venerdì 27 luglio 2007

SULLA STRADA DELLE 52 GALLERIE DEL MONTE PASUBIO (GIOVEDI 7 SETTEMBRE 2006)

(post ricopiato ed incollato dal precedente blog, ormai in disuso)

Giovedì 7 settembre io e la mia morosa siamo andati a fare trekking in una delle montagne più suggestive presenti in Italia: il monte Pasubio.



Un piccolo punto sulla cartina,una granda montagna nella realtà

Di solito per l'italiano medio, la parola Pasubio fa venire in mente uno degli indirizzi della RAI, magari qualcuno l'ha sentita in quanto c'è una via o piazza con tale nome nella propria città. Ma cos'ha questa montagna di così importante che le viene dedicato un nome di strada in guasi ogni città? Occorre fare un po' di storia (cercherò di esser breve).

Nel 1914 comincia la Prima Guerra mondiale o Grande Guerra (G.G.). Il regno d'Italia decide per il momento di non entrare, sperando che l'impero Austro-ungarico compri la neutralità italiana in cambio di Trento, Trieste e qualcos'altro. L'Impero non tratta e nel 1915 l'Italia entra in guerra.

Il Pasubio all'epoca era proprio sul confine tra il regno e l'impero (l'attuale confine tra le province di Trento e di Vicenza), ma agli occhi del generale Cadorna era solo un lato secondario del fronte (infatti Cadorna,fino al 1917-l'anno del suo siluramento dopo la disfatta di Caporetto-organizzerà ben 12 battaglie sanguinosissime sull'Isonzo, in Friuli). Non la pensò allo stesso modo la nemesi di Cadorna: il generale austro-ungarico Konrad, il quale anzi organizzò un attacco nel 1916 proprio su questo lato del fronte. La strategia era semplice: prendere alle spalle l'esercito italiano schierato sull'Isonzo mediante un'invasione dallo sguarnito fronte trentino (dal Pasubio all'altipiano di Asiago al Monte Grappa). Però l'invasione (la strapfexpedition) non diede i frutti sperati, facendo guadagnare a Konrad pochi chilometri pagati in migliaia di vite umane (un denominatore comune di tutta la guerra).

Quindi possiamo dire che il motivo per cui il Pasubio è famoso sta nel suo ruolo di montagna-fortezza contro l'invasione (non a caso il suo nome negli stradari si trova tra vie con nomi come Asiago, Nervesa, Cormons, Monte Grappa, Trento, Trieste, Montello, Vittorio Veneto, ecc.). Questo è il riassunto per quanto riguarda i motivi della fama del monte (anche se in realtà non è proprio un monte ma un massiccio montuoso). La storia è più complessa e chi vuole saperne di più può cominciare da http://www.cimeetrincee.it/ per poi passare ad altri siti ed anche libri ( http://www.edizionirossato.it/ ).


Ma cosa ha esattamente il Pasubio di interessante, tanto da giustificare una levataccia alle 4 del mattino, 4 ore di autostrada (Riccione-Bologna-Padova-Vicenza-Schio) più varie pause all'Autogrill, un pieno di Diesel ed ore sottratte al sacro sonno? Ma LA STRADA DELLE 52 GALLERIE, naturalmente! "Che cosa?", direte voi. Bene,continuiamo con la storia.

Dicevo che la Strafexpedition fece guadagnare solo pochi chilometri di suolo. Tuttavia tra questi "pochi chilometri guadagnati" c'erano alcuni monti adiacenti al Pasubio, dal quale i soldati austro-ungarici (i famosi KaiserJager) potevano bombardare impunemente la"Strada degli Scarubbi", la via d'accesso dalla valle alla cima del Pasubio. Quindi nacque l'esigenza di creare una nuova strada per portare la fanteria italiana da valle (Bocchetta Campiglia) al fronte (Porte Del Pasubio), una strada al riparo dall'artiglieria pesante nemica. Fu così che dal febbraio al dicembre 1917 la 33esima Compagnia Minatori lavorò costantemente giorno e notte per creare quella che Luigi Cadorna definì "Impresa da giganti,che nessun'altra opera eguaglia su tutta la fronte europea", un'opera che suscitò l'ammirazione sia del re d'Italia che del re del Belgio che la visitarono dopo il conflitto.

Ma ritorniamo a noi. Giovedì 7 settembre, appunto, siamo partiti alle 4 del mattino da Riccione e verso le 8:30 siamo usciti dal casello autostradale di Schio. Da qua abbiamo seguito i cartelli per Valli Del Pasubio (nome vero di un paese,lo giuro!), poi abbiamo proseguito per Rovereto, deviando in località Ponte Verde. Da Ponte verde abbiamo proseguito per Passo Xomo e siamo arrivati a Bocchetta Campiglia. Qua la strada finisce in un parcheggio ed abbiamo parcheggiato, appunto. Smontati, presi gli zaini, levati i sandali per indossare le scarpe e l'avventura è cominciata.

Non sto a far la cronaca dettagliatissima del viaggio, ma vorrei tanto far capire che la strada delle gallerie comincia a 1219 metri sul livello del mare per finire a 1934 m.s.l. E' lunga 6553 metri di cui 2280 metri in 51 gallerie (sarebbero 52,ma una è chiusa per frana). Si snoda lungo la fiancata del monte e non segue un percorso "naturale" ma artificiale, scavato picconata dopo picconata (ed anche con l'esplosivo) nella viva roccia. I paesaggi visibili lungo il sentiero nei giorni di sole, sono a dir poco mozzafiato. Io l'avevo visitata l'anno scorso da solo e decisi di tornarci, da quanto mi piacque. Inoltre l'anno scorso incontrai molte nuvole che m'impedirono di godermi i panorami.

Delle 52 gallerie, vorrei citarne alcune che mi hanno particolarmente colpito (anche perché citarne 52 è troppo lungo).


La prima di 52

La prima è l'unica rivestita in cemento,con incisi i nomi sia delle centurie che parteciparono alla costruzione,sia la frase latina EX ARDVIS PERPETVVM NOMEN ossia "(da) grandi imprese (nasce la) gloria eterna". Lunga 17 metri, è la galleria più fotografata dai turisti (non solo italiani ma anche molti austriaci e tedeschi) e dopo la guerra le fu dato il nome del capitano Giuseppe Zappa. Alla sua uscita ci sono delle sbarre per impedire l'accesso con le biciclette perché molti idioti partivano convinti di farcela e poi se ne sono accorti!

La 19esima è la più lunga (318 metri). Vorrei precisare/avvisare chiunque vorrà percorrere questa strada che E' ASSOLUTAMENTE NECESSARIA LA TORCIA. Le gallerie erano illuminate durante la G.G., oggi non lo sono più e siccome alcune sono basse, il pavimento spesso è accidentato e sono rese scivolose dalle infiltrazioni idriche, chiunque voglia percorrerle al buio, lo farà a suo rischio e pericolo. Uomo avvisato....

L'uscita della ventesima


La numero 20, dedicata al generale Cadorna, è lunga 86 metri ed ha la particolarità di salire a tortiglione per una ventina di metri e sbuca in un bellissimo pinnacolo di roccia.

Dopo la 31eima, si arriva in località Forni Alti e ci si accorge che il paesaggio è cambiato. La mia prima impressione fu di non esser più in Italia ed infatti dissi ad alta voce "Sembra di essere sulle Ande!!!"

Dopo la 40esima, è il sentiero che cambia, diventando più accidentato, con buona pace dei piedi doloranti. Ogni tanto si incontrano cartelli indicatori in legno. Il mio consiglio è di non far di testa propria e di seguirli. Ogni tanto infatti nel passato qualcuno ci ha lasciato le penne. Sopratutto chi si è cimentato nell'impresa durante l'inverno.


Non sembra un profilo?


Il mio profilo?

Poi il resto del paesaggio è farcito di panorami stupendi, tornanti mozzafiato, caverne artificiali usate come depositi durante la G.G., piattaforme di cemento armato che sono tutto ciò che resta delle basi di arrivo delle teleferiche, anelli piantati sulla parete rocciosa che un tempo reggevano corrimani, muri anti-frane, piattaforme un tempo usate per i cannoni, fiori di montagna (ma neanche una stella alpina, accidenti!!!), rocce che sembrano profili, pinnacoli naturali che sembrano simboli fallici (come in tutte le montagne), aria pura, silenzi incredibili, vallate piene di alberi e rocce, visuali indescrivibili e tante altre cose che in pianura non vedremo mai.

Sembra che un pittore,dopo aver dipinto il paesaggio, si sia divertito a tracciarci una riga bianca trasversale...

Verso la 46esima galleria (tutta in salita) vediamo due temerari percorrerla in senso inverso.in mountain-bike!!! Faccio in tempo ad urlargli "State attenti che in bicicletta laggiù diventa pericoloso!" che loro sono spariti (magari pensando "Ma fatti i BIIIIP tuoi!!!"). Saranno arrivati a valle? Secondo me si saranno arresi dopo qualche galleria e saranno tornati indietro. Per la cronaca, la strada delle 52 gallerie non è l'unica per arrivare a Porte del Pasubio: ci sono anche la strada degli Scarubbi (che percorreremo per il ritorno) e la Strada degli Eroi,dedicata alle medaglie d'oro del Pasubio.Entrambe sono percorribili in mountain-bike.


