giovedì 12 novembre 2009

Nel ventennale della caduta del muro

A BERLINO NEL 1989, CON UN PEZZO DI MURO IN UNA MANO, UNA CARTOLINA NELL'ALTRA ED IL MURO ALLE MIE SPALLE

Il 9 novembre 2009 a Berlino hanno festeggiato il ventesimo anniversario della caduta del muro di Berlino e ne hanno parlato tutti: radio, TV, giornali, ecc e quindi anche io ne scrivo su questo blog perchè io quel muro l'ho visto e l'ho toccato (e martellato).
Se mi chiedessero dove ero io quel giorno, la risposta sarebbe "In Germania, a Monaco di Baviera" in quanto dal settembre 1988 alla primavera del 1990, l'anno dei mondiali in Italia, ci ho vissuto, lavorando allo Sheraton Hotel, ad Arabella Park (Per vedere uno slide-show di foto scattate in quel periodo, cliccate QUA) come cameriere. Ricordo che quel giorno sono andato a mangiare nella sala-mensa ed ho viso tutti i colleghi accalcarsi davanti alla TV. Ho chiesto ad un italiano (allo Sheraton lavorava gente da tutto il mondo) che stava succedendo e lui parecchio eccitato mi disse che a Berlino stavano spaccando il muro. Io il tedesco non lo capivo, quindi quelle immagini commentate in un idioma a me sconosciuto mi parvero paurose. Temevo che da un momento all'altro da una torretta sarebbe partita una raffica di mitragliatrice contro quella gente. Per fortuna mi sbagliai.
E questo è quello che ricordo di quel giorno.
Durante il periodo che ho lavorato allo Sheraton, abitavo nella loro casa del personale che era un condomino parecchio anti-estetico nonchè distante dall'hotel, condividendo la stanza con Andrea di Piteccio (PT) e Stefano di Cortona (AR) i quali oltre che compagni d'appartamento erano anche colleghi di lavoro ossia anche loro camerieri al ristorante Atrium (Nello Sheraton c'erano -non so se la situazione è cambiata in questi 20 anni- due ristoranti: l'Atrium e l'Halt Bayern Stube, oltre che un sandwich Bar e tutti aperti anche ai non clienti dell'albergo). Essendo colleghi nello stesso ristorante, era rarissimo che tutti e tre si avessimo un giorno libero contemporaneamente, figuriamoci quindi la sorpresa quando il direttore del ristorante (il defunto Hans Willeim Kessler) ci diede a tutti e tre ben due-dico-due giorni liberi! Decidemmo di approfittarne per noleggiare un'auto approfittando dello sconto del 50% che l'Avis -o la Herz, non ricodo- che aveva un ufficio nello Sheraton, offriva a noi dipendenti per andare da qualche parte. Ho dimenticato chi di noi tre propose Berlino ma l'idea piacque a tutti, dato che avevamo il sentore che entro breve quel muro sarebbe sparito e che quella sarebbe potuta essere per noi l'unica occasione di vederlo ancora in piedi.
ANCHE IO HO PICCONATO IL MURO...
Il viaggio in macchina lo fecimo di notte. Io ero un bel po' cotto in quanto mi ero svegliato alle 4:30 del mattino. La ragione era che dovendo sempre cominciare alle 6:00 ed essendo la casa del personale dalla parte opposta di Monaco, per prendere le giuste coincidenze della metropolitana, dovevo uscire di casa alle 5:00. Andrea, pensando che tanto non ne avrebbe avuto bisogno in Germania, aveva lasciato la patente in Italia e per non rischiare multe decidemmo che lui avrebbe fatto il navigatore ed io e Stefano a turno gli autisti.
Data la stanchezza, io mi sdraiai sui dedili posteriori e mi addormentai, risvegliandomi al confine. Andrea, come ho scritto, non aveva la patente ma noi sì. Ebbene, (punizione del destino?) noi eravamo sprovvisti di passaporto mentre lui ce l'aveva! Ripensandoci 20 anni dopo, siamo stati un po' sciocchi a partire senza nemmeno informarci dei documenti necessari, ma eravamo giovani e pensavamo che dato che per entrare nella Germania Federale (BD) bastava la carta d'identità, lo stesso sarebbe valso per entrare nella Repubblica Democratica Tedesca (DDR). Al confine scoprimmo che non era così e che per entrare avremmo dovuto fare uno speciale permesso d'entrata (a pagamento, naturalmente) simile nell'aspetto al permesso di soggiorno per cittadini extracomunitari emesso dalla questura italiana. Insomma, ci siamo lasciati scattare le fotografie, abbiamo pagato e con il foglio in mano siamo entrati nella DDR.
Dal confine fino a Berlino non abbiamo visto niente perchè era buio. Arrivati a Berlino, siamo andati alla dogana e siamo rientrati nella BD, con la polizia di frontiera della DDR che ci ritirò il foglio ottenuto all'altro confine. Stava albeggiando, abbiamo fatto colazione in un bar e siamo andati alla ricerca di un hotel, trovandolo da qualche parte. Non ne ricordo il nome. Poi siamo andati a cercare il muro per fotografarlo. Durante il tragitto ricordo che abbiamo visto un palazzo di 4 o 5 piani in fiamme, con i fuochi che uscivano da tutte le finestre.

TURISTI A BERLINO (DA SINISTRA:IO, STEFANO ED ANDREA)
Il muro era ancora in piedi, tutto ricoperto di murales, con decine di persone armate di martelli e scalpelli che lo picconavano, chi per estrarne pezzi da rivendere come souvenirs, chi per scattare una foto, chi per disprezzo nei confronti della costruzione. Io, Andrea e stefano presimo in prestito un martello ed uno scalpello da un "picconatore" ed a turno ci scattammo una foto ricordo. C'era poi una bancarella improvvisata dove un uomo vendeva T-shirts pezzi di muro di varie dimensioni, i più piccoli dei quali si torvavano racchiusi in vaschette di plexiglass lunghe due centimetri e larghe uno, dal prezzo di 5 marchi tedeschi al pezzo. Ne comprai un paio, uno dei quali lo persi non so dove nè quando. L'altro pezzo invece, una volta tornato a Monaco, lo feci traforare da un meccanico dello Sheraton (ci lavoravano anche meccanici, elettricisti e riparatori a tempo pieno. Un albergo da 650 camere ha sempre bisogno di riparatori disponibili 24 ore su 24) per fargli infilare un anello in modo di poterlo usare come portachiavi. Recentemente, dopo averlo avuto com eme nel mio mazzo di chiavi, anche in Inghilterra ed in Giappone, la parte di plexiglass traforata si è staccata ed ora lo conservo in un cassetto. Prima o poi dovrò trovare il modo per riparare quella vaschetta.

