="http://myllamobile.blogspot.com/2008/04/blog-connection.html">QUA</a>). Questa volta invece siamo andati a casa sua e ci ha presentato il piccolo Manuel.<br /><br /><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5243394935248121586" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; CURSOR: hand; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="http://3.bp.blogspot.com/_Kagi5JVXYRs/SMRH6bSL7vI/AAAAAAAAA9c/87eAFERTxi4/s400/ALIM0568.jpg" border="0" /><br /><strong>M.Y E MANUEL CON LE RISPETTIVE MAMME...</strong><br /><p><strong><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5243394931152513410" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; CURSOR: hand; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="http://4.bp.blogspot.com/_Kagi5JVXYRs/SMRH6MBt6YI/AAAAAAAAA9U/VUBTdnxC04g/s400/ALIM0566.jpg" border="0" />...E CON I RISPETTIVI BABBI.</strong></p>Era la prima volta che lo vedevamo infatti la volta precedente era ancora dentro il pancione di Mylla. L'abbiamo trovato molto bello. Quando l'ho preso in braccio, mi sembrava di esser tornato indietro nel tempo fino a qualche mese fa, quando anche M.Y. era così leggero. I due bimbi sembra che si siano piaciuti, anche se nessuno dei due parla e quindi non sappiamo esattamente che cosa pensano l'uno dell'altro. E nemmeno sembravano gelosi quando i rispettivi genitori tenevano in braccio l'altro bimbo e ci giocavano pure.<br />Abbiamo naturalmente perlato di tutto, dal lavoro alla famiglia ai -ma va?- bambini.<br />Ho visto che Mylla e David abitano in una bella casa, con un ampio giardino in cui Manuel si divertirà parecchio correndo, saltando, rotolandosi, ecc. Inoltre abbiamo notato che nella zona dove abitano c'è un'aria molto pulita, al contrario di altri posti (come Riccione in estate, con tutto quel traffico).<br />Purtroppo il tempo è stato tiranno e tra Manuel che si era addormentato e M.Y. che doveva fare il bagnetto quotidiano, ci siamo dovuti lasciare presto.<br />Adesso speriamo di incontrarci ancora, mentre siamo qua.<br />E direi che questo è tutto.<br /><br />Per chi se ne fosse chiesto il motivo: io non pubblico su internet le foto dei bambini piccoli (troppi pedofili maledettifiglidiputtanamorisserotutti in rete), quindi vi dovete accontentare delle foto con le faccie coperte da mosaici. Sorry.<br /><br />現在はフィレンツェにいる。今年は日本にも帰りません。なぜなら日本から帰ってきたばかりだし、M.Y.君は小さすぎてそんな長く飛行機中に体に良くないだと思う。(もちろん日本に生まれたので飛行機で日本からイタリアまで飛んだことあるが来年までこれは十分だ。) 来日しないので今年の休暇はトスカナに旅行することにしました。フィレンツェにいる間に友達を会いました。名古屋に住んでいた現在家族とイタリアに住んでいるイタリア人を会ったが彼については別なポストに書く。<br />7月7日日曜日ミッラさんとダワィッド(夫)の家にいてマヌエールちゃんをはじめて会った。<br />前回会った時にマヌエールちゃんはまだお母さんのお腹の中にあった。<br />彼とM.Y.君は一緒に遊んだ。<br />残念ながら時間がなかったのですぐに離れた。<br />フィレンツェにいる間にもう一回あいたい。<br /><br />Stay TunedMarco Ferrihttp://www.blogger.com/profile/05140572868802163219noreply@blogger.com1