martedì 31 luglio 2007

VIAGGIO A "ZENA" (GENOVA)

(Post ricopiato ed incollato dal precedente blog, ormai in disuso):

Lunedi 29 gennaio 2007

Con un po' (chiamalo un po'!!!) di ritardo, ecco che mi accingo a scrivere un resoconto sul viaggio a "Zena", come la chiama chi ci abita, o Genova-come la chiamano il resto degli italiani... Resoconto che sarà un po' inquinato dalle dimenticanze varie dovute al tempo trascorso dall'adesso a quella volta.
L'occasione è dovuta ad un desiderio di Andrea di tornare dopo quattro anni nella sua nativa Genova. Andrea infatti ci è nato e vissuto fino alla tenera età di 20 anni, poi i suoi genitori si trasferirono a Riccione e lui con loro. Io invece non c'ero mai andato e la possibilità di vedere posti nuovi, per me è sempre attraente.

5 gennaio

Dato che Andrea sconsigliò vivamente l'uso della macchina in quanto guidare nel capoluogo ligure non è proprio come farlo a Riccione (ed aveva ragione), abbiamo optato per il treno.
Dopo un viaggio cominciato alle 4:30 dalla stazione di Riccione, con cambio treno a quella di Rimini (perchè non siamo andati direttamente in macchina a Rimini? Perchè i parcheggi gratuiti nel raggio di 1 Km dalla stazione riminese non esistono ed avremmo dovuto accendere un mututo per uno a pagamento, ecco perchè! Con tanti ringraziamenti al sindaco Ravioli di Rimini), altro cambio a quella di Piacenza e poi siamo approdati a Genova Brignole, più o meno alle 10:30. E qua comincia il viaggetto.

Sul treno per Genova, mentre esprimo la mia opinione sulla TV-spazzatura
Arrivati, dicevo, a Genova, siamo prima andati a casa della sorella di Andrea (Paola) la quale non ci sarebbe stata e che quindi ce la mise a nostra disposizione. Qua lasciammo i bagagli e poi siamo usciti per una passeggiata. Prima tappa: Boccadasse. Questo quartiere di Genova ricorda molto posti come Camogli o Cinqueterre, anche se devo ammettere che non li ho mai visti dal vivo ma solo in foto.

Cinqueterre? Camogli? No: Genova!
Poi una bella passeggiata sul lungomare, in zona Foce (così chiamata perchè un tempo vi era la foce del fiume Bisagno, oggi quella foce è interrata e non si vede. Il nome però è rimasto), una visita sotto l'arco dei caduti che visto da una certa distanza, magari potrebbe assomigliare all'Arco di Trionfo a Parigi ed infine siamo approdati nei "Carugi". I carugi (caruggi?) sono gli antichi vicoli della Genova Antica. Nei carugi, le strade sono strette (in alcuni si possono toccare le case opposte,solo allargando le braccia), le case sono alte ed il sole non ci batte. Ancora oggi sono abitati, e devo dire che li ho trovati molto caratteristici. Un must-see, per chi va a Genova, direi.

Qua con una station-wagon mi sa tanto che non ci si transita...
Nei carugi ci lavora come fruttivendolo Nicola, grande amico ed ex vicino di casa di Andrea, quando ancora abitava a Genova. Insieme poi siamo andati prima davanti alla cattedrale di San Lorenzo, poi al porto. Il porto antico di Genova mi è sembrato un misto di antico (i vecchi palazzi alcuni dei quali probabilmente edificati ai tempi delle repubbliche marinare) e di moderno (la strada sopraelevata, la struttura tenda-cemento della piazza delle feste, l'acquario), ma ciò che ai miei occhi parve un vero pugno in un occhio è il "Bigo". Se non avessi foto a disposizione e se dovessi descriverlo, direi che sempra un ragno, no: un porcospino, nemmeno un...boh! E' una struttura progettata da un architetto di nome Renzo Piano (lo so perchè il suo nome mi è stato detto-con un evidente tono di disprezzo- da tutti) e vedendone il risultato, si capisce perchè gli architetti non sono sempre apprezzati (lo zar di russia-non ne ricordo il nome- fece accecare l'architetto che progettò la cattedrale di san Basilio affinchè non ne progettasse un'altra uguale. Ai tempi della regina Vittoria, il primo ministro inglese Benjamin Disraeli era solito ripetere in giro che l'architetto che progettò l'House Of Parliament-quella col Big Ben, per intenderci-andava impiccato). Secondo me invece che "Bigo", avrebbero dovuto chiamarlo "Bigolo", come quello che Renzo Piano secondo me dovrebbe prendere dove dico io, per aver rovinato un bel porto così....

Alle mie spalle: il "Bigo"! Monumento allo spreco di denaro pubblico o alla deturpazione ambientale? Ai posteri l'ardua sentenza!

Essendosi fatte ormai le 14:00 ed essendo a digiuno dalla partenza, che si fa? Si mangia! Così siamo andati in un risto del quale non scrivo il nome, per non farne pubblicità negativa. Non che le libagioni facessero schifo, anzi erano ottime. E' che il cameriere aveva voglia di andare a casa e non ci voleva lì. Quindi immaginate che servizio! Dopo il pranzo (a base di pesto alla genovese, of course) un bel giretto a piedi per digerire ed ecco che -sorpresa!- scappa fuori il vero, l'originale, l'unico galeone usato per girare il film "Pirati" di Roman Polansky con Walter Mattau. Andrea che è un cinefilo esagerato (ha una collezione di videocassette-DVD da far impallidire gli archivi della RAI) ci ha spiegato che il film fu un flop e che addirittura la casa di produzione fallì. Il film non si trova nemmeno su DVD perchè la casa distributrice fallì anch'essa. Non sarà che quel film porta jella? Comunque il galeone era lì e ci siamo saliti (a pagamento). Andrea disse pure che quando arrivò al porto di Genova, avrebbe dovuto starci solo per un paio di settimane ed invece sono anni che c'è. Si vede che nessun altro porto lo voleva e meglio così, almeno abbiamo potuto vederlo noi.

Ora posso dire che io e Walter Mattau siamo saliti sullo stesso galeone (anche se non contemporaneamente)....

Dopo il galenone, l'acquario che è molto famoso. Il primo grande acquario che ho visto fu il Kayukan, l'acquario nel porto di Osaka. Esso è un cilindro di 5 piani separato dal porto e vi si accede tramite un tunnel di plexiglass adagiato sul fondo del porto. Invece quello di Genova è di forma rettangolare e sul molo. All'interno c'era di tutto, di più. Valeva la pena di visitarlo, ma devo avvisare che il prezzo del biglietto è di quelli da infarto.

Adesso vado là
AAARRRGGGGHHHHH!
Non solo pesci, anche anemoni
Non solo pesci, anche pinguini
Non solo pesci, anche iguana
Mi viene voglia di sushi...

La sera abbiamo mangiato in un ristorante di nome "5 Maggio", sito a Quarto dei Mille, che è poi il punto da dove son partiti i mille di Garibaldi. Questo ristorante ha una particolarità: porzioni esagerate a prezzi irrisori. Ma quando dico esagerate, intendo proprio esagerate. Di quelle che poi se prendi una mentina, esplodi (e chi ha visto il mitico "Monty Python-il senso della vita" sa cosa intendo).

6 gennaio

Sveglia presto, e poi in macchina con Nicola a visitare il parco di Nervi. Nervi mi è sembrato il tipico luogo per passeggiate romantiche, ed il parco mi ricordava i parchi londinesi. Abbiamo cercato di fotografare gli scoiattoli che sgambettavano allegramente, ma non stavano fermi! Andrea ricorda che fu in questo parco che i Marillion tennero un concerto.

Se fosse stato fermo, la foto sarebbe venuta meglio!
A pranzo abbiamo mangiato dai genitori di Nicola. Qua ho conosciuto il resto della sua famiglia. Una delle sue sorelle l'avevo già conosciuta la sera precedente, sua moglie ed i suoi figli invece li avevo già conosciuti a Riccione.
Dopo pranzo siamo andati a visitare la "Lanterna" (si chiama così, davvero), anzi diciamo pure che li ho convinti a visitarla a forza d'insistere. Da quando quella volta a Bologna insieme a Mamiko siono salito sulla torre degli Asinelli, ho cominciato la tradizione di salire su ogni torre/campanile/cupola famosi in tutte le città in cui vado. Il faro ancora mancava alla mia collezione e la lanterna di Genova è il più antico faro tra quelli più alti ed ancora in funzione in tutto il mondo. Potevo non andarci? No, naturalmente. Nessuno di coloro che vennero con me (tutti genovesi) c'era mai salito. Andrea è scusato perchè la lanterna è stata aperta al pubblico solo da qualche anno, ossia quando lui era già a Riccione, gli altri no, ma ora possono dire anche loro di esserci saliti...

Il simbolo di Genova
Adesso entriamo
Scalare, scalare,scalare! (Il montacarichi è chiuso col lucchetto)


Per salire sulla lanterna, si parcheggia ad una certa distanza, poi si segue una passeggiata panoramica che riproduce l'antico sentiero che passando sotto la lanterna, consentiva l'accesso a Genova da ponente. L'ingresso è a pagamento. Dopo aver pagato, si sale. C'è una specie di montacarichi, ma non è usabile dai turisti, quindi occorre usar le gambe. Si arriva al primo piano e sorpresa: l'accesso al secondo piano (cioè la cima dove cè il faro) è sbarrato. Pazienza, mi dico. Dopotutto la visuale della città è bella anche da qua. Il trovarmi su un faro tanto antico, in mezzo ad un porto così moderno (ed in presenza di un bel pò di fabbriche) mi fa venire in mente la mistura tra antico e moderno di cui ho già scritto riguardo al porto.

Quello che si vede dall'alto della lanterna
Dopo la discesa è d'obbligo una visita al museo della lanterna. Se qualche lettore/lettrice di questo blog vuole provare anche lui/lei l'ebbrezza di poter un giorno dire "anche io sono salito sulla lanterna di Genova", può dare un'occhiata al sito ufficiale sul link http://www.liguri.org/lanterna/

7 gennaio

Oggi abbiamo fatto una passeggiata a Boccadasse, quartiere sul quale ho già scritto. Avrei voluto andare a fare un giro a Voltri, dove viveva il mio amico Enzo P. dei gloriosi tempi di Londra, ma non c'era tempo. Infatti Andrea mancava da 4 anni e doveva incontrare un pò di parenti e di amici.
Tra un amico ed un parente, siamo riusciuti a vedere la casa di Cristoforo Colombo (a dire il vero, circola anche la voce che Colombo non fosse stato italiano ma spagnolo e che a Genova ci veniva a trovar l'amante. I sostenitori di questa teoria citano il fatto che tutte le lettere scritte dal navigatore e giunte fino a noi sono in spagnolo, non in genovese -presumo che all'epoca l'italiano parlato a Genova fosse diverso da quello attuale- mentre i denigratori sostengono che essendo lo spagnolo la lingua franca del mondo marittimo dell'epoca, era naturale che un navigatore la conoscesse e che la usasse nella corrispondenza. Mancando una macchina del tempo per poter andare a controllare, non ci resta che rimaner nel dubbio), poi una bella passeggiata nel centro storico, passando per la Porta Soprana (così chiamata perchè è quella posta più in alto) e per via Garibaldi, dove un tempo le famiglie facoltose genovesi (Doria, Spinola, Parodi, ecc.) edificarono palazzi (forse per ostentare il proprio status sociale) che ancora oggi testimoniano la ricchezza raggiunta col commercio ai tempi in cui Genova era una repubblica marinara.

I resti di una casa famosa...
La porta soprana
Nel pomeriggio abbiamo visitato il cimitero monumentale di Staglieno. Questo cimitero è famoso in tutto il mondo. Mark Twain scrisse che sarebbe stato tutto ciò di cui si sarebbe ricordato, una volta dimenticato tutto il resto di Genova. E' talmente grande che all'interno c'è un mini bus per girare. Molti defunti illustri riposano qua. Noi per mancanza di tempo (ci vorrebbe un'intera giornata per poter vedere tutte le tombe, alcune delle quali sono dei veri capolavori di sculura/architettura tali da estasiare un Michelangelo od un Canova) abbiamo solo potuto vedere la tomba di Fabrizio De Andrè (con la sua chitarra a fianco) e quella di Giuseppe Mazzini. Entrambe le tombe abbiamo potuto vederle/fotografarle solo da fuori, in quanto chiuse da una vetrata (quella di De Andrè) e da una cancellata (quella di Mazzini).

La tomba di Fabrizio De Andrè vista da fuori...
...e vista da dentro! In basso a sinistra si vede il manico della sua chitarra.
Altra tomba illustre.
La sera Nicola ci ha portato in collina, a vedere Genova-by-night.Peccato per il vento gelido, altrimenti avrei potuto scattar più foto. Sull'Adriatico non si possono fare foto al mare col sole al tramonto (per ovvie ragioni), ma solo all'alba ed a quell'ora io dormo...

Genova-by-night
8 gennaio

Oggi abbiamo fatto una bella camminata per i viali dove Andrea è cresciuto. Dopo un pò, sono giunto alla conclusione che aveva assolutamente ragione lui quando sosteneva che non è facile guidarci e che i parcheggi sono scarsi. E devo aggiungere io che anche in bicicletta, non la si gode: troppe salite e discese!

A spasso per Genova
A pranzo abiamo incontrato la sorella di Andrea, ed abbiamo mangiato insieme. Dopo pranzo abbiamo incontrato Nicola, il quale ci ha portato a fare in giro sulla più lunga ferrovia a scartamento ridotto italiana: la Genova-Casella. Una ferrovia a scartamento ridotto è quella in cui la distanza tra i binari è inferiore rispetto ad una a scartamento normale. Ciò impedisce velocità elevate, ma in compenso permette al treno di fare curve più strette di quelle che potrebbe fare un treno normale. Ciò rende questo tipo di ferrovie l'ideale per la montagna, dove le curve, per forza di cose, sono molte. Per chi vuole saperne di più, clicchi su http://www.ferroviagenovacasella.it/


La stazione Genova-Casella
La sera abbiamo mangiato con gli amici di Andrea. Io non li conoscevo, anche se un tempo avevo scambiato qualche E-mail con uno di loro, Massimo V. Loro conoscono uno che conosce Luca Bizzarri, ma mi hanno detto che in ogni caso non avrebbe potuto presentarmelo perchè non era a Genova, in quel periodo. Riuscirò mai ad incontrarlo?

9 gennaio

Giornata del ritorno. I biglietti li avevo comprati ieri, ma avevo dimenticato di dire saremmo partiti da Genova Brignole, così dovettimo farci accompamgnare da Nicola alla stazione successiva (Genova Principe) per non rischiare di venir beccati dal controllore. Abbiamo preso il treno al volo. Poi abbiamo cambiato a Milano e quindi a Rimini. Per tutta la durata abbiamo dormito molto ma mangiato niente. Ecco quindi che appena arrivati siamo andati a mangiare un kebab, che a Rimini conosciamo un posto che li fa mooolto buoni e che ormai il padrone appena ci vede non ci chiede più cosa vogliamo ma comincia direttamente a farcelo...
Che dire del viaggio? Che Genova è una città che ha molto da offrire ai turisti. Un tempo credevo che fosse solo una città industrial-portuale, ma ora so che mi sbagliavo. Un giorno cercherò di tornarci con Mamiko. E magari cercheò pure di vedere il resto della costa ligure (anche Cinqueterre, Camogli e Voltri).
Ultima cosa: le foto del viaggio sono come al solito su http://fotoalbum.marcoferri.eu/

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