SOUVENIRS DEL MURO DI BERLINO...
Tornando al muro, ogni tanto si vedevano delle torrete di legno usate dalla gente per sbirciare dall'altra parte. Su una di esse ho scattato qualche foto. Dopo la classica foto da turisti sotto il cartellone che avvisava la gente che stavano per lasciare il settore americano (cartellone che oggi probabilmente si trova in un museo) siamo rimontati in macchina. Dopo aver ascoltato lacanzone "Le ragazze dell'Est" di Claudio Baglioni in un'audio-cassetta che ci eravamo portati dietro, ricordo che io dissi "ed ora andiamo a vederla anche noi, le ragazze dell'Est".Arrivati al primo varco, ci viene detto che i non-tedeschi potevano attraversare il confine solo ed esclusivamente dal posto di frontiera detto Check Point Charlie. Dopo averlo trovato, ci viene detto che non abbiamo il passaporto. morale: un'altra volta il foglio che fecimo al confine tra le due germanie quella stessa mattina ed altri soldi che presero il volo con Andrea -l'unico dei tre con il passaporto- che rideva di gusto per vendicarsi del fatto che durante il viaggio di notte l'avevamo preso in giro perchè noi la patente ce l'avevamo dietro e lui no.

A BERLINO EST
Arrivati dall'altra parte del muro, abbiamo visto una città diversa, vecchia, degradata, grigia. Il tempo brutto poi non ci ha aiutato ad apprezzarla. Sembrava che là il tempo si fosse fermato alla fine della guerra. Le macchine erano tutto vecchie Tramband, di quelle che nella BD si vedevano solo nei musei. Noi guidavamo un Golf GTD e tutto i tedeschi dell'Est la guardavano cme se fosse stata una Ferrari od una Rolls Royce. Oggi le cose sono cambiate ma quella volta era veramente così. Tra le poche cose che ricordo di quella parte della città ci sono le due statue di Marx ed Engels, il primo seduto, l'altro in piedi. Erano veramente mastodontiche e mi sono divertito a farmi scattare tre foto, due seduto sulle gambe di Marx (e per salirci mi son dovuto arrampicare come un funambulo) e l'altra tenendo per mano Engels come un bimbo. Ad Alexander Platz (che io conoscevo per via della canzone di Franco Battiato) ho voluto entrare nella metropolitana per vedere com'era. Una volta stanchi di Berlino Est, tornammo nella parte ovest, per goderci un po' Berlino di notte ma purtroppo il tempo ha cancellato parecchi ricordi di quella parte del viaggio.

BERLINO EST. UNA FOTO CHE QUALCHE MESE PRIMA MI AVREBBERO ARRESTATO PER AVERLA SCATTATA
Il giorno dopo abbiamo deciso di allungare un po' la strada del ritorno per vedere anche Lipsia. Dopo aver attraversato ancora il confine (altri soldi per il permesso che ci lasciarono) ed aver guidato a velocità eccessiva, poco prima di Lipsia...ci fermò una pattuglia della polizia. Io già mi vedevo arrestato come spia dalla Stasi, rinchiuso in un gulag e torturato per confessare chissà quali segreti. Invece ci appiopparono una mega multa esagerata per eccesso di velocità! Il bello è che prima di partire da Monaco parecchi colleghi tedeschi ci avevano avvisato che nella DDR le multe per eccesso di velocità erano super-salate e che la polizia era molto severa. A dire il vero la cifra che volevano farci pagare era maggiore di quella che potevamo permetterci ed alla fine ci fecero uno sconto (grazie, eh?). Dopo esserci promessi a vicenda che mai e poi mai avremmo detto a nessuno della multa (promessa che io non mantenni....) arrivammo a Lipsia.
Di quella città ricordo solo il centro commerciale, con articoli che nella parte capitalista dell'Europa non si vedevano da decenni. Infine arrivò la notte ed arrivammo incolumi a Monaco.
Dato che il giorno dopo io (l'unico dei tre che lavorava al turno mattiniero) avrei dovuto consegnare la macchina entro le 10:00 e col serbatoio pieno, persimo un'oretta buona a cercare un distributore, trovandone uno vicino allo Sheraton (come ho già scritto, dalla parte opposta da dove abitavamo noi). Mesi dopo ci mangiammo le mani scoprendo che c'era un distributore anche vicino al nostro appartamento, solo che era dalla parte opposta della strada che percorrevamo sempre noi da e per il centro o da e per il posto di lavoro....

T-SHIRT IN VENDITA A BERLINO OVEST
Insomma, furono due giorni pieni, stancanti ma belli. Per la prima volta (e per me l'ultima. Per Andrea e Stefano non lo so) vidi il muro tutto intero e mi feci un'idea di come poteva essere la vita nell'Europa dell'Est. Qualche mese dopo lasciai la Germania e successivamente seppi dell'unificazione delle due germanie in uno stato unitario dai giornali.Oggi Berlino (almeno stando a sentire i mass media) è completamente cambiata da come l'avevo vista io. Magari un giorno ci tornerò e ne scriverò in un altro post.

ALTRE T-SHIRTS. PECCATO NON AVERLE COMPRATE...
Ps: Per vedere le foto scattate in quei due giorni, cliccate QUA

giovedì 3 settembre 2009

RAID A FIUMICINO

Martedì primo settembre 2009 non ho lavorato. Motivo? Ho chiesto un giorno libero (anzi, una notte libera) per andare a prendere mamiko ed il piccolo M.Y. all'aeroporto Leonardo Da Vinci(1) a Fiumicino (Roma). Ebbene sì: sono tornati! Sono stati tre mesi di solitudine (e di lavoro notturno in hotel,di lavoretti in casa,di rinnovamento del mobilio -sempre sia lodato il fondatore dell'IKEA -, di dieta, (14 chili in meno in tre mesi, e scusate se è poco...) ma finalmente ora sono qua!

Il viaggio da Riccione a Fiumicino è stato misterioso. Mi sono affidato al Tom Tom Go per la strada. Fino alla periferia di Roma, tutto bene. Il navigatore ha scelto la strada più breve: autostrada da Riccione a Teramo, poi raccordo e quindi autostrada da Teramo a Roma, (la famosa "strada dei parchi"). Dato che son partito alle 14:00, ho pensato che per le 19:30 sarei arrivato senza problemi, anzi mi sono portato dietro un libro perchè pensavo addirittura di arrivare in anticipo. A quell'ora del pomeriggio, non si può fare a meno di ammirare il paesaggio attorno alla strada dei parchi. Soprattutto si rimane colpiti dal Gran Sasso D'Italia, la montagna più alta degli appennini, la quale, senza neve, sembra guasi (non si offendano gli appassionati: ho scritto "guasi", eh?) una montagna dolomitica. Poi però la montagna non si può più vedere perchè si entra in un tunnel lungo 10 chilometri e si esce dalla parte opposta e dato che quando si guida, si guida e basta(2) non si può più ammirare la montagna.

L'autostrada costeggia L'Aquila, ed io mentre procedevo, ogni tanto guardavo a a destra ed a sinistra per vedere se c'era qualche casa distrutta dal terremoto. Ne ho vista una che sembrava mezza diroccata, ma poteva benissimo essere una casa in demolizione. Per il resto non ho visto niente che facesse pensare che c'è stato da poco un terremoto. Niente tranne ad un certo punto un grande tendone con l'insegna della croce rossa. E poi dei cartelli indicatori su sfondo rosso, forse messi lì per i responsabili del G8, chissà.

