venerdì 30 novembre 2007

A Kobe con Nicola Manuli

26 novembre 2007

Lunedi 26 novembre (ossia il giorno dopo la cena con gli altri italiani di cui parlo nel post precedente) sono andato ad Osaka a trovare Nicola Manuli. Quando io vivevo a Nagoya lui era chef del ristorante Girasole. Ricordo che ci fu un periodo che andavo ogni giorno (be'...guasi ogni giorno) da Sakae (pieno centro di Nagoya) a Ozone (in zona nord-ovest, 45 minuti in bicicletta) a trovarlo ed a chiacchierare un po' con lui. Qualche volta l'ho aiutato nel lavoro, soprattutto quando patecipava come chef alle feste italiane organizzate dai grandi magazzini (feste in cui vendono parecchi prodotti italiani. Le fanno a rotazione su vari paesi del mondo).
CON NICOLA MANULI

Quando sono tornato in Italia, Nicola ha intrapreso altri percorsi professionali che l'han portato alla fine a vivere e lavorare ad Osaka e da un anno a questa parte a lavorare a Kobe, ad un'oretta di treno da Osaka (dove continua a risiedere). Ogni anno che torno in Giappone cerco di andare a trovarlo. L'anno scorso (vedi i primi post di questo blog) ci siamo incontrati in 4 (io, Mamiko, lui e sua moglie Kyoko) a Nara, l'antichissima capitale del Giappone, quella che custodisce il grande Buddah di bronzo che oltre ad essere nella lista dei beni dell'umanita' dell'UNESCO e' pure la piu' grande ed antica scultura di bronzo tutt'ora esistente al mondo. Quest'anno invece sono andato a trovarlo (Mamiko non e' venuta perche' col pancione fa fatica a sostenere lunghi viaggi in treno) ad Osaka.
IL LUOGO DELL'INCONTRO
Sua moglie non e' potuta venire, quindi io e lui siamo andati a fare i turisti a Kobe. Appena arrivati alla stazione Sannomiya di Kobe, siamo andati a piedi fino all'hotel Crowne Plaza, nel cui ristorante "Terrace" Nicola lavora come capo chef (avevamo stabilito di incontrarci di lunedi in quanto e' il suo giorno libero). Qua abbiamo abbondantemente trangugiato attingendo a piene mani dal buffet nel quale mi hanno colpito una riproduzione della torre di Pisa e dell'arco di trionfo di zucchero ed una casetta fatta con biscotti e caramelle che se avessi avuto la possibilita' l'avrei divorata davanti a tutti (per vedere tutte le foto http://fotoalbum.marcoferri.eu/ )
EVVIVA LA TORRE DI PISA!
Siccome Nicola e' lo chef, tutti i dipendenti (cuochi e camerieri) son venuti a salutarci. Dopo il dolce (squisiti, i pezzi di ciambella bagnati nella cascata di cioccolato -vedi il video) ero pieno ma...ci portano un calzone farcito come regalino! Per non offendere nessuno ho obbligato il mio stomaco ad estendersi ulteriormente per far spazio (7 mesi di dieta buttati via!)
Dopo pranzo siamo andati con l'autobus fino al porto, scendendo al parco Meriken. Kobe e' diventata famosa in Europa per via del terribile terremoto del 1995 (7,3 gradi della scala Richter) che uccise 4.600 persone, lasciandone 240.000 senza tetto. Oggi la citta' e' stata ricostruita (almeno le parti che ho visto io) e niente lascia pensare al terremoto. Niente tranne un pezzetto del porto, un'area di pochi metri quadrati lasciata tale e quale come era dopo quel fatidico 17 gennaio 1995 e dichiarata monumento alla memoria. Facilmente raggiungibile, senza biglietto d'ingresso, merita una visita. Se non altro per non dimenticare ed anzi per ricordarsi sempre cos'e' e che danni puo' fare una scossa tellurica.
IL MEMORIAL PARK DEL TERREMOTO
Poi a piedi siamo andati (dopo esser rimasti colpiti da un mega-motoscafo in esposizione) fino ad un'altro simbolo di Kobe: la Port Tower, una torre di metallo alta 108 metri di colore rosso. Non so esattamente per quale motivo sia stata costruita (non credo come trasmettitore televisivo tipo quella di Nagoya, ne' come torre d'avvistamento) ma di sicuro da lassu' la visuale sarebbe stata bellissima e quindi non abbiamo esitato. L'osservatorio dove sono ammessi i turisti e' a 98 metri e si usa l'ascensore. Personalmente avrei preferito le scale (lo sforzo aggiunge valore alla scalata, secondo me) come quando sono salito sul campanile del Giotto a Firenze o sulla torre degli Asinelli di Bologna (che sudate!) ma mi sa che Nicola non sarebbe stato d'accordo.
LA KOBE PORT TOWER
Effettivamente da lassu' si gode una bella vista panoramica. C'e' anche un ristorante che gira, come quelli sulle torri della TV di Monaco di Baviera e di Vienna.
SULLA KOBE PORT TOWER (a 98 metri)
Peccato non aver avuto piu' tempo di fare i turisti, perche' alle 18:00 avrei dovuto prendere il treno da Osaka a Nagoya, quindi una volta scesi dalla torre abbiamo preso l'autobus turistico (sembrava uno di quelli degli anni '30) e siamo tornati alla stazione Sannomiya. Da la' il treno per Osaka e poi la metropolitana per la stazione Namba da cui partono i treni della linea Kintetsu per Nagoya (In alternativa si puo' usare il treno alta velocita' shinkansen, ma costa 4 volte di piu'...). Qua ci siamo salutati e sono tornato a Nagoya. Insomma, una giornata piena.

AUTOBUS TURISTICO
Mi piacerebbe (ma gia' lo so che non e' possibile) incontrare ancora Nicola, mentre sono in Giappone. Magari ci incontreremo (come l'anno scorso) a Milano, la sua citta', se e quando decidera' di andarci in vacanza.
Concludo con 4 video:
ARRIVO A KOBE E PRANZO
(CLICCA LA FOTO E GUARDA IL VIDEO)
A SPASSO PER IL PORTO
SULLA KOBE PORT TOWER
RITORNO IN AUTOBUS
e per finire:
SOUVENIR DI KOBE

Stay Tuned.

martedì 27 novembre 2007

CENA CON AMICI ITALIANI

25 novembre 2007

Molti, quando sono in Italia mi chiedono se ci sono italiani che vivono in Giappone. La risposta non puo' che essere una sola: "SI'". Infatti ce ne sono, certo, non ai livelli di Londra (in cui risiedono piu' italiani che a Rimini e Riccione messe insieme) ma qualcuno c'e'.
Da due annetti a questa parte, poi, l'apertura del Villaggio Italia (vedi proprio questo blog in data giovedi 8 novembre 2007) ha fatto aumentare il numero degli italiani residenti a Nagoya. Insomma, chi si trova qua e cerca qualche connazionale, prima o poi lo trova.Quando qua in Giappone ci vivevo e ci lavoravo, uscivo spesso con un gruppetto di amici italiani. Il piu' delle volte ci si incontrava a quattr'occhi, ma una volta al mese riuscivamo anche ad incontrarci in gruppo.
CON GERMANO
Ogni volta che torno qua, cerco di mantenere la tradizione dell'incontro (pare che da quando me ne sono andato, non si vedano tra di loro piu' tanto) ed anche quest'anno (domenica 25 novembre) ci sono riuscito.
Alla cena hanno partecipato Lucia Carassia Mori di Roma (ma ha vissuto per anni a Bolzano e poi a Venezia), che e' venuta apposta da Kamakura (vicino a Tokyo) e che per tale gesto non finiro' mai di ringraziarla, Nadia Caratto Oya di San Remo con sua figlia, Germano Monferrini di Baveno (sul Lago Maggiore) e Matteo B. di Fogliano Redipuglia con sua figlia.
LUCIA (a sinistra) E NADIA (a destra)
Poi, verso le 20:00 Matteo e' dovuto tornare a casa. Peccato che non abbia potuto aspettare una mezz'oretta, altrimenti avrebbe incontrato altri due italiani del "gruppo storico" e che pare non abbia incontrato da qualche anno: Giovanni Gnudi di Portomaggiore (provincia di Ferrara) e Franco Chiocca di Procida (NA) che e' venuto con Maki, la sua futura moglie.
(da sinistra) FRANCO,MAKI,IO E GIOVANNI
Poi il tempo e' trascorso e tutti si aveva voglia di caffe'. Dato che quel locale non lo serviva, ci siamo trasferiti armi & bagagli ad un Mister Donuts, sempre in zona stazione centrale. Nel frattempo il marito di Nadia era venuto a portare a casa la bambina e Giovanni ha dovuto lasciarci perche' aveva delle cose da fare.Alla fine, dopo esserci rimpinzati di donuts e di caffe', si erano ormai fatte le 23:00 e siamo tornati ognuno a casa propria.Dopo tanto tempo, e' stato bello incontrarli tutti quanti. Chissa' se riusciro' ad organizzare un'altra cena, prima di partire. Nel frattempo alcuni (tra cui anche io) hanno promesso a Franco di esserci al suo matrimonio, il 5 dicembre, quindi in qualche modo ci rivedremo.
MATTEO B.
E naturalmente non potevo concludere questo post senza metterci anche un mini-video della serata, video nel quale potrete vedere i protagonisti della cena in azione e sentirne le voci. Buona visione.
CLICCA L'IMMAGINE E GUARDA IL VIDEO
Stay Tuned.

venerdì 23 novembre 2007

Disserzione sulla metropolitana

Se c'e' una cosa (a dire il vero ce ne sono parecchie) che una volta che sono tornato a Riccione da Nagoya mi manca tanto, e' la metropolitana. A Rimini ed a Riccione, se ci si vuole muovere non ci sono alternative: o un sevizio di autobus che fa ridere (salverei solo la linea 11, come frequenza), o la macchina, o la bicicletta o a piedi. E basta. Se si deve andare a Rimini da Riccione d'estate e piove...meglio portarsi qualche panino e da leggere, perche' sara' mooolto lunga! Ecco perche' mi manca questo impagabile mezzo di trasporto.
Mi piacerebbe tanto una bella metropolitana con tutti i crismi: sotterranea, con abbastanza stazioni da non dover camminare chilometri per arrivare a quella piu' vicina, che colleghi tutti i punti importanti (l'aeroporto, la stazione, la zona industriale, le zone commerciali, i vari quartieri) tra di loro e sopratutto aperta da mattina presto fino a tardi. Invece quello che vogliono fare gli amministratori comunali riminesi e riccionesi e' un obrobrio di strada chiusa al traffico ma riservata solo agli autobus (diesel, mica elettrici) che oltre a non servire dove la vogliono costruire loro, costera' una barca di soldi pubblici (Ed io pago! Ed io pago!) e dividera' Rimini e Riccione in due zone: lato mare e lato monte con un "muro" in mezzo. Oltretutto per costruirla, oltre a dover espropriare case abitate, devono chiudere al traffico alcuni viali gia' esistenti ed usatissimi dalla gente.
Vabbon, inutile incazzarsi. Torniamo alla metropolitana di Nagoya.
In Giappone quando si prende la metropolitana occorre stabilire l'importo da pagare basandosi sul tabellone con tutti i prezzi per ogni stazione, quindi pagare l'importo dovuto nella macchinetta (accetta sia monete che banconote, da' il resto), poi si ritira il biglietto e lo si infila nell'apposita fessura prima di passare nel cancelletto automatico e poi lo si ritira da un'altra fessura una volta entrati. Guai a buttarlo via: quando si esce, si deve infilarlo nella fessura del cancello d'uscita. Se non si e' pagato abbastanza, il cancello non si apre (in compenso suona e ci si fa pure una brutta figura davanti agli altri) e ci si si deve recare all'apposita macchinetta per pagare la differenza, Niente male, eh? Cosi' i furbi non possono viaggiare gratis. A richiesta esistono abbonamenti o tessere magnetiche prepagate.Giusto l'altro giorno l'ho presa dalla stazione di Nagoya a Hisaya-Oodori (vicino a Sakae, in pieno centro a Nagoya).
Ecco il video, buona visione:



CLICCA L'IMMAGINE E GUARDA IL VIDEO

Alla prossima.
Stay Tuned.

mercoledì 21 novembre 2007

IN TRENO DA SAYA A NAGOYA

Giovedi 22 novembre 2007

In questi giorni posto poco perche' combino poco. Prima o poi doveva succedere. D'altra parte quest'anno non e' come quelli precedenti che stavo poco tempo e quindi volevo fare tutto e subito. Quest'anno sono qua per un motivo ben preciso ed importante (il prossimo mese divento babbo), quindi staro' molto tempo in piu' rispetto agli anni precedenti e me la prendero' comoda. Ecco perche' combino poco. Per esempio ieri sono andato a Nagoya ad incontrare un paio di ex studenti con i quali ho pranzato. Lui si chiama Hiroaki, lei Miyako.



PRANZO CON DUE EX STUDENTI

Poi ho fatto dei giri filmando e fotografando. Piano piano cerchero' di mettere quei film e quelle foto on line. Intanto ecco qua il primo, una piccola sfida: concentrare un viaggio in treno della durata di una mezz'ora in un clip da 5 minuti e (per la prima volta da quando uso il Magix Video), con l'aggiunta di una colonna sonora. Risultato? Giudicate voi:

IN TRENO DA SAYA A NAGOYA (Clicca la foto per vedere il video)

Stay Tuned.

sabato 17 novembre 2007

Al ristorante Pizza Piero (Nagoya)

Sabato 17 novembre 2007

A mezz'ora di macchina dalla casa di Mamiko si trova un grande centro commerciale dove c'e' un grosso negozio di giocattoli della catena americana TOYS "R" US (Che si pronuncia "tois ar as", e che tradotto vorrebbe dire "i giocattoli siamo noi". Che fantasia, eh?) dove avevo pensato di andare per comprare qualche gioco per il bimbo che se tutto va bene tra un mese nascera' (il nome l'abbiamo gia' scelto, ma e' inutile chiedere, lo riveleremo dopo la nascita, tie'!). A due passi da questo centro commerciale si trova una piccola pizzeria che e' una delle rarissime a Nagoya dove il pizzaiolo (che in questo caso -fatto ancora piu' raro- ne e' pure proprietario) e' italiano. Lui si chiama Piero e la sua pizzeria si chiama "Pizza Piero". Cosi' abbiamo deciso di mangiare proprio da lui.Erano 2 o tre anni che non ci vedevamo. Sia lui che sia moglie Sachiko mi hanno riconosciuto. Mentre lavorava, siamo riusciti a parlare un po' del piu' e del meno, e sopratutto degli altri italiani che conosciamo entrambi.Poi mi sono seduto al tavolo con (future) moglie e suocera e Piero ci ha serviti. Abbiam pure voluto ordinare una sua specialita: la pizza al caffe', condita anche con miele, insomma un dolce. Squisito


AL RISTORANTE PIZZA PIERO (Clicca la foto e guarda il film)

Poi ci siamo salutati alla prossima (e penso che ci tornero'davvero, prima di partire) e siamo andati al negozio di giocattoli.

E questo e' tutto, per questa volta

Stay Tuned.

giovedì 15 novembre 2007

A CASA DI NADIA

Venerdi' 16 novembre 2007

Ieri sono andato a trovare una vecchia amica dei tempi che vivevo qua. Si chiama Nadia ed e' di San Remo. Sposata (come la maggior parte degli italiani residenti a Nagoya) con un giapponese, ha una figlia di 10 anni. Fa -come molti, del resto- l'insegnante e ieri era il suo unico giorno libero.Dato che era un anno che non ci vedevamo (solo qualche E-mail ogni tanto), abbiamo parlato parecchio di vaire cose. Siamo rimasti d'accordo che si deve organizzare una (ma anche piu' di una) cena tra italiani. Anzi colgo l'occasione per rivolgermi proprio a loro (casomai leggessero questo blog): sceglietelo voi il ristorante, che io non so quale e' meglio, a Nagoya, attualmente.Poi sua figlia e' tornata a casa. Mi e' sembrata parecchio cresciuta, dall'ultima volta che l'ho vista (mi pare due anni fa).


NADIA E SUA FIGLIA

Ritornando a casa, sono rimasto colpito dalle luci natalizie alla stazione principale di Nagoya. Il Giappone non e' un paese cristiano ed il Natale qua non ha una valenza religiosa ma solo consumistica. E' un occasione per le industrie e per i commercianti di far spendere soldi alla gente con la scusa dei regali e basta. Il giorno di Natale e' un giorno lavorativo come tutti gli altri. Le varie luci, i vari canti natalizi trasmessi dagli altoparlanti dei centri commerciali (tra cui Last Christmas degli Wham che a ben analizzare il testo, di religioso non ha nulla), i vari addobbi, i babbi natale per le strade, gia' il 26 dicembre non si vedono/sentono piu. Tutto questo per spiegare come mai in un paese notoriamente non cristiano il questo perido pare invce che tutti siano credenti. Il che ci porta alle luci natalizie addobbanti il palazzo della stazione centrale. Ogni anno e' un bello spettacolo, ma quest'anno hanno superato se stessi. Un pannello di non so quanti metri quadri che pareva un immenso arazzo animato da giochi di luci elettriche. Poi le sculture floreali illuminate, il"viale degli innamorati, ecc". Ma e'inutile stare a scrivere.basta guardare il video qua:


L'ILLUMINAZIONE NATALIZIA (clicca e guarda)

Naturalmente, per i motivi di cui sopra, inutile cercare simoboli come un Gesu'bambino,i Re Magi,la croce ecc.Poi, dopo aver filmato e fotografato, sono tornato a casa domandandomi che razza di bolletta dell'elettricita' deve arrivare a chi ha organizzato tutto (non so esattsmwnte se sia una cosa pubblica o privata).

UNA FOTO-RICORDO


A casa, ho mangiato il Nattou, una specialita' giapponese irreperibile in Italia. Di che si tratta? Guardate il seguente video per capire. Io dico solo che mi piace un casino (ma conosco gente che la pensa in maniera diversa). Buona visione


IL NATTO,QUESTO SCONOSCIUTO

Stay Tuned.

mercoledì 14 novembre 2007

Come si cucina un okonomiyaki

Giovedi 15 novembre 2007

In questi giorno non sto facendo niete di speciale. Sono giorni di attesa, in cui il pancione di Mamiko cresce sempre di piu' ed ormai siamo agli sgoccioli. Qualche volta magari prendo il treno e vado a Nagoya a fare quanche compera. Durante una di queste uscite, ho mangiato in un ristorante di sushi (gia' che sono qua, faccio il pieno anche per quando saro' tornato in Italia) vicino alla torre della TV di Nagoya.

IL RISTORANTE

ALCUNI PIATTI TRANGUGIATI

DOPO IL PASTO

Poi ho provato a fare un esperimento col photoshop, per vedere se riuscivo a capire come si fanno le immagini animate in formato gif. Ho usato per l'occasione le foto di questo pranzo. Spero che si vedano bene:
TUTTA LA MANGIATA FOTO PER FOTO (Cliccate la foto qua sopra, si dovrebbe aprire un`altra finestra con la parata di foto...) 上の写真をクリックしてください。

Altra novita' degna di nota (non ne ho molte, purtroppo) e' che una mattina ho visto la mia futura suocera cucinare l'okonomiyaki, quel piatto che si vede spesso nell'anime "Ranma 1/2". Non dovrebbe esser difficile da cucinare anche in italia. Il problema sono alcuni ingredienti che e' fatica trovare da noi. Pero' penso che si potrebbero sostituire con altri. Per esempio se nella versione italica usassimo il peperoncino, e se al posto della salsa speciale per okonomiyaki usassimo sugo di pomodoro... Per quanto riguarda il discorso "apporto calorico", beh...non avendo dati scientifici alla mano, posso solo dire che magari fara` un pochetto ingrassare (sopratutto quelli come me a cui piace -ed assai- abbondare con la mayonese) ma se non si esagera... e poi, come dice sempre un mio amico d`infanzia "Tutto quello che non strozza, ingrassa". E l`okonomiyaki di sicuro non strozza.

OKONOMIYAKI IN COTTURA


OKONOMIYAKI PRONTO PER ESSER MANGIATO

La mia futura suocera non voleva esser inquadrata, quindi nel video seguente ne sentirete soltanto la voce:



COME SI CUCINA UN OKONOMIYAKI

Bon, altro per il momento non c'e', ma presto spero di poter scrivere post migliori.
Stay Tuned.

sabato 10 novembre 2007

MANGIATA DI SUSHI AL SUSHIRO (CITTA` DI KANIE)

Sabato 10 novembre 2007

Ieri non ho fatto niente di interessante e quindi non ho scritto nulla. Spesso mi capitera' ancora.Oggi con Mamiko e sua mamma siamo andati a mangiare in un ristorante facente parte di una catena diffusa in tutto il Giappone.Si chiama Susi-Hiro ed e' specializzata in sushi, di quelli col nastro che gira. Il ristorante scelto e' in un paese vicino alla casa di Mamiko, non a Nagoya, che si chiama Kanie.


L' INSEGNA ESTERNA DEL SUSHI-HIRO

In questo ristorante c'ero gia' venuto proprio con Mamiko e con sua mamma giusto un anno fa. Ne parlo abbondantemente in questo blog, nei post sotto l'etichetta "dal vecchio blog ormai in disuso". Si tratta di una catena diventata famosa sia per l'abbondanza che per la convenienza. Certo, i puristi dicono che la qualita' non e' eccelsa, ma d'altra parte, se costa poco...

SLURP!

Noi in Italia pensiamo che il sushi sia solo a base di pesce e di salsa di soia con wasabi. Invece al Sushi-Hiro si possono gustare sushi con carne o melanzane al posto del pesce. Invece della salsa di soia, alcuni tipi di sushi escono dalla cucina con mayonese. E poi... ma lo si vede nel filmato che ho fatto (chiedo come sempre scusa per la povera qualita', ma invece di usare una video-camera -che tanto non posseggo- uso una macchina fotografica digitale).


GNAM!!!


E se vi capita anche a voi di venire in Giappone, ricordate che il conto non si paga al cameriere ma lo si porta alla cassa e la' si paga. Al cameriere lo si chiede e basta. E ricordate di chiedere un tavolo in zona non-fumatori che qua ancora si puo' fumare (ed infatti si fuma pure troppo) nei bar e nei ristoranti. Io da parte mia sono sempre convinto (e lo sono ogni giorno sempre di piu') di aver fatto bene, nel 2003 a smettere (in certi periodi arrivavo pure a fumare tre-dico-tre pacchetti al giorno!)


LA MANGIATA IN DIRETTA(CLICCA LA FOTO E GUARDA)

Nel primo pomeriggio siamo andati (questa volta senza la suocera) a trovare una mia ex studentessa dei tempi in cui insegnavo italiano. Lei si chiama Tamayo ed e' sposata da qualche anno con Shigeki (si pronuncia "shighechi"). Da 9 mesi hanno una bimba di nome Saho. Ci siamo incontrati in un bar ed abbiamo parlato del passato,del presente e dei progetti per il futuro. Speriamo di incontrarci ancora, prima che io torni in Italia

DA SINISTRA: MAMIKO, TAMAYO, SHIGEKI, IO E (NEL PASSEGGINO) LA PICCOLA SAHO

Quindi, dopo i saluti, io e Mamiko siamo andati a fare un po' di compere in un centro commerciale, direi una specie di out-let in un paese in zona limitrofe di nome Yatomi. Qua c'e' un "Mister Donuts", uno di quei locali di origine americana che e' un misto tra un bar ed una pasticceria.

PANCIA MIA, FATTI CAPANNA!

