giovedì 14 gennaio 2010

RECENSIONE NUMERO 1

In questo post voglio parlare di uno dei tanti libri che ho molto apprezzato, letto, ri-letto e stra-letto: nella fattispecie de I PROFESSIONISTI di Carlos Gimenez.



Certo, per alcuni (molti?) di quelli che "se-non-è-scritto-non-è-un-libro!" il fatto che io definisca questa raccolta di pagine illustrate e rilegate con tanto di copertina e frontespizio con la parola "libro" può sembrare offensivo ma...ma così è e quindi procediamo.

Il bestio (22 centimetri X 30, 170 pagine circa) è una raccolta di storie (o dovrei dire novelle grafiche) in bianco e nero -non lasciamoci ingannare dalla policromia della copertina che le copertine rigide o morbide che siano sono sempre colorate- che parlano, anzi narrano, di fumetti ma soprattutto dei loro autori, i disegnatori o fumettari che dir si voglia. Tutte le storie sono basate su esperienze dirette dello (ed aneddoti sentiti dallo) stesso Gimenez quando era un giovane disegnatore emergente nella Barcellona degli anni '60. Gimenez in queste storie disegna se stesso (auto-ribatezzatosi Pablo Garcia Garcia) ed i suoi amici-colleghi (tutti rinominati con nomi di fantasia, anche se nella seconda storia del libro compaiono alcuni nomi veri dei disegnatori disegnati, tra cui Fernando Fernandez, Josè Maria Bea, Eugenio Giner, Esteban Maroto ed altri) sia al lavoro nello studio Creaciones Ilustradas di Filstrup (pseudonimo di Josep Toutain (1932-1997), il padrone -vero- dell'agenzia Seleciones Ilustradas) che durante il tempo libero.

Gimenez, il quale di queste novelle grafiche non è solo disegnatore ma anche sceneggiatore, descrive in maniera romantica e divertente una sarabanda di artisti un po' fannulloni (mitica la didascalia nella seconda storia che recita: "I disegnatori di Creaciones Ilustradas erano un gruppo eterogeneo e variopinto ma abbondavano specialmente quelli che lasciavano trascorrere spensieratamente i giorni e si mettevano la smania di lavorare proprio il giorno prima della data di consegna. E quel giorno erano problemi"), molto spensierati, molto impegnati a farsi a vicenda degli scherzi un po' come i protagonisti del film Amici Miei, ed a barcamenarsi nel cercare di sbarcare il lunario con il magro stipendio che Filstrup gli passa.
Anzi, direi che Gimenez descrive Filstrup come un furbacchione che sottopaga i suoi lavoratori, ma col sorriso sulle labbra, facendoli guasi (dico guasi, eh?) esser felici di esser gabbati.

Alcune storie hanno per protagonista Pablo/Gimenez, altri invece no. Ogni storia è a se stante, non è necessario leggere il libro dall'inizio alla fine per capire l'umanità dei personaggi, della vera "gente di cuore" come recita il titolo di una delle storie.

Ma questa non è e non vuole essere una vera recensione che ce ne sono già a milioni (vabbè, diciamo migliaia...anzi centinaia) in giro sulla carta stampata e su internet, quindi continuo a scrivere e vediamo dove vado a parare.

La prima volta che ho letto le storie dei professionisti fu nel 1983-1984, sulle pagine di Eureka, mitica rivista della defunta Editoriale Corno che chi ha la mia età e leggeva una valanga di fumetti già quella volta (come il sottoscritto, appunto) certamente ricorda. Ogni mese una storia nuova, ogni mese una spasmodica attesa per sapere come sarebbe continuata la saga, di leggere quale disegnatore sarebbe stato la vittima di chissà quale scherzo da parte di chissà quale collega, di conoscere qualche misterioso aneddoto del fumetto spagnolo di venti anni prima... fino a quando uscì l'ultimo numero di Eureka.

Poi il nulla.

E poi ancora il nulla.

E poi sono passati ormai 25 anni e mi tornano in mente i professionisti (anzi: Los Profesionales, secondo il titolo su Eureka) e comincio una ricerca su internet. Non devo cercare molto. Infatti basta leggere un qualche blog come quello del tuttologo del fumetto (o cartonist globale come lui stesso ama definirsi) Luca Boschi ed ecco che scopro l'esistenza del volume che sto recensendo (descrivendo?) adesso.

La mitica Eureka cessò -con mio sommo dispiacere- di esser pubblicata nel 1984 come ho già scritto. In seguito anche l'Editoriale Corno fallì. La conseguenza fu che molte storie in attesa di essere pubblicate, non lo furono affatto. Ecco, anche queste storie ora sono leggibili in questo libro che potremmo definire una raccolta. Tra le storie, i gioielli che non ho potuto leggere da adolescente, ce n'è una che mi ha "intrippato", parecchio, la storia del disegnatore Tony Tano (dato che è un nome di fantasia, mi piacerebbe sapere quale disegnatore ispirò il personaggio, ma Gimenz su queste cose è estremamente parco di informazioni) che oltre a disegnare -"Dei personaggi disegnava solo la bocca e qualche mano. Il resto erano "collage", figure incollate ritagliate da fotocopie di lavori precedenti"- faceva fotoromanzi, commerciava con le cose più insolite e traduceva fumetti americani. In questa storia c'è un dialogo tra lui ed un altro disegnatore (Vidal Flores) che trascrivo perchè oltre a far ridere, mi sembra anche molto verosimile. Almeno spiega certi fumetti che mi capita di leggere e di capirci poco.
Sentite (anzi leggete) che roba:

DIDASCALIA: "Traduceva dall'inglese allo spagnolo fumetti americani che pubblicava la Ibervitis, una casa editrice spagnola"

VIDAL FLORES (VF): "Ma tu lo sai l'inglese?"

TONY TANO (TT): "Neanche una parola!"

VF: "E dunque?"

TT: "Io non faccio traduzioni, io faccio adattamenti, cioè adatto i disegni a quello che scrivo. Io mi lascio guidare dall'intuito. Se nel disegno di vede il capo della polizia che parla con il detective protagonista ed è l'inizio della storia, che credi che possa dire il capo? "Johnny, ho una pericolosa missione da affidarvi". E che risponde Jhonny? "Potete contare su di me, capo, Non temo il pericolo". E più o meno così si arriva alla fine con un classico: "Che morte orriblie! Ma se l'è cercata! Nessuno può prendersi gioco impunemente della legge!"

VF (indicando un fumetto tradotto da Tony Tano): "Sì. Però qui , mentre stanno torturando il protagonista, hai messo che pensa "Mi mancano da pagare solo tre rate e la moto è mia". Questo non c'entra molto."

TT: "Il lettore che è capace di accettare che Superman voli; che l'Uomo Ragno si lanci da un aereo senza paracadute, arrivi a terra, acchiappi i cattivi e che poi bello bello faccia un saltino per tornare sull'aereo; che Batman e Robin vadano in giro per la città vestiti da scemi senza che nessuno li prenda in giro; che l'Uomo Di Gomma si trasformi in corda per catturare i cattivi; ecc... perchè non dovrebbe essere capace di accettare che Jhonny Tormentas, mentre lo torturano, stia pensando alle rate della moto che deve pagare? Questa cosa è addirittura più logica!"

VF: "Non lo so...non lo so...e l'editore che dice?"

TT: "Niente! Tu conosci qualche editore che legga i fumetti che pubblica? E poi l'editore è contento di me. Tieni presente che gli faccio anche l'impaginazione degli albi. Per l'ultimo fumetto dell'Uomo Broccolo ho tirato fuori 46 pagine e l'episodio originale ne aveva solo 15! Sono tutte pagine che risparmia!"

Vabbon, adesso non stò a scrivere tutte le trame, ma garantisco che ogni storia mi ha fatto ridere anche se... anche se avrei preferito la vecchia traduzione di Eureka.
Tutti quei vecchi numeri della rivista che avevo, sono spariti nel corso degli anni (non so se nel bidone della carta -e quindi riciclati- o se nel bidone della spazzatura(1) -e quindi inceneriti nel maledetto inceneritore di Raibano che da anni stà inquinando la costa romagnola, ma questo è un'altro discorso) ma quando ce li avevo giuro che li leggevo così tante volte da aver memorizzato buona parte dei testi. Quindi mmaginate la sorpresa quando ho aperto il volume ed ho trovato dialoghi un po' differenti. Differenti non vuol dire diversi. Anche a me è capitato in passato di tradurre dall'inglese all'italiano (anche dal giapponese all'italiano, come si vede da questo e da questo video) e so che la stessa frase si può rendere in vari modi, basta che il senso non venga stravolto come invece succede ai fumetti tradotti da Tony Tano, certo.

Particolarmente ricordo nella vecchia traduzione la vignetta in cui il disegnatore Jordi, colpito sulla guancia da una riga da disegno piena di cacca, dice una bestemmia, una vera bestemmia, che non sto a scrivere, dico solo che metteva in dubbio la condotta morale della vergine Maria. Beh, il traduttore del presente volume invece ha pensato di censurarla e forse ha fatto bene.

Bon, che altro aggiungere? Il libro è pubblicato dalla Black Velvet (cliccate qua) la quale suggerisce di richiedere il libro nelle fumetterie in quanto dicono che questo li aiuta ad inserirsi nel giro dei comics, io invece l'ho comprato su E-bay che non avevo voglia di andare a Cattolica o a Rimini (colpa mia se non ci sono fumetterie a Riccione o se ci sono ma non le conosco?) a cercarlo che poi magari mi dicevano che non ce l'avevano ma che potevano prenotarlo, naturalmente aspettando non sanno nemmeno loro quanto, dipende dalla casa editrice se ce l'ha ancora nel magazzino e se la distribuzione funziona bene che a volte si sà come vanno le cose e poi non è colpa loro se le strade sono intasate ecc. ecc.

Se ho convinto qualcuno a cercare I Professionisti Volume 1 (2), spero di avervi fornito abbastanza tracce.

Buona lettura e buon divertimento



Alla prossima!


(1) All'epoca non si parlava ancora di raccolta indifferenziata. Vetro, carta, cibo...tutto nell'inceneritore!

(2) il che presume la pubblicazione di un secondo volume ma almeno al momento non ce n'è traccia in giro.

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