venerdì 14 settembre 2007

BACK TO MONTE GRAPPA


Giovedì 6 settembre 2007 ho fatto un'altra delle mie gite, su uno dei più famosi siti dove si svolsero alcune delle battaglie più sanguinose della prima guerra mondiale: il MONTE GRAPPA.
C'ero già stato nel 2005 e quindi la strada ormai la sapevo: si passa da Bassano Del Grappa, si arriva a Romano D'Ezzelino (entrambi in provincia di Vicenza), si cerca piazza Cadorna e si prende la via Cadorna (così chiamata in onore del generale che la fece costruire in quanto si accorse che sarebbe stata necessaria per far arrivare armi, munizioni e vettovagliamenti proprio sulla cima del monte, dove sarebbero stati necessari). Dopo più di una ventina di chilometri (passando per una foresta, fermandomi prima in un punto di lancio per parapendio e poi alla colonna commemorativa che segna il massimo punto in cui le armate austro-ungariche giunsero prima di esser respinte ed infine uscendo dalla foresta) lungo colline pieni di prati e di mucche, eccomi arrivato.





DA ROMANO D'EZZELINO A CIMA GRAPPA

Naturalmente, guardando i video come quello di cui sopra, occorre tener presente alcune cose:

-Io non sono capace a riprendere.
-Ho usato una macchina fotografica digitale invece di una video-camera (che tanto non ho), quindi sia la qualità del video che quella dell'audio sono quel che sono.
-Guidando, devo tenere almeno una mano sul volante, quindi per forza l'immagine è spesso (anzi, spessissimo) smossa
-Non ho ancora imparato a togliere certi rumori indesiderati (ad esempio quello del vento)
-Improvvisando i discorsi (non come quelli della TV che glieli scrive qualcuno e poi loro li imparano a memoria o li leggono direttamente fuori campo), spesso sbaglio le frasi, le cifre ed i nomi, per non parlare di quando perdo il filo del discorso. D’altra parte non ho voglia di ripetere le stesse scene più volte fino a raggiungere la perfezione….

Quindi, mi raccomando, abbiate pietà di me e dei miei video, eh?

Una volta giunto in cima e parcheggiato, e dopo aver comprato i souvenir, ecco che scopro che l'ingresso dal lato del sacrario italiano è chiuso per lavori in corso. Poco male, vuol dire che accederò al sacrario dal lato del cimitero austro-ungarico, e così infatti fu.


Come ho scritto sopra, c'ero già stato, quindi la seconda volta non era proprio come la prima che mi sembrava di esplorare un mondo nuovo. Questa volta sapevo cosa avrei trovato e dove l'avrei trovato, quindi non mi sono trattenuto per molto tempo su ogni singolo componente del sacrario (tranne che per far le foto sceme come questa qui:)


AAARRRGGGG!!!!

Però un sacrario è sempre una costruzione che emana un po' di tristezza, se non altro per il sapere che dietro a quelle nicchie, giacciono i resti, le ossa di persone come noi, spesso (troppo spesso) ragazzini non ancora ventenni. Gente che un bel giorno si è vista arrivare la cartolina del precetto, si è vista affidar un fucile, una divisa e si è vista trasportare lontano da casa ad uccidere gente sconosciuta che non gli aveva fatto niente. E per chi protestava o si opponeva non c'erano spiegazioni: c'era il plotone d'esecuzione sempre pronto.




DAL PARCHEGGIO AL CIMITERO AUSTRO-UNGARICO

Come si vede nel secondo video qua sopra, su questi monti non trovarono la morte solo gli italiani, ma anche gli austro-ungarici. Per loro c'è un ossario a parte, proprio vicino al parcheggio. Leggendo i cognomi, si capisce una cosa: che si trattava di ragazzi provenienti anche da molto lontano, dall'Ungheria, dalla Cecoslovacchia, dalla Moldavia ecc. Fecero tanti chilometri per venire a combattere (dal loro punto di vista era "difendere la patria", dato che la dichiarazione di guerra la fece il nostro governo, non il loro) e non tornarono più a casa. Chissà se nel corso degli anni i loro parenti stretti (e/o il loro discendenti) sono venuti fin quassù a rendere omaggio alle loro salme.