I donuts sono delle paste (o pasterelle, come dicono in certe zone) di forma cilindrica con o senza il buco (come le nostre ciambelle o come i nostri bomboloni) disponibili in varie forme (circolari, sferiche, cilindriche) con o senza ripieno -i ripieni possono essere non solo dolci ma anche salati-, ricoperte di glassa o di zucchero a velo (ma anche senza niente). In Italia ne ho visto uno...nella locandina del film dei Simpson! Magari in Italia esiste qualche pasticceria che io non conosco che li serve. Tra quelle che conosco a Rimini e Riccione non ci sono...

IL BANCONE SELF-SERVICE

In questo Mister Donuts c'e' il self-service. Le bevande invece si ordinano alla cassa. Il conto si paga prima di mangiare. Occhio che si tratta di cibo mooooolto ingrassante. Io cerchero' d'ora in poi di limitare gli ingressi in questo tipo di "luoghi-di-perdizione" ad una volta la settimana. Se non fosse che sono fermamente credente nel famoso aforisma di Oscar Wilde ("So resistere a tutto tranne che alle tentazioni"), potrei anche crederci che resistero'.


CLICCA E GUARDA

Poi, dopo aver mangiato ed aver fatto altre spese, siamo tornati a casa. Oggi e' gia' una settimana che sono arrivato in Giappone.

Stay Tuned.

giovedì 8 novembre 2007

Al Villaggio Italia

Giovedi` 8 novembre 2007

Nella zona del porto di Nagoya sorge un parco tematico di nome Villaggio Italia. Come dice il nome, le attrazzioni di questo parco sono legate al Belpaese e stando cosi' le cose non potevano mancare dipendenti italiani. Il direttore dei dipendenti italiani e' (nemmeno a farlo apposta) un mio carissimo amico dei tempi in cui anche io come lui vivevo qua. Si chiama Franco Chiocca, e' originario di Procida e ci conosciamo dal 1998. Ex insegnante di italiano (come me) ora dirige lo staff italico di questo parco tematico e spesso e volentieri fa pure l'intrattenitore dei clienti.

Ieri sera gli ho telefonato per avvisarlo che oggi sarei venuto con futura moglie e futura suocera a mangiare li` da lui. Oggi ci siamo incontrati proprio mentre stava parlando a delle studentesse delle medie giapponesi. Dopo i saluti, abbiamo un po'parlato e mi ha detto che ...il 5 dicembre si sposa! Accidenti! Va' a finire che si sposa prima di me! Comunque mi ha invitato al matrimonio (ci saro', ci saro') ed e` stato contento di rivedere Mamiko dopo tanto tempo (e col pancione). Siamo rimasti d'accordo che ci incontreremo ancora, fuori dal Villaggio Italia e con gli altri italiani che conosciamo entrambi (quindi, se state leggendo, sapete che parlo di voi e che presto vi contattero'). Poi l'ho lasciato lavorare e con Mamiko e sua mamma siamo andati a mangiare la pizza.

Clicca l'immagine e guarda il video.
Dopo la pizza (il pizzaiolo e' italiano), abbiamo girato per i negozi. Nel supermecato ho pensato a tutti coloro che mi hanno chiesto "Ma in Giappone c'e' la pasta italiana?", "In Giappone si trova l'olio d'oliva?" "In Giappone si possono trovare le salse italiane?", "E' vero che in Giappone il cibo italiano e' piu' caro che in Italia?". A quest'ultima domanda rispondo che si', e' piu' caro (ma d'altra parte ci sono le spese di trasporto via nave, le spese doganali, i costi fissi, i costi variabili ed il guadagno degli importatori,che devono essere ripartiti sul prezzo finale) ma cio' vale per tutti i tipi di cibo importato. Per la risposta alle altre domande, beh, guardate qua


Clicca e guarda
Una volta usciti dal supermercato, un altro po'di giri, una cappatina al bagno (quando ce vo', ce vo'!) e poi a casina. Franco non c'era pi・e non ho potuto salutarlo ma ho lasciato detto ad un suo collega.

Clicca e guarda
Il resto della giornata invece l'abbiamo passato a casa.
Stay Tuned.

A SAKAE E SULLA TORRE DELLA TV

Mercoledi' 7 novembre 2007

Oggi sono andato a Nagoya (la casa dove alloggio -che e' dei genitori di Mamiko- e' un po' fuori citta' e la si raggiunge con il treno) ed ho portato la bicicletta pieghevole di Isao (fratello di Mamiko). Mamiko invece non aveva voglia di uscire e quindi e' rimasta a casa. Per prima cosa ho voluto vedere i luoghi che frequentavo assiduamente quando vivevo qua, e di conseguenza la prima tappa e' stato il centro internazionale che poi e' la tappa piu' vicina alla stazione centrale, da dove sono uscito. Quindi un bel girone a Sakae, il centro di Nagoya. Qua ci sono tutti i negozi di marca ed i piu' grossi centri commerciali (anche se pure attorno alla stazione centrale ne stanno sorgendo), qua e' sempre pieno di gente e qua un tempo sorgeva la mia scuola, la gloriosa "Piazza Italia". Gia' che c'ero, ho voluto vedere se il sito della scuola era occupato e da quale ufficio. Invece era vuoto e chiuso. Lo era anche l'anno scorso e quello precedente. Che stia aspettando il mio ritorno?