Ad un certo punto, però, prima di arrivare al Grande Raccordo Anulare (G.R.A.), il Tom Tom mi ha fatto uscire ad un paesino il cui nome ho scordato. Lì per lì non ne capivo il motivo. Pensavo che andare avanti e poi prendere la strada per Fiumicino sarebbe stato meglio. Ma poi ho pensato che avrebbe potuto benissimo esser successo un grossissimo incidente sul G.R.A. che aveva bloccato il traffico, oppure che a quell'ora c'erano tante macchine di pendolari che rincasavano e quindi il Tom Tom voleva farmi fare una strada alternativa.
Infatti qualche giorno prima di partire, ho tirato fuori il navigatore dalla scatola dopo mesi e mesi che non lo usavo e gli ho fatto un up-grade via internet. Poi gli ho aggiunto (pagando) il software per fargli calcolare percorsi alternativi in caso di code segnalate dal servizio stradale. Insomma, non so se fu il software o se semplicemente il Tom Tom è diventato scemo, ma ho seguito il percorso che mi consigliava, non senza una certa paura, lo confesso. Già altre volte (anche se rare) mi aveva portato fuori strada. Una volta ricordo che ero a Nervesa Della Battaglia (Vedi QUA) e dovevo andare a Vittorio Veneto. Imposto il navigatore per portarmi al museo della grande guerra di quella città e mi ritrovo nella piazza principale di un paesino che non conoscevo, col Tom Tom che davanti alla chiesetta mi dice "Arrivo"!

Insomma, seguendo la direzione del Tom Tom, sono passato attraverso Frascati, Rocca di Papa, Albano, qualche altro paese ed infine Ostia, prima di arrivare all'aeroporto. In altre parole ho by-passato Roma guidando attraverso i comuni limitrofi in senso orario e devo ammettere che sono dei comuni molto belli. Un giorno ci tornerò, naturalmente senza fretta, anzi, con qualche giorno a disposizione per soggiornarci e per visitarli ben bene.

Già immaginavo che Mamiko era arrivata e che mi stesse aspettando. Invece all'uscita degli arriviti internazionali c'era un casino di gente ma loro due no. Ho provato a cercarli in giro ma niente, allora ho pensato che forse erano ancora dentro. Infatti dopo 5 minuti Mamiko esce, mi saluta, mi mette in braccio il piccolo M.Y. (che nel frattempo è cresciuto di alcuni centimetri) e mi dice che torna dentro a prendere i bagagli e che ci vorrà tempo, probabilmente perchè la Guardia Di Finanza le avrebbe aperto un pacco contenente ingredienti per cucinare piatti giapponesi. Insomma, dopo altri 30 minuti siamo tutti e tre insieme e ci dirigiano alla macchina.

Durante il viaggio del ritorno il Tom Tom non è impazzito, ci ha fatti fare il G.R.A. senza problemi. Tanto a quell'ora (le 20:40) c'era poco traffico.

Il viaggio del ritorno mi ha fatto poi decidere una cosa: la prossima volta che andrò a prenderli in un aeroporto così lontano da casa (se ci sarà, una prossima volta) invece di tornare subito indietro, ci fermeremo una notte in un hotel! Sapevo che mi sarebbero venuto delle botte di sonno, lo sapevo. La notte prima avevo lavorato, la mattina del viaggio non ho potuto dormire perchè c'erano tante cosette da fare (cosette che prese singolarmente, si sbrigano presto, ma considerando che erano tante, alla fine la mattinata se ne era andata via) e quindi la stanchezza l'avevo messa in conto. Per meglio affrontare le fatiche del viaggio, mi ero comprato sei Red Bull. Inoltre avevo preventivato parecchie pause agli autogrill per bere caffè. Ma quando arriva il sonno, non esistono espressi e/o Red Bull che tengano. Un conto è la stanchezza, un conto è il sonno. Per evitare incidenti mortali (tiè!) ogni due autogrill mi sono fermato per fare 5, 10 minuti di pisolino, ma anche così non bastava. Per via delle pause da una parte ed io che non volevo andare troppo forte dall'altra, siamo arrivati a casa due ore dopo rispetto alla tabella di marcia. Poi, tra scarico bagagli, sistemazione delle cose, doccia, ecc. sono andato a dormire alle 6 del mattino di mercoledì 2 settembre.

A mezzogiorno sono arrivati i miei due nipotini, figli di mio fratello, F. di 10 anni e S. di 6 -Vittorio (mio fratello) non mi ha autorizzato a pubblicarne i nomi (anche se devo aggiungere che io non gliel'ho mai chiesto se potevo o meno)- che scalpitavano per ri-vedere il loro piccolo cuginetto.

Sono stati due giorni parecchio movimentati.

Adesso per almeno un paio di settimane continuo a lavorare di notte, lasciando Mamiko ed il bambino a casa. Ma quando finirà la stagione turistica e sarò libero, potro fare il babbo full-time.

E questo è tutto. Alla prossima.

(1) Il cui codice aeroportuale internazionale è FCO. Bologna invece è BLQ, Rimini è RMN, e Nagoya è NGO. Ma quante ne so?

(2) Peccato però che molti se ne dimintichino/freghino di questa elementare regola.

lunedì 27 luglio 2009

Piccole news

Sono ormai passati due mesetti senza che mi facessi vivo in questo blog. Perchè? Perchè non è che abbia molto da dire. Mamiko ed il bambino sono sempre in Giappone e per fortuna che esiste Skype, sennò sarebbe un salasso economico mostruoso, dover fare telefonate intercontinentali tutte le volte. Oltretutto per motivi finanziari, non potremmo vederci/sentirci tutti i giorni come ora ma al massimo una o due volte alla settimana.

Sempre sia lodato chi ha inventato Skype!!!!

Appena sbarcato a Bologna, ho ricevuto una telefona dall'hotel nel quale avevo promesso di lavorare. Ho dovuto rifiutare perchè non ce l'avrei fatta fisicamente a reggere una notte sveglio. Infatti sto facendo un nuovo lavoro, mai fatto prima: portiere notturno. Lavoro dalle 21:30 di sera alle 7:00 di mattina, ogni giorno anche sabato e domenica (anzi: soprattutto sabato e domenica, che sono i giorni più pieni).

Tra le varie mansioni, oltre a dover ricevere i clienti, consegnargli la chiave della camera, fargli caffè-tè-capuccini se li vogliono ed aspettare sveglio in caso succeda qualcosa (speriamo di no), devo anche apparecchiare per le colazioni, pulire il bar col Vetril, spazzare attorno all'hotel la mattina presto (di solito alle 5:00) e poi aspettare, aspettare ed aspettare. Ho già letto 5 libri, incluso un tomo in inglese, una biografia di Michelangelo ("The agony and the ecstasy") da 1200 pagine che avevo comprato a Londra nel 1992, che avevo letto un paio di volte all'epoca e che credevo di aver irrimediabilmento perduto fino a quando non mi sono deciso a fare un piccolo repulisti nella soffitta, trovandolo in uno scatolone sotto una bel po' di ciarpame. Ogni settimana poi compro anche la Settimana Enigmistica. Sto diventando forte al Bartezzaghi ma ancora non riesco a scrivere le definizioni che chiedono i simboli chimici degli elementi.

Quando stacco, torno a casa, faccio qualche lavoretto di pulizia (almeno quando mi viene la voglia), la spesa, vado in giro, guardo la TV, insomma, niente di speciale. Il pomeriggio lo dedico ad una delle più alte espressioni dell'attività umana: il sonno!
Certo, mi perdo il sole, il mare, l'abbronzatura, la spiaggia, i bikini, le nuotate ma... chisse ne frega! Tanto senza mia moglie e senza il bambino mi farei solo due scatole così.

Recentemente ha aperto l'IKEA anche a Rimini. Quindi non abbiamo più bisogno di intasare l'autostrada (e di arricchire i Benetton con il pedaggio, i Moratti con il pieno e lo stato con le accise) per andare a quello di Bologna o di Ancona. Ci sono andato due volte, la seconda delle quali...in bicicletta! Volevo vedere se era possibile. Ebbene sì: è possibile arrivarci pedalando ad andatura sostenuta in un'ora ed un quarto partendo da Riccione (zona Ponte Marano) ma...meglio non farlo col sole che c'è in questo periodo! (Per la cronaca, la distanza è di una quindicina di chilometri. Per chi non è del posto, aggiungo che l'IKEA si trova all'uscita autostradale Rimini Nord). I prossimi viaggi ce li farò con la macchina, dato che ho intenzione di cambiare la camera da letto ed un conto è comprare piccoli oggetti, un'altro un intero letto (anche se smontato ed inscatolato in modo da occupare meno spazio possibile) con materasso, cassettiere e mobili vari.

Un'altra piccola novità è che il vecchio album fotografico on-line che avevo con Aruba.it l'ho cancellato. Semplicemente mi ero stufato di dover pagare ogni anno quando potevo averne uno gratis con Google. Inoltre quello con Google mi permette anche di scrivere i commenti alle foto in giapponese (nel caso ne avessi bisogno), mentre l'altro no. In questo periodo ci sto ancora caricando le foto, penso di finire per la fine dell'estate. Chi volesse darci un'occhiata:

http://picasaweb.google.it/MarcoFerriMarco

Che poi sono le stesse foto che sto caricando anche sul mio profilo su FaceBook.

Bon, altro non c'è. Non posso promettere di scrivere più spesso, perchè le giornate scorrono sempre uguali, ma se vi capita, continuate a dare un'occhiata a questo blog.

sabato 30 maggio 2009

Blitz in Giappone

Di solito non scrivo mai dove vado su questo blog, prima di andarci. Tranne poche eccezzioni, ho sempre scritto dei miei viaggi dopo averli fatti. Chissa perchè, poi. Forse per paura che i ladri, sapendo che non sono in casa, ne approfittino? In ogni caso anche in questo post parlo di un viaggio appena concluso: il viaggio in Giappone.

E' stato un viaggio breve, un blitz (parola tedesca che vuol dire "lampo") direi. Da martedì 19 a venerdì 29 maggio.

Lo scopo di questo viaggio, contrariamente a quelli passati, non è stato il tornare nella città dove ho vissuto per 7 anni (Nagoya), nè per incontrare sia gli amici che gli ex studenti (anche se mi sarebbe piaciuto tanto tanto), nè per fare il turista ma per accompagnare Mamiko ed il piccolo M.Y. dai suoi nonni e da suo zio. Adesso loro sono ancora là e ci staranno fino alla fine dell'estate.

Dato che il viaggio è stato breve e che non ho visto molto del Giappone, le uniche foto che ho scattato sono di M.Y. e dei suoi parenti. Dato poi che è una regola che mi sono autoimposto, quella di NON pubblicare su internet le foto del bambino, mi dispiace ma di questo viaggio non mostrerò nessuna immagine.

I suoi nonni e suo zio, ovviamente erano felicissimi di poterlo rivedere. I suoi bisnonni (ossia i miei nonni), gli altri suoi zii (mio fratello e mia cognata) ed i suoi cugini invece non erano molto contenti di sapere che per 3 mesi non lo rivedranno. Ma in fondo è anche giusto che se lo godano un po' anche i suoi parenti lontani, non solo noi. Ed inoltre dopo oltre un anno di assenza, Mamiko non vedeva -giustamente- l'ora di tornare un po' a casa, di rivedere i suoi amici e di mangiare un po' di cibo giapponese (ma quello vero, non quello dei cinesi che si spacciano per giapponesi ed aprono ristoranti ). Infatti appena sbarcati, siamo saliti nella macchina di mio suocero e siamo andati.... a mangiare sushi al Sushi-Hiro a Kanie, lo stesso dove l'hanno scorso ho girato questo video.

Come ho già accennato, non ho incontrato nè gli amici (scusate ragazzi, eh?) nè gli ex studenti. Spero che stiano tutti bene e che non se la siano presa.

Adesso sono tornato a Riccione ed aspetto che passi l'estate. Gli altri anni invece non vedevo l'ora che arrivasse. Così và il mondo.

日本から行って来たばかり。今回時間はきつかったので誰も(友達も、生徒たちも)会わなかった。今回の旅の目的は観光ではなくて麻美子とM.Y.ちゃんを日本まで連れて行くだった。どこも行かなかったので子供に写真しか撮らなかった。インタネットにM.Y.ちゃんの写真をのせるのをしたくないから、今回写真を見せれない。ごめんなさいね。
今僕はイタリアに戻って、麻美子とM.Y.ちゃんはまだ日本にいる。9月ぐらいまだ迎えに行く予定だ。

sabato 25 aprile 2009

CENA AL VEGLIE IN VOLO

Venerdì 17 aprile io ed Andrea siamo andati a festeggiare il suo ---esimo compleanno in un ristorantino di nome Veglie In Volo.Veramente il suo compleanno era il giorno prima ma per motivi vari abbiamo dovuto festeggiarlo il giorno dopo.

Intanto dico subito che non so esattamente per quale motivo questo ristorantino si chiami così. Claudio (Il cameriere, nonchè cugino di Andrea, nonchè mio compagno di classe alle elementari, nonchè mio ex vicino di casa) me l'aveva spiegato ma...non me lo ricordo.

Questo ristorante ha tre particolarità:

-La prima (comune a molti ristorantini in campagna) e' che se non sai esattamente dove si trovi, fai fatica a raggiungerlo, soprattutto se ti ci rechi la sera. Il Veglie in Volo si trova nel comune di San Clemente (RN), in una traversa laterale della strada che da Morciano di Romagna porta a Montefiore Conca. Dato che l'unico cartello indicatore presente è molto piccolo e difficilmente visibile, come punto di riferimento usiamo sempre una grande fabbrica di elettrostimolatori. Quindi ogni volta che ci andiamo a mangiare (una volta all'anno, al massimo due), arriviamo fino alla fabbrica e poi...proseguiamo fino alla prima rotonda per fare inversione ad U!

-La seconda particolarità è che il ristorante si trova in un vecchio mulino ristrutturato. All'interno, coperto da un pavimento di plexiglass trasparente, si può vedere il buco dove un tempo si trovava la macina. E ci si può anche mangiare sopra, dato che c'è un tavolo da quattro persone.

-La terza particolarità è il menù. Qua non si parla di menù comuni ma di rielaborazioni (lo chef le definisce "interpretazioni") di vari piatti di livello medio-alto. Ciò rende il Veglie In volo particolarmente apprezzato dai gourmet locali (tra cui mio fratello). Aggiungiamo poi che Claudio è un amante dei vini, nonchè sommelier diplomato e responsabile della cantina del ristorante ed abbiamo un'idea della cena.

L'arredamento è semplice. Niente tovaglie ma segnaposto di carta. Su internet c'è stato anche chi ha scritto (non io!) che il menù è interessante "ma sembra eccentrico servito su una tovaglia casereccia e un foglio di carta un po da festa dell unita'' .
Come tutte le volte che ci andiamo (2 all'anno, come ho già scritto), invece di scegliere dal menù, ci affidiamo all'estro dell chef, cosicchè ogni portata è una sorpresa

Claudio, come dicevo, è un sommelier appassionato (anzi: amante dei vini), quindi in un tipico menù a degustazione, porta un vino per ogni portata. Occhio se dovete guidare, eh? Sempre su internet una volta ho letto una recensione di uno che si lamentava che c'erano troppi vini toscani. Boh! In ogni caso erano buoni.

Dato che un'illustrazione vale più di mille parole, ecco qua la sequenza fotografica dei piatti mangiati con le relative descrizioni. I sapori ed i profumi purtroppo non si possono descrivere:

TARARE DI SURI FRITTA E ZENZERO

FILETTI DI SUINO MARINATO, RAVIGGIOLO ED EMULSIONE DI LATTUGA


CASSONCINI DI SALSICCIA E RAVASTELLI CON PECORINO ROMANO

ZUPPA LEGUMINOSA CON PECORINO INFOSSATO


TORTA DI MELE E CANNELLA, CROSTATA ALLE FRAGOLE, BISCOTTONE CON LA FRUTTA SECCA, CIOCCOLATINO CHE FA PERSONALMENTE LO CHEF CON LA NOCCIOLA GENTILE DEL PIEMONTE E CREMA ALLA VANIGLIA.


TORTINO TIEPIDO AL CIOCCOLATO CON MELE CARAMELLATE E CREMA ALLA VANIGLIA


GRAPPA DI BAROLO SIBONA CON CIOCCOLATINO ED UNA NOCE LARA


CREMINA COME SI FACEVA UN TEMPO, BISCOTTI DELLO CHEF E CAFFE' CON LA MOKA

E' da notare che lo chef (nonchè padrone del ristorante) fà tutto da solo, senza altri cuochi che l'aiutano. Guardando i piatti che riesce a preparare, ci si domanda quante ore al giorno stia dietro ai fornelli e se gli rimane del tempo libero per un po' di vita sociale. Secondo me la risposta è no.
Io mi sono fermato al tortino, non ho preso altro, nè la grappa, nè il caffè. Ciononostante ero strapieno, così strapieno che se prendevo una caramella esplodevo (come in nella scena dei signor Creosoto nel film di Monthy Python "Il senso della vita". Cliccate qua se volete vederla. Occhio che non è adatta a chi ha lo stomaco debole, eh?).

Per tutta la cena, oltre a fotografare ho pure filmato con la macchina fotografica digitale ed ho messo il tutto su YouTube. Eccolo qua:


Per caso ho poi scoperto che i membri del sito gastronomico baltazar.it hanno l'hanno messo sul loro forum, commentandolo pure. Se volete leggere, cliccate qua.
Il video qua sopra effettivamente non è il primo video che ho girato in quel ristorante. Infatti un anno prima ne avevo girato un altro. Per vederlo, cliccate qua

Se invece volete andarci a mangiare, ecco il sito del Veglie In Volo:

E con questa pubblicità gratuita, chiudo questo post.

AUGURI, ANDREA!

mercoledì 15 aprile 2009

I miei primi quattro concerti



POKER DI TICKETS...
Recentemente sono andato in soffitta per cercare quel poster di Bruce Springsteen incluso nel bootleg di cui ho parlato in un post precedente. Quel poster non l'ho trovato e mi sa che ormai mi devo mettere il cuore in pace. In compenso ho trovato quattro piccoli biglietti, i biglietti dei primi 4 concerti che ho visto nella mia vita. Quattro biglietti che credevo ormai perduti per sempre e che mi han fatto venire in mente un po' di ricordi.

Il primissimo concerto che ho visto fu quello degli Eurythmics. Correva l'anno 1986 ed ero in quarta superiore. Era uscito il loro album (i CD esistevano già ma ancora non avevano sostituito i gloriosi vinili) REVENGE ed il mio amico Giuseppe riuscì a trovare i biglietti tramite un suo amico di Bologna di cui ho scordato il nome. Fu il mio primo concerto, quindi qualsiasi cosa che vidi mi parve fantastica. Ricordo che le casse invece di essere sistemate ai lati del palco (come in ogni altro concerto che avevo visto fino ad allora in TV) erano appese al disopra di esso.
Il concerto cominciò con la canzone SEX CRIME dall'album 1984 e poi non ricordo più la sequenza. L'amico di Giuseppe aveva portato un registratore a cassette (gli MP3 non esistevano nemmeno nei libri di fantascienza) e durante il concerto si era raccomandato con noi di non far casino che sennò la registrazione avrebbe fatto schifo. Poi ci fece avere due cassette con il tutto. Peccato che non le trovi più. Sarebbero state molto interessanti.
Ricordo che nell'ultima canzone ("The miracle of love") si sentiva la mia voce che gridavo "Nuda! Nuda! a Annie Lennox. Ricordo poi che a fianco a noi (eravamo seduti sule scalinate, in alto, ultima fila) c'era un signore di mezz'età vestito da ferroviere con una borsa. Temendo che fosse lì per controllare che nessuno registrasse il concerto, cercammo di non dar nell'occhio. Alla fine del concerto scoprimmo che dentro la sua borsa...teneva un registratore a cassette!
La prima canzone che cantarono fu Sex Crime, altre che ricordo furono Missionary Man, Thorn in my side, When Tomorrow Comes, Right By Your Side, Sweet Dreams (con il pubblico che cantava i cori mentre io...no perchè l'inglese non lo sapevo!), Who's That Girl (e qua uno urlò "Bona!", con conseguente risata generale -eravamo in un palasport, quindi durante un lento, un urlo dal pubblico era udibile. A proposito: questa canzone non centra niente con quella di Madonna, eh?) ed altre che non ricordo. Ah, se non avessi perso quei nastri...
Come supporto ci furono gli Hipsway, band emergente che aveva avuto un hit con The Honeythief che fu l'unica canzone che riconobbi e che ogni tanto sento alla radio, nei programmi dedicati al revival anni '80.
Il 30 maggio 1987 a Modena ci fu il la terza tappa italiana del tour degli U2 (la prima e la seconda furono a Roma). Era appena uscito l'album The Joshua Tree, e ci andai sempre con i due amici del concerto degli Eurithmics più un altro, Enrico di Riccione, compagno di classe di un altro amico. Adesso lo confesso: fui uno dei pochi che andarono a quel concerto pur non possedendo nemmeno un disco degli U2. Ma le canzoni più o meno le conoscevo tutte in quanto alla radio, nelle discoteche, tra gli amici, in TV in quel periodo non sentivi altro.
Gli U2 erano il gruppo principale e di supporto c'erano i Lone Justice (banda che non avevo mai sentito prima e che non sentii mai più dopo), poi i Big Audio Dynamite (altra banda ormai dimenticata) ed i Pretenders.
Anche qua portammo il registratore ma il risultato fu penoso: tutti attorno a noi che continuavano a gridare "Bono! Bono!" ed il risultato fu che nei nastri si sentivano quelle voci in primo piano e -piccolo, piccolo in sottofondo- il concerto. Ricordo anche che prima del concerto, l'amico di Giuseppe, memore della mia uscita al concerto degli Eurithmics, mi proibì tassativamente di gridare "Nudi! Nudi!". Avreste dovuto vedere la sua faccia quando TUTTI attorno a noi (uomini e donne!) si misero ad urlare "Bono nudo! Nudo! Nudo!"...
Un altro episodio buffo successe mentre i Pretenders cantavano. Noi eravamo seduti sulle scalinate (al concerto degli Eurythmics io e Giuseppe eravamo andati sotto il palco ma il suo amico ci fece spostare sulle scalinate. Ore dopo, vedendo tutti quei ragazzi in piedi a patire la stanchezza e vedendo i roadies che trascinavano via quelli che stavano male, capimmo perchè e fecimo tesoro di quell'insegnamento nei concerti successivi) e da quel punto non solo vedevamo il palco ma anche l'esterno dello stadio. Ad un certo momento, mentre la Chrissie Hynde venne dalla nostra parte, noi tutti vedemmo all'esterno The Edge degli U2 uscire da una limousine e ci alzammo in piedi all'unisono. Lui se ne accorse e ci salutò alzando il cappello al che noi tutti emisimo un ruggito esagerato. Dato che la Chrissie non poteva vedere ciò che vedevamo noi, penso che avrà pensato "Santo cielo! Non credevo di essere così popolare in Italia!". Chissà se qualcuno le avrà mai spiegato il vero motivo di quell'alzata in piedi generale (ed eravamo in migliaia!).
E finalmente tornò Bruce "the boss" Springsteen in Italia!!!
Come avevo già scritto qua, nel 1985 Bruce fece il suo primo concerto italiano a Milano, allo stadio Meazza-San Siro ma io per motivi di anagrafre e di lavoro (leggi: dovevo lavorare in un hotel e tanto i miei genitori non mi avrebbero maandato lo stesso per via della -troppo-giovane età) fui costretto a limitarmi a sognarlo, consolandomi poi col bootleg.
Ma l'11 giugno1988 ossia pochi giorni prima dell'esame di maturità, non persi l'occasione di vedere finalmente il mio idolo dal vero, a Torino.
Il viaggio lo feci in macchina con Lucio (ex compagno di classe ai tempi delle medie), Enrico (anche lui studente della stessa scuola media ma in un'altra classe) e la sorella di Enrico, della quale però non ricordo il nome.
Lo stadio naturlamente era strapieno, noi ci sedemmo sulle scalinate per non morire sotto il palco.
Il giorno prima avevo comprato dell'acqua in tetrapak -sapevo che le bottiglie di vetro ce le avrebbero sequestrate all'ingresso come avevo visto fare al concerto degli U2- e mi venne l'idea di aprirne una dal fondo con un taglierino, svuotarla del liquido, metterci una macchina fotografica ed aggiungerci cotone in abbondanza per far volume prima di richiuderla con la colla. Secondo me il risultato fu penoso, ma alla fine il trucco riuscì ed entrammo con la macchina fotografica.
Enrico invece non ricordo che stratagemma usò ma riuscì ad entrare con un registratore.Come ho già scritto, eravamo lontani dal palco, e quindi in nessuna foto si vede Bruce. Giorni dopo Enrico ci fece avere le copie dei nastri del concerto. Anche quelle le ho perse. Purtroppo.

Ogni volta che parlo di quel concerto con gli amici, mi viene sempre da dire "delusione".
Ebbene sì, quel concerto fu per me una delusione. Dopo aver aspettato per 4 anni che il boss tornasse, dopo avere per quei 4 lunghi anni ascoltato guasi ogni giorno tutti i suoi dischi (incluso il bootleg registrato a Milano), mi aspettavo di più e di meglio.
Io capisco che un artista dopo anni ed anni si rompa le scatole di suonare sempre le stesse canzoni, ma penso anche che ogni artista abbia delle canzoni che assolutamente non può non suonare ogni volta. Oltretutto se questo artista fà aspettare i suoi fan 4 anni prima di un nuovo concerto.
Come sarebbe un concerto dei Deep Purple senza Smoke On The Water? Se i Led Zeppelin non suonassero Stairway To Heaven, cosa penserebbero i fan? Un concerto deglu U2 senza Pride (in the name of love) sarebbe apprezzato come uno in cui la cantano? Non lo so, ma io quella volta ero sicurissimo che Bruce avrebbe cantato The River, Thunder Road, Rosalita ed invece....invece niente!
E ricordo anche che sui nastri che Enrico aveva registrato alla fine del concerto si sentiva chiaramente un coro di ragazzi urlare "River! River! River!, segno evidente che tutti l'aspettavano. Per anni Rosalita era la canzone nel mezzo della quale presentava i membri della banda. Invece quella volta a Torino usò un'altra canzone. Ed io che l'avevo imparata a memoria per cantarl quel giorno!
Di Thunder Road non ci fu traccia. In compenso cantò Born To Run...in versione acustica! Ma dico, Bruce ha fatto un intero album (Nebraska) con solo canzoni acustiche, non poteva scegliere una di quelle se aveva voglia di suonare la chitarra da solo? Per me Born To Run suonata solo con la chitarra, è come una pizza margherita senza pomodoro e senza mozzarella! Insomma, musicalmente parlando, quel concerto mi piacque fino ad un certo punto.
Un altro episodio di quel concerto che ricordo fu di un ragazzo che riuscì a salire sul palco. Noi gridammo "Guarda quello che culo! E' riuscito a toccare Bruce!!!"....qualche giorno dopo in TV vidi quel ragazzo intervistato da Red Ronnie. Con il volto completamente tumefatto, raccontò che i roadies di Bruce lo riempirono di botte ben bene. Il bello fu che alla domanda "Lo rifaresti?", lui rispose "Sì!".
Ancora non lo sapevo ma quella non sarebbe stata l'ultima volta che avrei visto il Boss a Torino. Infatti...
Passata l'estate, a Torino, l'8 settembre, fu tenuta l'unica data italiana dell'Amnesty International World Tour. Sul palco si esibirono Youssou N'Dour, Tracy Chapman, Claudio Baglioni, Peter Gabriel, Sting e naturalmente Bruce. No, dico, potevo perdermelo? No, certo! Ed infatti ci andai, sempre con Enrico e con sua sorella ma non con Lucio perchè doveva lavorare.Anche questa volta ci sedemmo sulle scalinate. Io non avevo pertato nè la macchina fotografica, nè il registratore. E nemmeno Enrico. E fu un peccato.
All'inizio del concerto tutti gli artisti salirono sul palco e cantarono insieme "Get Up, Stand Up" di Bob Marley poi si esibirono uno alla volta, prima di chiudere ancora tutti insieme con "Chimes Of Freedom" di Bob Dylan.
Il primo artista ad esibirsi fu Youssou N'Dour. Io confesso che non lo conoscevo. E confesso che a parte una canzone in cui duettava con Neneh Cherry ("7 seconds"), successivamente non sentii più parlare di lui.Non conoscendo le sue canzoni, non mi rimase niente in mente della sua performance. Solo il suo nome. Chiedo scusa ai suoi fans.
Dopo Youssou, fu la volta di Tracy Chapman. Anche nel suo caso, il nome non mi diceva niente. Aveva appena pubblicato XXXX dove c'erano le canzoni "Talking About Revolution" e "Fast car" che di lì a poco sarebbero diventate hits internazionali, ma io nella mia infinita ignoranza, conoscevo solo Fast Car ma stentai a riconoscerla perchè Tracy suonò per tutta la sua esibizione solo con la chitarra acustica. Peccato che non ci portammo dietro il registratore. Sono convinto che fece un concerto bellissimo, ma non ne ho ricordi vivi. Solo successivamente mi resi conto che avevo visto un concerto di un'artista molto valida ma che non lo sapevo...
Quello fu il concerto di Claudio Baglioni passato alla storia perchè fu bombardato di ortaggi ed altro dal pubblico. Da dove ero io non si vedeva niente dei lanci, infatti lessi tutto il giorno dopo sui giornali. E capii come mai ad un certo punto Peter Gabriel salì sul palco mentre Baglioni stava cantando, senza unirsi a lui in un duetto: per far calmare la gente. Spesso mi son chiesto perchè successe tutto questo. In fondo di concerti in cui prima della tanto attesa rockstar ci sono altri che non si sopportano ne vengono organizzati a decine ogni giorno, mica tutti vengono trattati così. La gente che era andata fino a Torino per vedere Bruce, Sting, Peter, che cosa gli sarebbe costato aspettare 40 minuti (la durata dell'esibizione di Baglioni) in silenzio, magari facendo altro? E poi, diciamoci la verità, uno non va ad un concerto portandosi dietro la verdura perchè esiste la possibilità che ci sia un artista non gradito, prima del proprio beniamino: uno se la porta dietro con la certezza di usarla. Il che significa che tutta quella gente aveva fin da prima del concerto l'intenzione di lanciarla contro Baglioni. Perchè poi? Ma perchè lo odiavano. Perchè poi lo odiavano? Il motivo preciso non lo so, penso che ce ne erano tanti. Secondo me Baglioni era l'artista sbagliato per quel concerto. Lui, con il suo background di canzoni d'amore (almeno fino a quel periodo. Successivamente si è rinnovato) stonava parecchio insieme ai più famosi rockers internazionali di quel periodo. Un artista come Vasco Rossi sarebbe stato meglio, ma evidentemente gli organizzatori la pensavano diversamente. E Baglioni poi cosa avrebbe dovuto fare? Rifiutare l'invito ad esibirsi per Amnesty International? Sai che sputtanamento! Insomma, alla fine anche Baglioni scese dal palco e toccò a Peter Gabriel.
Peter aveva una coreografia fatta di fari montati su gru snodabili che si muovevano in un modo che sembrava che ballassero a ritmo della sua musica. Tra tutti, fu quello che parlava italiano meglio. Non mi sorprenderebbe di scoprire che lo parla veramente (ricordate quanto scritto prima sulla mia infitina ignoranza?). Durante la sua esibizione ricordo che ci fu un black-out proprio nel mezzo della canzone Shock The Monkey, il suo cavallo di battaglia. Un secondo prima cantava...un secondo dopo silenzio assoluto + buio totale. Dopo alcuni secondi di sbigottimento, tutti cominciammo a gridare in coro "Peter! Peter! Peter!". Dopo 10 o 15 minuti Peter ci disse che avevano risolto il problema e che si ricominciava. Ed infatti ci cantò da capo Shock The Monkey. Quella volta pensai bene del santo protettore dei black-out (ma solo quella volta! Tutte le altre l'ho bestemmiato ben bene!)

Sceso Peter, salì Sting. Io non sono mai stato un grande fan di Sting. Anzi, diciamo proprio che a parte qualche canzone, non mi è mai piaciuto. Quindi mentre lui cantava, io seguivo, ascoltavo ma non perteciapvo un gran chè. Anche qua chiedo perdono ai suoi fans. Ricordo che dietro di me c'erano tre ragazzine che erano venute a quel concerto solo per lui. Urlavamno come delle ossesse ma rimasero senza parole quando cantò She Dances Alone...in spagnolo! Una di loro addirittura si lamentò ad alta voce ("Ma perchè la canta in spagnolo???" -"Forse perchè pensa che così la capiamo meglio", pensai io). Però mi sono scatenato anche io quando eseguì "Don't stand so close to me". Forse perchè era una canzone dei Police? Ebbene sì (maledetto Carter!): Sting solista non mi piace. I Police al contrario...

Ed alla fine, colui per il quale tornai a Torino, il grande Bruce, salì sul palco. Durante il concerto precedente mi deluse. A questo invece no, tutt'altro: non solo cantò Thunder Road, non solo Born To Run accompagnato da tutta la E-street Band, ma cantò The River (no, dico: The River!!!) in coppia con Sting. Un evento!!!! E poi anche Cadillac Ranch, Raise Your Hand, Born In The USA ed altre. Certo, ebbe a disposizione meno di un'ora, ma abbastanza per perdonarlo per il concerto precedente.
E non vi dico quante volte feci invidia a Lucio che io avevo visto e sentito Sting e Bruce cantare The River e lui no! Se non mi ammazzò, fu un miracolo! Quella fu l'ultima volta che vidi il boss dal vivo.
Anni dopo a Londra ebbi la possibilità di vederlo ancora in concerto, ma per motivi di lavoro dovetti rinunciare. Una mia compagna di classe della scuola d'inglese invece non solo ci andò, ma lo incontrò di persona. E mi mostrò pure le foto dicendomi che lo faceva apposta, così imparavo a non andare ai concerti del boss. Chissà quella ragazza dove si trova ora. Non ne ricordo il nome, purtroppo.
Questi furono i miei primi quattro concerti.
Successivamente ne ho visti altri (pochi) ma quelli sono i concerti che ricordo più volentieri. E tutti 4 prima dei 20 anni. Che sia per questo?

domenica 29 marzo 2009

Maiale...puttana!!!

Una barzelletta in versione video:



Morale: gli uomini non sanno ascoltare e le donne non sanno spiegarsi...

lunedì 23 marzo 2009

Fortunello

Un po' di tempo fa ho visto in TV uno speciale sul futurismo, dato che ormai son cent'anni che Marinetti ha pubblicato il manifesto del partito futurista.

Durante quello speciale han fatto vedere uno spezzone di filmato d'epoca in cui un attore e drammaturgo che non conoscevo, Ettore Petrolini, recitava "Fortunello", un suo personaggio tanto apprezzato dai futuristi.

Subito dopo (forse per dimostrare l'influenza del futurismo nell'arte contemporanea) hanno fatto vedere un video tratto da YouTube della band friulana Tre Allegri ragazzi Morti (che d'ora in poi, per brevità, chiamerò "T.A.R.M.", certo che è proprio un nome originale, facile da ricordare, anche voi, la prima volta che l'avete letto ve le siete toccate? Consolatevi: non siete i soli) in cui viene usato lo stesso testo, anche se ampliato con nuovi versi.

Incuriosito e desideroso di rivedere entrambi questi video, li ho cercati su YouTube e, con mia grande sorpresa, ho scoperto che esiste una canzone della compianta Giuni Russo col medesimo testo dei T.A.R.M. e, viste le date di pubblicazione, mi sa che sia a questa che i T.A.R.M si siano ispirati, più che all'originale. (E' solo un'ipotesi, naturalmente. Potrei sbagliarmi).

Ecco quindi tutti i tre video. Se li guardate (basta cliccargli sopra) vi consiglio di farlo in ordine partendo dal video qua:


LA VERSIONE ORIGINALE...

...QUELLA DEI TRE ALLEGRI RAGAZZI MORTI...

...E QUELLA DELLA COMPIANTA GIUNI RUSSO

Personalmente, tra le due covers, preferisco quella della Giuni, ma i gusti son gusti. Chissà quale avrebbe preferito Pretolini.

In conclusione, ecco una poesia di Petrolini che secondo me è una vera perla di saggezza:

« È l’amore quella cosa
Che platonico tu chiami

Se la femmina che ami
Ti vuol dar soltanto il cuor"

giovedì 19 marzo 2009

YouTube

Oggi aprendo il mio canale su YouTube ho scoperto che il video con le foto scattate tra il 1992 ed il 1995, quando vivevo, studiavo e lavoravo a Londra è stato sospeso a causa di un reclamo della WMG.
Apro per capire cosa è successo e mi dicono che il problema è che la colonna sonora è "The Main Monkey Business", un brano strumentale dei Rush e che la WMG ne ha i diritti.

Dato che quando caricai il video mi guardai bene dallo scrivere sia il titolo della musica che il nome della banda nella descrizione e nei tags, ne consegue che qualcuno che ha visto il video ha fatto la spia (dato che non credo che i Rush o chi per loro abbiamo pagato gente per visionare video su YouTube alla ricerca di caricamenti illegali. Ci saranno milioni di video sul tubo, migliaia dei quali usano canzoni della band canadese, possibile che abbiano beccato solo me?).

Adesso ho fatto l'audio swap, ossia sostituito la traccia audio con una musica gratuita suggerita da loro di YouTube. Quindi il video è tornato disponibile nella nuova versione.

Spero tanto che a chi ha fatto la spia...venga un attacco inguaribilie di stitichezza cronica o (a scelta) di dissenteria, sempre cronica. Tiè!

Intanto, se volete vedere (o rivedere) come ero io in quegli anni, ecco qua:


Il video nella nuova versione

Ps: se invece volete sentire come era la colonna sonora precedente, ecco un video che ancora non hanno censurato ( cliccate qua e fatelo in fretta, prima che lo sospendano)

選んだ音楽はだめだったので上のビデオに新しい音楽をつけた。イギリスのロンドンに住んでいた時(1992年~1995年)の写真を見たいなら、上のビデオにクリックしてください。前の音楽の方がよかったのに

lunedì 16 marzo 2009

La prima biciclettata di M.Y.

Era già un po' che ci pensavamo, ma il tempo non era mai adatto ed abbiamo aspettato. Ora che è arrivata la primavera (ed anche il polline, accidenti!) ci siamo decisi: abbiamo comprato il seggiolino da bici per il piccolo M.Y.

M.Y. in bici col papà...

All'inizio eravamo titubanti nella scelta. Sul mercato ce ne sono a centinaia "Made In China" ed ogni tanto scoppiano degli scandali di prodotti cinesi nocivi per la salute dei bambini in quanto a base di sostanze pericolose.

...con la mamma in viale Ceccarini...

Grazie al sito della BarbieriPNK (ditta creata dal babbo del mio amico Kalman -vedi QUA) abbiamo scoperto che esistono anche seggiolini costruiti in Italia. Magari alla fine anche un seggiolino "nostrano" potrebbe essere altrettanto pericoloso quanto uno cinese (se non di più) ma abbiamo deciso per questo, nella speranza di non dovercene pentire...
Il negozio a Rimini ce l'ha segnalato Kalman (Grazie, Kalman, a buon rendere, eh?).

...e con il bisnonno.

Il primo giretto l'abbiamo fatto da casa nostra fino a viale Ceccarini. Durante il giro abbiamo incontrato Nando, il bisnonno di M.Y. (ossia mio nonno, classe 1912) che faceva la sua passeggiata mattutina.

Adesso penso che lasceremo più spesso la macchina in garage.
ずっと前から子供と自転車に遊びに行きたかったが天気は寒すぎてやめた。が今春(と花粉症も)がせっかく来て、自転車にベビー・シートをつけてくれた。自転車会社はカルマンさんという友達は教えてくれた。
初めてのドライブは街の中心地に(チェッカリーニ通)。途中でM.Y.ちゃんの曾御祖父ちゃん(1912年に生まれてナンド曾御祖父ちゃんです)。とっても楽しかった。これから自動車ほ少しいしか使いたくない。

lunedì 9 marzo 2009

Coincidenze?

Questa mattina con Mamiko e M.Y. sono andato a far la spesa al supermercato Conad Boschetto a Riccione. Quando arriva il momento di pagare...il totale è di 66,66 euro. Sessantasei-virgola-sessantasei, ossia sei-sei-sei-sei.
Il che non è niente di speciale ma....
Poi siamo andati a far la spesa dal fruttivendolo ed il totale era di 9,99 euro. Nove-virgola-novantanove, ossia nove-nove-nove.
Tenendo conto che oggi è il giorno nove marzo (ossia 9/3) e che sia il sei che il nove sono dei multipli di tre, ci è venuto un dubbio: e se non fosse stato un caso? Allora siamo andati a giocare i numeri tre, sei e nove al lotto ma...
Il tabacchi vicino a casa era chiuso.
Volevamo cercarne un'altro ma il piccolo M.Y. si è messo a piangere perchè aveva famer e siamo tornati a casa pensando che forse era destino che i numeri non li avremmo giocati.
Adesso attendiamo e vedremo se abbiamo fatto bene o se abbiamo perso una barca di milioni.
Secondo voi?

sabato 7 febbraio 2009

Si vede che era destino.

Tre sabati fa sono andato all'AVIS (Associazione Volontari Italiani del Sangue) di Rccione per diventare donatore.
A dire il vero, in passato (nel 1988) avevo donato il sangue alcune volte, ma poi per un motivo o per l'altro ho smesso.
Adesso volevo ricominciare, quindi -dicevo- tre sabati fa sono andato ma... c'era scritto che in base ad una recente legge occorreva avere con sè la tessera sanitaria. "Vabbè" ho pensato "Sarà per la prossima settimana!".
Due sabati fa ci son tornato con la tessera sanitaria ma...era chiuso! "Uffa" ho pensato "Sembra guasi la volontà del destino. Vabbè, tornerò il prossimo sabato".
Questa mattina ci sono tornato. Avevo con me la tesser sanitaria, l'Avis era aperta. "Finalmente" ho pensato "Dai e dai ci sono riuscito!"
Entro, consegno i documenti (carta d'identità e tessera sanitaria) compilo il questionario ma... scappa fuori che una circolare ministeriale dice che chi è stato in Inghilterra per un periodo di sei mesi o più dal 1980 al 2000-e-non-ricordo non può donare il sangue. Motivo? Nel 1995 o 1996 (non ricordo) scoppiò il caso della mucca pazza e da allora il ministero emanò quella circolare mai revocata. Io vissi a Londra più o meno dal 1991 al 1995 (bei tempi!) e quindi....

Morale: si vede che era proprio destino che io non donassi il mio sangue.

Mi spiace per coloro che ne avrebbero bisogno. Io la volontà ce l'ho messa.