giovedì 12 novembre 2009

Nel ventennale della caduta del muro

A BERLINO NEL 1989, CON UN PEZZO DI MURO IN UNA MANO, UNA CARTOLINA NELL'ALTRA ED IL MURO ALLE MIE SPALLE

Il 9 novembre 2009 a Berlino hanno festeggiato il ventesimo anniversario della caduta del muro di Berlino e ne hanno parlato tutti: radio, TV, giornali, ecc e quindi anche io ne scrivo su questo blog perchè io quel muro l'ho visto e l'ho toccato (e martellato).
Se mi chiedessero dove ero io quel giorno, la risposta sarebbe "In Germania, a Monaco di Baviera" in quanto dal settembre 1988 alla primavera del 1990, l'anno dei mondiali in Italia, ci ho vissuto, lavorando allo Sheraton Hotel, ad Arabella Park (Per vedere uno slide-show di foto scattate in quel periodo, cliccate QUA) come cameriere. Ricordo che quel giorno sono andato a mangiare nella sala-mensa ed ho viso tutti i colleghi accalcarsi davanti alla TV. Ho chiesto ad un italiano (allo Sheraton lavorava gente da tutto il mondo) che stava succedendo e lui parecchio eccitato mi disse che a Berlino stavano spaccando il muro. Io il tedesco non lo capivo, quindi quelle immagini commentate in un idioma a me sconosciuto mi parvero paurose. Temevo che da un momento all'altro da una torretta sarebbe partita una raffica di mitragliatrice contro quella gente. Per fortuna mi sbagliai.
E questo è quello che ricordo di quel giorno.
Durante il periodo che ho lavorato allo Sheraton, abitavo nella loro casa del personale che era un condomino parecchio anti-estetico nonchè distante dall'hotel, condividendo la stanza con Andrea di Piteccio (PT) e Stefano di Cortona (AR) i quali oltre che compagni d'appartamento erano anche colleghi di lavoro ossia anche loro camerieri al ristorante Atrium (Nello Sheraton c'erano -non so se la situazione è cambiata in questi 20 anni- due ristoranti: l'Atrium e l'Halt Bayern Stube, oltre che un sandwich Bar e tutti aperti anche ai non clienti dell'albergo). Essendo colleghi nello stesso ristorante, era rarissimo che tutti e tre si avessimo un giorno libero contemporaneamente, figuriamoci quindi la sorpresa quando il direttore del ristorante (il defunto Hans Willeim Kessler) ci diede a tutti e tre ben due-dico-due giorni liberi! Decidemmo di approfittarne per noleggiare un'auto approfittando dello sconto del 50% che l'Avis -o la Herz, non ricodo- che aveva un ufficio nello Sheraton, offriva a noi dipendenti per andare da qualche parte. Ho dimenticato chi di noi tre propose Berlino ma l'idea piacque a tutti, dato che avevamo il sentore che entro breve quel muro sarebbe sparito e che quella sarebbe potuta essere per noi l'unica occasione di vederlo ancora in piedi.
ANCHE IO HO PICCONATO IL MURO...
Il viaggio in macchina lo fecimo di notte. Io ero un bel po' cotto in quanto mi ero svegliato alle 4:30 del mattino. La ragione era che dovendo sempre cominciare alle 6:00 ed essendo la casa del personale dalla parte opposta di Monaco, per prendere le giuste coincidenze della metropolitana, dovevo uscire di casa alle 5:00. Andrea, pensando che tanto non ne avrebbe avuto bisogno in Germania, aveva lasciato la patente in Italia e per non rischiare multe decidemmo che lui avrebbe fatto il navigatore ed io e Stefano a turno gli autisti.
Data la stanchezza, io mi sdraiai sui dedili posteriori e mi addormentai, risvegliandomi al confine. Andrea, come ho scritto, non aveva la patente ma noi sì. Ebbene, (punizione del destino?) noi eravamo sprovvisti di passaporto mentre lui ce l'aveva! Ripensandoci 20 anni dopo, siamo stati un po' sciocchi a partire senza nemmeno informarci dei documenti necessari, ma eravamo giovani e pensavamo che dato che per entrare nella Germania Federale (BD) bastava la carta d'identità, lo stesso sarebbe valso per entrare nella Repubblica Democratica Tedesca (DDR). Al confine scoprimmo che non era così e che per entrare avremmo dovuto fare uno speciale permesso d'entrata (a pagamento, naturalmente) simile nell'aspetto al permesso di soggiorno per cittadini extracomunitari emesso dalla questura italiana. Insomma, ci siamo lasciati scattare le fotografie, abbiamo pagato e con il foglio in mano siamo entrati nella DDR.
Dal confine fino a Berlino non abbiamo visto niente perchè era buio. Arrivati a Berlino, siamo andati alla dogana e siamo rientrati nella BD, con la polizia di frontiera della DDR che ci ritirò il foglio ottenuto all'altro confine. Stava albeggiando, abbiamo fatto colazione in un bar e siamo andati alla ricerca di un hotel, trovandolo da qualche parte. Non ne ricordo il nome. Poi siamo andati a cercare il muro per fotografarlo. Durante il tragitto ricordo che abbiamo visto un palazzo di 4 o 5 piani in fiamme, con i fuochi che uscivano da tutte le finestre.

TURISTI A BERLINO (DA SINISTRA:IO, STEFANO ED ANDREA)
Il muro era ancora in piedi, tutto ricoperto di murales, con decine di persone armate di martelli e scalpelli che lo picconavano, chi per estrarne pezzi da rivendere come souvenirs, chi per scattare una foto, chi per disprezzo nei confronti della costruzione. Io, Andrea e stefano presimo in prestito un martello ed uno scalpello da un "picconatore" ed a turno ci scattammo una foto ricordo. C'era poi una bancarella improvvisata dove un uomo vendeva T-shirts pezzi di muro di varie dimensioni, i più piccoli dei quali si torvavano racchiusi in vaschette di plexiglass lunghe due centimetri e larghe uno, dal prezzo di 5 marchi tedeschi al pezzo. Ne comprai un paio, uno dei quali lo persi non so dove nè quando. L'altro pezzo invece, una volta tornato a Monaco, lo feci traforare da un meccanico dello Sheraton (ci lavoravano anche meccanici, elettricisti e riparatori a tempo pieno. Un albergo da 650 camere ha sempre bisogno di riparatori disponibili 24 ore su 24) per fargli infilare un anello in modo di poterlo usare come portachiavi. Recentemente, dopo averlo avuto com eme nel mio mazzo di chiavi, anche in Inghilterra ed in Giappone, la parte di plexiglass traforata si è staccata ed ora lo conservo in un cassetto. Prima o poi dovrò trovare il modo per riparare quella vaschetta.

SOUVENIRS DEL MURO DI BERLINO...
Tornando al muro, ogni tanto si vedevano delle torrete di legno usate dalla gente per sbirciare dall'altra parte. Su una di esse ho scattato qualche foto. Dopo la classica foto da turisti sotto il cartellone che avvisava la gente che stavano per lasciare il settore americano (cartellone che oggi probabilmente si trova in un museo) siamo rimontati in macchina. Dopo aver ascoltato lacanzone "Le ragazze dell'Est" di Claudio Baglioni in un'audio-cassetta che ci eravamo portati dietro, ricordo che io dissi "ed ora andiamo a vederla anche noi, le ragazze dell'Est".Arrivati al primo varco, ci viene detto che i non-tedeschi potevano attraversare il confine solo ed esclusivamente dal posto di frontiera detto Check Point Charlie. Dopo averlo trovato, ci viene detto che non abbiamo il passaporto. morale: un'altra volta il foglio che fecimo al confine tra le due germanie quella stessa mattina ed altri soldi che presero il volo con Andrea -l'unico dei tre con il passaporto- che rideva di gusto per vendicarsi del fatto che durante il viaggio di notte l'avevamo preso in giro perchè noi la patente ce l'avevamo dietro e lui no.