In bici a Sakae (Clicca la foto e guarda il video)

Poi ho voluto fare il turista puro e quindi sono salito (da buon turista) sulla torre della TV. A vederla in foto uno penserebbe che si tratti dekla torre Eiffel di Parigi, ma poi si vede chiaramente che e' molto piu' bassa e che si trova in una citta' che (lo si capisce fin troppo facilmente) non e' la capitale francese. Questa torre e' stata costruita nel 1954 ed e' stata la prima di questo tipo ad esser costruita qua in Giappone, cio'significa che e' piu' vecchia di quella di Tokyo, la quale e' uguale come architettura ma e' molto piu' alta, quasi quanto l'originale torre Eiffel.

















Miro il panorama.

Da lassu' si gode una bella panoramica di Sakae e del parco (denominato Central Park, come quello di New York). Insomma un must-see per ogni turista. Oltretutto non costa nemmeno tanto: 600 yen, piu' o meno 4 euro al cambio odierno.



Sulla torre della TV(Clicca e guarda)

Una volta sceso ho gironzolato ancora un po' e poi basta, mi sono stufato e sono tornato a casa. Insomma una giornata tranquilla. Domani e' un'altro giorno.

















La torre by night

Stay Tuned.

martedì 6 novembre 2007

Pranzo con i parenti di Mamiko

Domenica 4 novembre 2007



Mamiko e Satomi

Questa mattina io e Mamiko siamo andati ad incontrare una sua amica di nome Satomi, in un nuovo grattacielo davanti alla stazione centrale di Nagoya. Insieme siamo andati a mangiare in un ritorante italiano proprio al quarto piano del suddetto grattacielo (il grattacielo si chiama Midland square Building, il ristorante invece Enoteca Muro).Dopo aver mangiato, mangiato e ben bevuto (come dice il verso della famosa canzone dello spazzacamino), ci siamo salutati e poi io e Mamiko siamo andati a far spese, Satomi e' tornata a casa dal marito e dal figlio.Verso le 17:00 abbiamo bevuto un paio di caffettini piccini piccio' allo Starbucks (Nota catena di bar americana, suoi sono i caffe' che si vedono spesso nel film "Il diavolo veste Prada") e poi a casa. Cena in famiglia e poi TV ed internet a stufo.Domani e' un'altro giorno.

Martedi' 6 novembre 2007

Oggi grande pranzo a base di granchi nel rinomato ristorante Kani Honkei, vicinissimo alla stazione centrale di Nagoya. Ha organizzato tutto il padre di Mamiko, che voleva presentarmi ai suoi parenti. Cinque di loro sono venuti apposta dalla prefettura di Nagano (tra cui i due zii che siamo andati a trovare sia l'anno scorso che quello pecedente) ed uno da Osaka. Altri parenti han dovuto declinarel'invito all'ultimo momento per via di un lutto. C'erano naturalmente anche entrambi i genitori di Mamiko e suo fratello Isao.


L'antipastino...



....ed alcune portate.

Non conoscendo bene alcuni di loro, all'inizio ero un po' inibito dalla carenza di informazioni sulle norme di etichetta locale (leggi: non sapevo ne' che dire e ne' che fare, ed inoltre avevo paura di commettere -non una ma un casino di- gaffes), ma dopo il discorso di suo padre dopo un bel brindisi e dopo un applauso (a suo padre ad al suo bel discorso) ci siamo tutti sciolti al punto che sembrava un rimpatrio tra ex commilitoni (giustificato anche dal fatto che non si incontrano spesso). Dato che non mi conoscevano, mi han fatto un bel po' di domande su dove abito, sul mio lavoro, su dove e quando io e Mamiko ci siamo conosciuti, sul futuro del bambino ecc.



GNAM!

Come ho scritto, il pranzo e' stato a base di granchi, ma non quei granchi che si pescano nell'Adriatico e che al mercato coperto di Rimini te li regalano, no. Trattasi di bestie belle grosse, dal corpo centrale di 15 e passa Cm, con chele belle lunghe (e polpose) pescati nell'oceano Atlantico (molti nello stretto di Bearing) e portati in cucina ancora vivi. Fritti, bolliti, arrosto, con contorni, con salse, in ogni modo, questi granchi sono succulenti. Il ristorante poi e' facente parte di una catena con negozi in ogni citt・ha un'architettura tradizionale che e' fatica descrivere. Spero che dal filmato qua sotto si possa capire qualcosa.




Filmato della cena


Dopo il pranzo, Mamiko non si sentiva bene e mentre gli altri sono andati in un caff・vicino (abitando lontani,per loro ogni occasione per incontrarsi e per conversare e' buona), io Mamiko e Isao (fratello di Mamiko) siamo tornati a casa.



Basta cosi', grazie.



(Peccato che questa foto sia venuta mossa)

Tutti mi han detto che sono dimagrito. Se continuo a rimpinzarmi come oggi, mi sa che ritornero' presto al peso precedente. Speriamo di no...

Stay Tuned.


domenica 4 novembre 2007

Partenze ed arrivi

E finalmente il giorno della partenza e` arrivato. Venerdi` 2 novembre 2007, alle 6 del mattino mi sono svegliato, ho fatto la colazione, ultimato la valigia (per riempire la quale ero stato sveglio fino alle 4:30 della stessa mattina. Se invece avessi cominciato giorni prima avrei dormito di piu` ed alle 7:00 mio cugino Daniele e` venuto con la sua macchina per portarmi all'aeroporto Marconi di Bologna. Durante il viaggio abbiamo parlato un po' del piu` e del meno, poi verso le 8:00 Daniele mi ha lasciato davanti al banco del check-in della Lufthansa perche` aveva da fare e doveva tornare a Riccione. Fatto il check-in (la mia riconoscenza eterna all'impiegata che non mi ha fatto pagare -ma ne aveva la facolta` 5 chili di eccedenza bagaglio), passati i controlli doganali, scese le rampe, saliti sul pullman, scesi dal pullman (dopo un viaggio di 100 metri al massimo), salite le scale, individuato il posto, seduto, allacciato le cinture, aspettato e finalmente l'aereo e` decollato alla volta di Frankfurt (Francoforte).

Primo video: Da Rimini al decollo da Bologna
Durante ilo viaggio ero seduto al finestrino e guadavo giu` quando ho riconosciuto in lontanaza Venezia e sotto di me le montagne, ho guardato avidamente alla ricerca di uno di quei sacrari della prima guerra mondiale che avevo visitato e che sapevo essere in zona, tipo quelo di Asiago o del Monte Grappa ma niente da fare. Ho visto un fiume che avrebbe potuto essere il Piave, ma non ne ero certo. Poi ho visto una cittadina che poteva benissimo essere Rovereto, nel qual caso la montagna attigua avrebbe dovuto essere il Monte Zugna, ma anche qua non potevo esserne certo. Poi mi sono auto-convinto che ormai eravamo sulle montagne austriache e fino all'arrivo non ho piu` cercato niente dal finestrino.


Secondo video: dal cielo sopra Bologna Nagoya, passando per Francoforte

Prima di arrivare a Francoforte mi preoccupavo che dato il poco tempo a disposizione prima del decollo del volo successivo, un ritardo dell'aereo da Bologna avrebbe potuto farmi perdere la coincidenza. Invece per fortuna tutto liscio come l'olio. Anzi ho fatto pure in tempo ad acquistare 2 scatole di cioccolatini al Duty-Free. Il secondo volo era piu` affollato del primo, l'aereo era pieno ed io non avevo un posto vicino al corridio, come avrei sperato (mi avrebbe permesso di recarmi al bagno senza preoccuparmi di far spostare il passeggero al mio fianco). La stanchezza si e` fatta a questo punto prepotentemente sentire ed ho chiuso gli occchi per aprirli risvegliato dai motori in fase di decollo. Morale: durante il secondo volo ho filmato e fotografato poco, rispetto al tempo a disposizione. Un giorno inventerano il teletrasporto, ma fino ad allora dovemo accontentarci degli aerei e del tempo (e del carburante) che consumano. Nel mio caso sono state 11 ore di volo (del carburante consumato non so nulla),passate nel dormiveglia tra spuntini e films (3 di cui uno gi・visto al cinema ed uno non visto per troppo sonno).
Il primo sushi vero, dopo un anno
Verso le 9:30 del mattino di Sabato 3 novembre (l'una e mezza dl mattino, in Italia) eccomi arrivato. La dogana mi ha trattenuto un bel po' facendomi aprire sia la valigia che il borsone e persino chiedendomi di scartare un paio di regali per il bimbo, onde assicurarsi che non contenessero merci illegali.

Mamiko

E finalmente eccomi, back to Japan dopo un anno. Ad aspettarmi c'era Mamiko. Dopo 7 mesi che non ci vedevamo (solo con skype, ma non e` la stessa cosa), non potevo credere che era davanti a me. troppo felice! Oltretutto con il pancione!! Ero troppo contento! Siamo andati a mangiare...sushi! Quello buono, quello vero. E poi piano piano siamo andati a casa sua. Dopo la doccia siamo andati in giro a fare compere necessarie e tanto altro ancora (che non sto a scrivere). Bon, il viaggio e` cominciato.Stay Tuned.