Finalmente!!!!

Dopo 4 ore di cammino,finalmente eccoci alla 52esima galleria. Era nuvoloso (nel senso che eravamo dentro una nuvola che ci pareva fosse nebbia) ma non freddo.

Passata la 52esima.eccoci a Porte Del Pasubio,dove abbiamo mangiato polenta,funghi,salsiccia e formaggio al Rifugio Papa (già ospedale durante la G.G.,nel corso degli anni venne allargato e trasformato nello stato attuale).

Finito di mangiare, io avrei voluto visitare la Zona Sacra del Pasubio,zona che per legge deve essere conservata intatta.Fu teatro dei violentissimo scontri del 1916,Si dice che sotto le rocce ci siano ancora dei corpi di soldati defunti e mai trovati. Non si sa perché; ma la Strada delle 52 Gallerie (al contrario della Strada degli Eroi) non fu inclusa nella zona sacra e venne quindi abbandonata alle intemperie e dimenticata,forse perché; una volta finita la G.G. i soldati tornarono a casa e cercarono di dimenticare gli orrori del conflitto. Quando anni dopo il CAI (Club Alpino Italiano) di Schio decise di restaurare l'opera,la trovò in uno stato pietoso:frane,gallerie chiuse,intasate,allagate,ecc.Dopo anni di lavori, i volontari del CAI riuscirono a ripulire,rinforzare con lavori di cemento,e la strada fu riaperta,stavolta non ai soldati ma ai turisti.


La Strada degli Scarubbi,la strada del ritorno.

Per tornare indietro abbiamo percorso la strada degli Scarubbi,ai cui lati si possono ancora vedere i crateri provocati dai bombardamenti.Tutta in discesa,con una sola galleria,ma molto stancante ugualmente.Ci sono pure molti tornanti,che si possono evitare tramite "scorciatoie" che però consiglierei solo a chi è abituato a percorsi impervi. Abbiamo pure incontrato dei ciclisti che la percorrevano in salita. L'anno scorso invece ricordo un uomo che ci faceva jogging,in salita.

Il sacrario alle mie spalle

Finita la strada degli Scarubbi, invece di tornare a casa,abbiamo deciso di visitare l'Ossario,a pochi Km di distanza (anche perché sapevo che c'era un bar aperto.).In macchina i piedi erano mooolto doloranti,ma dato che eravamo lì..


Pace all'anima loro....

Il Sacrario-Sacello del Pasubio sorge sul Colle Bellavista, fu inaugurato nel 1926 e si compone di un basamento sormontato da una terrazza sulla quale si innalza una torre.E' alto 35 metri. Nel basamento c'è l'accesso all'ossario. Uno stretto corridoio segue il perimetro dell'edificio, sul quale si aprono celle chiuse da porte traforate, attaverso le quali sono visibili le ossa ed i teschi dei caduti ignoti. Volendo, li si potrebbe toccare con un dito, ma non l'abbiamo voluto fare. L'Ossario raccoglie le salme di 13.000 caduti italiani e austriaci noti e ignoti. C'è anche la tomba del generale Pecori Girardi, che morì molto dopo la G.G. ma che scrisse nel testamento che voleva riposare insieme ai suoi soldati. Fu accontentato.Nei piani alti c'è una cappella con mura decorate con affreschi aventi come soggetto la guerra.

Dopo la visita al sacrario, un bel caffè al bar adiacente (il quale vende anche ottimi libri di storia e guide turistiche), una visita al bagno e poi partenza. Si torna a casa.

Ora, dopo guasi due settimane,posso dire che è stata una bella esperienza. Penso che potrebbe piacere a tutti. Anche a chi non è mai stato in montagna. E qui si tratta di una montagna che è un pezzo di storia italiana.

Le foto del viaggio (commentate sia in Italiano che in giapponese ad uso e consumo dei miei amici del Sol Levante,e per la cui traduzione non finirò mai di ringraziare la mia morosa-forse la prima giapponese a percorrere questa strada) sono nel sito: http://fotoalbum.marcoferri.eu/ cliccate sulla casella Monte Pasubio 7/9/06 e si apriranno delle sottocategorie (le foto erano troppe,non ci stavano in una categoria sola) che una volta cliccate,vi mostreranno il tragitto.

Ps: alcune foto risalgono all'anno scorso: non mi sembrava il caso di scattare le stesse cose due volte...

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