A BERLINO EST
Arrivati dall'altra parte del muro, abbiamo visto una città diversa, vecchia, degradata, grigia. Il tempo brutto poi non ci ha aiutato ad apprezzarla. Sembrava che là il tempo si fosse fermato alla fine della guerra. Le macchine erano tutto vecchie Tramband, di quelle che nella BD si vedevano solo nei musei. Noi guidavamo un Golf GTD e tutto i tedeschi dell'Est la guardavano cme se fosse stata una Ferrari od una Rolls Royce. Oggi le cose sono cambiate ma quella volta era veramente così. Tra le poche cose che ricordo di quella parte della città ci sono le due statue di Marx ed Engels, il primo seduto, l'altro in piedi. Erano veramente mastodontiche e mi sono divertito a farmi scattare tre foto, due seduto sulle gambe di Marx (e per salirci mi son dovuto arrampicare come un funambulo) e l'altra tenendo per mano Engels come un bimbo. Ad Alexander Platz (che io conoscevo per via della canzone di Franco Battiato) ho voluto entrare nella metropolitana per vedere com'era. Una volta stanchi di Berlino Est, tornammo nella parte ovest, per goderci un po' Berlino di notte ma purtroppo il tempo ha cancellato parecchi ricordi di quella parte del viaggio.

BERLINO EST. UNA FOTO CHE QUALCHE MESE PRIMA MI AVREBBERO ARRESTATO PER AVERLA SCATTATA
Il giorno dopo abbiamo deciso di allungare un po' la strada del ritorno per vedere anche Lipsia. Dopo aver attraversato ancora il confine (altri soldi per il permesso che ci lasciarono) ed aver guidato a velocità eccessiva, poco prima di Lipsia...ci fermò una pattuglia della polizia. Io già mi vedevo arrestato come spia dalla Stasi, rinchiuso in un gulag e torturato per confessare chissà quali segreti. Invece ci appiopparono una mega multa esagerata per eccesso di velocità! Il bello è che prima di partire da Monaco parecchi colleghi tedeschi ci avevano avvisato che nella DDR le multe per eccesso di velocità erano super-salate e che la polizia era molto severa. A dire il vero la cifra che volevano farci pagare era maggiore di quella che potevamo permetterci ed alla fine ci fecero uno sconto (grazie, eh?). Dopo esserci promessi a vicenda che mai e poi mai avremmo detto a nessuno della multa (promessa che io non mantenni....) arrivammo a Lipsia.
Di quella città ricordo solo il centro commerciale, con articoli che nella parte capitalista dell'Europa non si vedevano da decenni. Infine arrivò la notte ed arrivammo incolumi a Monaco.
Dato che il giorno dopo io (l'unico dei tre che lavorava al turno mattiniero) avrei dovuto consegnare la macchina entro le 10:00 e col serbatoio pieno, persimo un'oretta buona a cercare un distributore, trovandone uno vicino allo Sheraton (come ho già scritto, dalla parte opposta da dove abitavamo noi). Mesi dopo ci mangiammo le mani scoprendo che c'era un distributore anche vicino al nostro appartamento, solo che era dalla parte opposta della strada che percorrevamo sempre noi da e per il centro o da e per il posto di lavoro....

T-SHIRT IN VENDITA A BERLINO OVEST
Insomma, furono due giorni pieni, stancanti ma belli. Per la prima volta (e per me l'ultima. Per Andrea e Stefano non lo so) vidi il muro tutto intero e mi feci un'idea di come poteva essere la vita nell'Europa dell'Est. Qualche mese dopo lasciai la Germania e successivamente seppi dell'unificazione delle due germanie in uno stato unitario dai giornali.Oggi Berlino (almeno stando a sentire i mass media) è completamente cambiata da come l'avevo vista io. Magari un giorno ci tornerò e ne scriverò in un altro post.

ALTRE T-SHIRTS. PECCATO NON AVERLE COMPRATE...
Ps: Per vedere le foto scattate in quei due giorni, cliccate QUA