IO ED IL CIMITERO AUSTRO-UNGARICO





Dopo il cimitero austro-ungarico, sono salito sull'osservatorio (in cima all'edificio denominato "Portale Roma") a fare qualche foto. Dall'osservatorio si passa per la cosiddetta "Via Sacra", lunga un centinaio di metri, che unisce i due sacrari. Ai lati della via sacra ci sono dei cippi commemorativi che ricordano le battaglie combattute in queste zone.
Alla fine della via, c'è il tempio della Madonna del Monte Grappa. E' una piccola chiesetta funzionante (infatti nel 2005 ricordo che c'era una messa) al cui interno è custodita la statua della Madonna del Grappa, sopravissuta miracolosamente ad un bombardamento durante la prima guerra mondiale. Sulle pareti interne vi sono raffigurate scene della passione di Cristo (un comune denominatore per molti ossari italiani)


IL SACRARIO ITALIANO IN TUTTA LA SUA INTEREZZA


I CADUTI NOTI SONO NELLE NICCHIE PICCOLE. GLI IGNOTI IN QUELLE GRANDI


DAVANTI ALLA TOMBA DEL MARESCIALLO D'ITALIA, GENERALE GAETANO GIARDINO, CHE VOLLE ESSER SEPOLTO INSIEME AI SUOI SOLDATI.


MIO BABBO NEL 1958


Nel tornare indietro, ho notato che la galleria Vittorio Emanuele III era aperta! Due anni fa era chiusa e me la sono persa. Questa volta no. Fatta costruire dal Generale Cadorna, questa galleria radiale (ossia che si divide in altre gallerie) porta alle postazioni dei cannoni e delle mitragliatrici. Una visita è d'obbligo, non solo perchè è una notevole opera di ingegneria civile, ma anche per capire come fece il generale Cadorna a trasformare una semplice vetta in una fortezza inespugnabile. Consiglio per chi volesse visitarla: scarpe comode e torcia al seguito.
All'interno ho fatto alcuni filmati che ho diviso in due video:










Una volta uscito dalla galleria (che non è visitabile in tutta la sua lunghezza ma solo in parte) sono andato a visitare il museo (ingresso libero). Si trova accanto alla caserma Milano
Siccome l'avevo già visitato e fotografato due anni fa, questa volta mi sono limitato a guardarlo. Comunque ecco le foto vecchie:


LA CASERMA MILANO (foto del 2005)

INTERNO DEL MUSEO (foto del 2005)

IL SOLDATO CHE HA INDOSSATO QUESTO ELMO, NON L'HA POTUTO RACCONTARE A NESSUNO (Foto del 2005).

Poi ho dato un'occhiata al documentario visibile all'interno del museo, in un monitor ed ho letto un avviso che diceva che era disponibile in DVD. Naturalmente non potevo perderlo. Anche perchè ormai il museo chiudeva ed io volevo veder tutto il documentario (composto da filmati e foto d’epoca) a casa, seduto sulla poltrona del salotto, magari con una tazza di tè –rigorosamente giapponese- in mano.
Dopo l'ultimo caffè al Rifugio Bassano (quello vicino al parcheggio) e dopo una capatina in bagno, eccomi pronto a riprender la strada di casa.
Prima di partire per sempre, ho voluto fermarmi a Bassano Del Grappa. La mia intenzione era di visitare il tempio-ossario accanto al parcheggio Cadorna –si nota subito che la figura del generale Cadorna è molto ammirata, da queste parti, vero?- ma poi ho visto che gli orari di apertura non coincidevano con i miei (è una vera e propria chiesa, quindi apre per le messe) ed ho fatto una passeggiata fino al ponte, il famoso ponte degli alpini, progettato dal grande architetto Palladio. Già che c’ero, l’ho filmato da parte a parte. Ecco il risultato:





Per arrivare poi a Riccione ci ho messo 3 ore e mezza ma ne è valsa la pena.
Dato che il Monte Grappa non si sposta, che è sempre stato lì e sempre lì sarà, anche quando noi tutti non ci saremo più –inutile toccarsele: è vero!- mentre guidavo ho deciso che un giorno ci tornerò. E forse più di una volta. Ma mai in bicicletta (perché, a differenza del Pasubio, qua c’è una comodissima strada asfaltata!) come invece ho visto della gente fare….
Per finire:
TRE SOUVENIR DEL MONTE GRAPPA

Ps: le foto della giornata (ma anche quelle del 2005) le ho messe come al solito nel fotoalbum all'indirizzo http://fotoalbum.marcoferri.eu/

Nessun commento: